A Salerno il Campania Pride

  

Romina Rosolia Si svolgerà forse il 26 maggio il Pride Campano nella città di Salerno e comunque poco prima del Gay Pride nazionale stabilito a Bologna nel mese di giugno. Il 9 gennaio si terrà a Napoli la prima riunione organizzativa alla quale parteciperà anche Antonello Sannino, presidente del comitato Arcigay di Salerno. Il corteo evento sarà più di una mostra del proprio orgoglio omosessuale. Lo dice Sannino, spiegando che il senso della manifestazione è legato ad un «orgoglio generale» per ciò che si è e in ciò in cui si crede. Parteciperà infatti anche la Cgil regionale, Tavella ha già dato il proprio appoggio, e associazioni femministe, oltre al sindaco di Napoli Luigi De Magistris e Alessandro Cecchi Paone, assessore ai Grandi Eventi al Comune di Maiori. «Inviteremo anche il sindaco De Luca e l’ex ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna – dice Sannino – così come il presidente della Regione Caldoro e della Provincia Cirielli, perché vogliamo coinvolgere tutte le istituzioni». Le iniziative culturali in vista del 17 marzo, giorno mondiale contro l’omofobia, la paura irrazionale verso l’omosessualità, inizieranno il 2 febbraio nella comunità di Montevergine per la tradizionale Candelora. Incontri, convegni e presentazioni di libri si terranno, quindi, fra Napoli e Salerno tra il 2 febbraio e il 26 maggio. «Campania Rainbow» sta coinvolgendo anche altre regioni del Sud. «Perché vogliamo che questo evento esprima l’orgoglio meridionale – dice Sannino – Per questo abbiamo scelto Salerno, perché è un po’ la cerniera che tiene insieme idealmente questa parte del Paese». Un sentimento, l’orgoglio, che è necessario tirare fuori, secondo Sannino, soprattutto in un momento così difficile come quello che sta vivendo oggi la società italiana. «Sarà più di un Gay Pride. È piuttosto la società civile che chiede che non vengano schiacciati i diritti civili di ognuno, affinché le disuguaglianze non diventino la normalità. Per questo stiamo coinvolgendo associazioni sindacali, istituzioni e persone dai più ampi punti di vista, affinché non si abbassi la guardia sui diritti civili e sull’uguaglianza sociale». Rimangono in piedi, certo, questioni più delicate, spesso motivo di scontro etico fra omosessuali e chiesa cattolica, come l’inseminazione artificiale e altri sistemi a cui le coppie omosessuali ricorrono per avere figli all’estero. «Non chiediamo certo di sposarci in Chiesa – lancia ironicamente Sannino – anche se devo dire che se la rigidità dei rapporti è più con i “piani alti” delle istituzioni ecclesiastiche e non con i sacerdoti che incontriamo quotidianamente». Il «Pride Campano» potrebbe portare a Salerno circa 10mila persone. È la stima approssimativa che fa Sannino il quale assicura che si manterranno su un basso profilo per quanto riguarda i costi della manifestazione. Nel Gay Pride del 2005, che segnò il record dei patrocini da parte del Comune di Salerno, della Provincia, della Regione e dell’Università di Salerno, vennero spesi circa 10mila euro. In quell’occasione, però, non si svolse la parata, quindi niente costi aggiuntivi per i carri. Mentre quest’anno sarà diverso perché il corteo ci farà. Sulle spese Sannino assicura: «Il comitato renderà pubblico il bilancio, ogni euro speso verrà inserito. Ci sarà assoluta trasparenza». Il Gay Pride nazionale si svolge a Bologna perché qui nel 1982 nacque «Il Cassero», primo circolo Arcigay in Italia. Il 1982 fu anche l’anno della legge sulla riattribuzione del sesso.


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