Il Forum dei giovani presenta a Monti le sue richieste

  

di Alessandra Monica

Salvare il ministero della gioventù e il fondo nazionale per il Servizio civile, ma non solo. I giovani, convocati per la prima volta da un presidente incaricato per le consultazioni, a Mario Monti chiedono anche un piano per l’occupazione, con sostegni per le giovani imprese e le startup e accesso al credito agevolato. Tra le loro istanze pure un piano per le energie alternative e politiche per la famiglia. Con una postilla: chi ha 25 anni non è migliore di chi ne ha 75, è solo diverso.

La richiesta di rientrare negli incontri con le parti sociali, il Forum l’ha avanzata ieri per scoprire che era già nella lista degli appuntamenti di Monti. «È una decisione nel segno della continuità» perchè, dice il portavoce Antonio De Napoli, anche con il governo precedente (con il ministro Giorgia Meloni, in particolare) i rapporti sono stati molto buoni. E poi sia chiaro: «Il forum non è né di destra né di sinistra, sta con tutti, governi tecnici compresi». Insomma colori non ne ha, o meglio li racchiude quasi tutti, dato che comprende 86 organizzazioni giovanili che vanno da Agesci a ArciGay.

Che le richieste del Forum siano condivisibili lo dicono anche giovani che militano nei due più grandi partiti presenti in Parlamento: Pdl e Pd.
Con qualche annotazione, però.

Beninteso: nessuna remora sul governo Monti in questa fase ma, dice Alessia Monica, giovanissima militante pidiellina (ha 26 anni), «l’incontro con le parti sociali da parte del presidente incaricato rivela un atteggiamento corporativista e di sinistra che non mi piace». Parlare con i giovani però «è giusto, anche se non è vero che non siano mai stati sentiti, perché sia il ministro Meloni sia il governo uscente li hanno sempre ascoltati». Insomma «sono colloqui preliminari che lasciano il tempo che trovano perché l’agenda di Monti è già dettata. Dalla Bce». L’iniziativa, dice Alessia Monica «mi sembra tesa soprattutto – da parte del presidente incaricato – a farsi ben volere». Ma «se nel governo ci saranno poche donne e pochi giovani ascoltarli ora non cambia nulla».
Anche Emanuele Lazzarini, giovanissimo consigliere comunale Pd a Milano (23 anni) concorda sulla necessità di salvare il ministero della gioventù. A patto però che l’iniziativa non sia tesa solo ad occupare un posto, perché «il rischio è ricostruire la classica politica giovanile degli eventi per giovani e delle attività di prevenzione, che non sono certo il cuore dei problemi delle nuove generazioni». Nessun dubbio sul fatto che sia il momento «di aprire ad un vento nuovo per vedere se ai problemi attuali si trovano soluzioni innovative». Anche perché «i fatti parlano chiaro: i dati sulla disoccupazione giovanile, sull’accesso al credito, sugli sgravi fiscali, ma anche le condizioni di stage e tirocinii, dimostrano come le nuove generazioni abbiano sofferto in questi anni una mancanza di cura e attenzione».

Per Mario Monti si esprimono i giovani del Terzo Polo con un volantino/manifesto nel quale citano il professore: «ciò che giova ai giovani giova al Paese».

Polemizza con il Forum dei giovani la Rete della conoscenza, il network promosso da Unione degli Studenti e Link-Coordinamento universitario. Che accusa il portavoce Antonio De Napoli di non aver consultato le associazioni che ne fanno parte. Nel mirino in particolare la questione relativa alla «fiscalità di vantaggio per le imprese che assumono con contratti precari». Da anni, sottolinea l’associazione studentesca «lottiamo contro questo la precarietà».


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