Le dicriminazioni ci sono ancora

  

SUI GIORNALI scrivete che essere omosessuali ormai non è più un problema ma io ho un amico gay e so bene invece come nel suo caso i pregiudizi di tanti continuino a pesare sulla sua vita. A cominciare dall’atteggiamento dei suoi familiari, con padre, madre e fratelli che pur volendogli bene lo considerano malato di una malattia di cui è meglio non parlare con gli altri. Al lavoro ha subito varie discriminazioni, non vistose, non da denuncia, ma a volte basta una battuta o un sorrisino per far rinviare una promozione. Lui è una persona che forse manca di coraggio e che non sa farsi valere ma le sue relazioni sentimentali sono condannate alla clandestinità e all’impossibilità di avere un futuro. Rino (Sesto San Giovanni)

LEI HA RAGIONE: la situazione è migliorata ma non ovunque e non per tutti. A confermare che pregiudizi e discriminazioni resistono basta sfogliare una recentissima indagine dell’Arcigay condotta su un campione di oltre duemila omosessuali. Il 27 per cento dichiara di nascondere la propria identità sessuale sul posto di lavoro per non esserne penalizzato. Il 19 per cento è convinto di aver subito delle discriminazioni, ma il 30 per cento di chi è stato ostacolato o maltrattato sul lavoro per le proprie inclinazioni sessuali decide di non denunciarlo e di non dirlo a nessuno. Persino sullo stipendio inciderebbero i pregiudizi: a parità di lavoro gli omosessuali guadagnerebbero dal 10 al 32 per cento in meno dei colleghi eterosessuali.


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