Nel censimento dell’Istat entrano le coppie gay

  

ROMA Sarà una casella rivoluzionaria. Quella da barrare con una crocetta accanto alla voce: «Convivente in coppia con l’intestatario». Verrà inserita nel censimento ufficiale della popolazione 2011 e per la prima volta riguarderà anche le unioni tra persone dello stesso sesso. L’Istituto nazionale di Statistica, che fotograferà l’Italia prendendo come data campione quella del 9 ottobre, potrà dunque campionare una realtà affettiva che finora è rimasta sfuocata. Relegata nel capitolo coabitazioni. Esultano infatti le organizzazioni omosessuali. «Finalmente ce l’abbiamo fatta. Anche le famiglie gay e lesbiche potranno dichiararsi come tali», spiega Alessio De Giorgi, presidente del portale Gay.it, che pubblica una serie di consigli pratici con lo slogan: Fai contare il tuo amore. «Dopo ripetuti appelli e contatti con l’Istat abbiamo ottenuto che il questionario contemplasse anche le nostre realtà. D’ora in poi nessuno potrà più ignorare quanti siamo, tanto meno il Parlamento, il Governo e la classe politica». Quello che cambia, rispetto alle passate edizioni (questa è la n.15), è la distinzione tra convivenza, che sottintende un rapporto affettivo, e coabitazione, che prefigura una semplice situazione di fatto, come ad esempio tra un anziano e la badante o tra due studenti. La mappatura delle coppie omosex verrà dedotta dal genere dei due dichiaranti. Non è prevista infatti, per problemi di privacy, una domanda esplicita sull’orientamento sessuale. Saranno i dati, che resteranno anonimi (è prevista anche la compilazione online) a disegnare questa inedita istantanea italiana. «È arrivato il momento di farsi contare», annuncia il deputato del Pd, Paola Concia, che da poco ha sposato la compagna Ricarda Trautmann. «Infatti io ci scriverò che sono coniugata. Sto preparando anche uno spot per pubblicizzare la novità, perché è chiaro che in un Paese omofobo come il nostro ci sarà resistenza. Bisogna vincere la paura, l’Istat è una cosa seria, capiremo finalmente quanti siamo e saremo più forti». L’unica stima, ricorda, è quella fatta da Marzio Barbagli, secondo cui gli omosessuali sono circa il 10% della popolazione. Di tutt’altro avviso è Carlo Giovanardi, sottosegretario per le politiche della Famiglia, spesso in aperta polemica con le associazioni gay e lesbo: «La trovo un’iniziativa positiva che forse mostrerà che non si tratta poi di quel fenomeno così diffuso come viene presentato. Come per le aggressioni a sfondo omosessuale, che non sono il fenomeno dilagante che dicono. A volte sui numeri ci si gioca un pochino, adesso finalmente sapremo». Nel 2001, ricorda Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay «si fece marcia indietro in corso d’opera accampando motivi di tutela della privacy. Fecero correggere tutte le risposte, tant’è che presentai pure un’interrogazione parlamentare». Il censimento stavolta, dice, sarà molto importante per la causa omosessuale. «Ci darà una mano, in un Paese che stenta a riconoscere i nostri diritti». Perché, come ripete Alessio De Giorgi «quelle lesbo-gay-bisessuali-transgender sono famiglie come tutte le altre». di Giovanna Cavalli


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