In piazza la Cgil del no

  

Il popolo del «no» è di nuovo in piazza. È l’Europa a dettare la linea, a chiederci di far quadrare i conti. La crisi è globale, le misure per contrastarla devono essere comuni. Ma non ditelo a Susanna Camusso. Lei e la sua Cgil oggi protestano contro il governo. Otto ore di sciopero generale (dalle 9 alle 17) per dire «no» alla manovra. Bando alla tanto sbandierata unione sindacale, i «rossi» fanno sul serio. E basta agitare la bandiera della protesta per riunire tutti quelli che «no» lo dicono per professione. Il Pd, dopo la classica tiritera «sciopero sì, ma anche no», alla fine ci sarà. «Certo che ci sarò – sottolinea Pierluigi Bersani – ci saremo con tutti quelli che criticano questa manovra, comprendiamo bene le ragioni dello sciopero». Anche perché – aggiunge – è da «irresponsabili, con tutti i problemi che abbiamo, per puntiglio ideologico e micragneria politica mettere un solco tra le forze sociali». In realtà a rompere il fronte dei sindacati – unito fino a qualche giorno fa – è proprio lo sciopero generale indetto dalla Cgil. «Colpire le buste paga dei lavoratori e le imprese ha del demenziale, soprattutto in questo momento – attacca Raffaele Bonanni, leader della Cisl – La verità è che Camusso è ritornata nelle braccia di Landini (segretario della Fiom, ndr)». Nelle braccia di Landini, ci sono anche tutti gli altri. Favorevole sin dall’inizio, senza esitazione alcuna, Antonio Di Pietro: «L’Idv partecipa in modo convinto, con una scelta di campo, allo sciopero della Cgil» per fermare «l’umiliazione e il passo indietro verso le libertà fondamentali» fatto con il «tentativo, attraverso l’articolo 8 della manovra, di modificare lo statuto dei lavoratori e l’articolo 18», spiega l’ex pm. Anche Nichi Vendola sarà presente. Il governatore della Puglia guiderà la delegazione di Sel a Roma e, a manifestazione terminata, firmerà il referendum sulla legge elettorale nella zona del Colosseo. Giusto per non farsi mancare nulla. Essere «contro» sempre e comunque, questa la missione comune. E allora ecco che in corteo, accanto a Camusso, Bersani, Vendola e Di Pietro, sfileranno anche gli altri leader del popolo del «no». Ormai fuori dal parlamento, rimangono in silenzio per mesi. Salvo poi ripresentarsi quando c’è da protestare e andare contro il governo. «Non è più tempo di attendere oltre, serve mobilitarsi contro questo governo. Parteciperemo in maniera convinta, forte e determinata allo sciopero proclamato dalla Cgil contro le nefandezze economiche e sociali dell’Esecutivo che, invece di andarsene a casa per manifesta incapacità, continua a maciullare i lavoratori e le famiglie», attacca Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci-Federazione della sinistra. Paolo Ferrero, segretario del Prc-FdS, fa di più. Non solo sceglie di «ringraziare la Cgil e i Sindacati di Base per aver indetto lo sciopero generale», ma non si limita ad attaccare Berlusconi: sarà «uno sciopero non solo contro il governo che ha varato questa manovra ingiusta socialmente, recessiva e che non serve a combattere la speculazione, ma contro le banche e l’Unione Europea che stanno dettando queste politiche sciagurate in tutta Europa», rilancia. Ci saranno anche i Verdi, l’Arcigay, i lavoratori dello spettacolo. Tutta la vera Sinistra è in piazza, insomma. Tanto che al Pd – tocca al presidente Rosi Bindi farla – scappa una precisazione: «Saremo con la Cgil non perché aderiamo allo sciopero, ma perché condividiamo molti dei motivi per i quali protestano e scendono in piazza». Ecco, appunto. Ci risiamo.

Nadia Pietrafitta


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