Riapertura per la sede dell’Eos Arcigay Cosenza nella Casa delle culture

  

Riparte l’attività dell’Eos Arcigay. Da oggi la sede dell’associazione, nella Casa delle culture resterà aperta ogni martedì e venerdì dalle 16.30 alle 19.30.
«Finalmente riesciamo e a rispristinare il servizio d’accoglienza, di consulenza e di ascolto per le persone della nutrita comunità Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) cosentina. Nel corso degli orari di apertura si svolgerà anche una serie di attività culturali aperte a tutti e le occasioni d’incontro e confronto saranno propedeutiche all’organizzazione di eventi esterni mirati all’informazione sulla comunità Lgbt, alla lotta contro l’omofobia e ogni forma di violenza e discriminazione basata sull’orientamento sessuale, l’informazione sulle malattie sessualmente trasmesse e la cura dei rapporti con gli enti locali».

Insieme alla cellula calabrese dell’associazione Radicale certi diritti, l’Eos Arcigay Cosenza ha indirizzato una lettera ai sindaci e agli assessori competenti dei Comuni di Cosenza, Rende, Montalto Uffugo, Castrolibero e Catanzaro per il quindicesimo censimento generale della popolazione. «Per la comunità Lgbt – prosegue la nota – questo censimento generale è l’occasione per contare il numero delle famiglie omo-affettive e per studiarne vari aspetti, ma anche in questo caso l’informazione e soprattutto la preparazione degli operatori che si occuperanno della raccolta dei dati sarà fondamentale per la raccolta di un dato il più possibile rispondente alla realtà poiché per ragioni di privacy, e per le tante forme di stigma sociale che ancora avvengono nei confronti delle persone omosessuali e transessuali, quando si tratta di dichiarare anche solo un dato statistico le forme di autocensura rischiano di non far realizzare pienamente lo scopo del censimento che mira a conoscere i vari aspetti della struttura della popolazione residente in Italia».

Nella missiva, tra l’altro, Arcigay e Radicali suggeriscono d’organizzare un «incontro di informazione su convivenze ed unioni non coniugali per il personale dipendente degli uffici anagrafici e per quello impegnato nelle attività censuarie. «Non crediamo superfluo segnalarvi – chiudono – che la dichiarazione pubblica di convivenza per motivi affettivi potrebbe trovare un ostacolo, non solo nel diritto alla privacy, ma nell’autocensura e nel timore».(d.m.)


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