Sul web lista di politici «gay ma contro i gay»

  

Una lista di dieci nomi di politici italiani, che sarebbero omosessuali eppure difenderebbero posizioni contrastanti con quelle auspicate dalle associazioni gay, cioè sarebbero «omofobi». A mettere la “denuncia” sul web è un sito straniero e anonimo, che pubblica una «Listaouting» con tanto di nomi e cognomi di politici. Il Palazzo insorge. Le associazioni omosessuali anche. E pare che le informazioni dell’estensore della “lista” – di cui Il Gazzettino sceglie di pubblicare soltanto i nomi di chi ha pubblicamente reagito – non siano affatto affidabili.
Mauro Cutrufo (Pdl), prima coglie l’occasione per attaccare internet definendolo «un’arma pericolosissima». E poi invoca l’intervento del ministro dell’Interno per fermare «il massacro mediatico».
Secondo il Garante per la Privacy, Francesco Pizzetti, «è assolutamente illecito» pubblicare i dati sulle tendenze sessuali delle persone senza il loro consenso, «indipendentemente dal fatto se si tratti di eterosessuali o omosessuali».
«È una bufala che fomenta l’ignoranza», interviene anche il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, nonché una «diffamazione gratuita». Quest’ultimo termine però piace poco a Dario Ginefra (Pd), il quale pretende che dare dell’omosessuale a una persona «non può essere considerato un insulto e quindi neanche una diffamazione». Così si «distrugge la privacy», commenta il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto. È un altro esempio di «sistema Boffo», sostengono i radicali. Molti dei diretti «interessati», citati nella lista, reagiscono. Chi con ironia. Chi con indignazione. Ci sono «centinaia di donne in apprensione» per me, ribatte Mario Baccini (Misto-Pdl). A cominciare «da mia moglie». Meglio nella lista dei gay che in quella degli «interisti occulti», dice da buon juventino Massimo Corsaro (Pdl). Sono un «banale eterosessuale» taglia corto il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.
«Fantasie malate, tutte sciocchezze», reagisce più piccato il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni. Ma se gli altri politici ‘tirati in ballo’ scelgono il silenzio, quasi tutte le associazioni omosessuali contestano l’iniziativa. Secondo il presidente dell’Arcigay la ‘lista di proscrizione’ pubblicata sul sito è solo «un’operazione spregevole che ridicolizza» le battaglie contro la discriminazione di genere. È solo «un outing all’amatriciana» minimizza il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo. Si tratta di un’iniziativa irricevibile», osserva Rossana Praitano del Circolo Mario Mieli. L’unico che giustifica la pubblicazione dell’elenco è Aurelio Mancuso, un esponente del mondo gay considerato da molti l’ispiratore della ‘trovata’: «È il frutto dell’indignazione di chi quotidianamente subisce violenze e insulti», ribatte. Per lui «è una denuncia contro l’ipocrisia della politica».


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