L’ultima sfida di Josefa “Basta coppie di serie B una legge per le unioni gay”

  

Il ministro Idem: la mia gara per la parità
di CATERINA PASOLINI
ROMA — «Presenterò un disegno di legge per le unioni civili. Perché non deve importare se uno ha scelto di condividere la vita con una donna o un uomo, se una persona è gay, lesbica o eterosessuale. La cosa fondamentale è che tutti i cittadini devono avere gli stessi diritti, senza distinzione di sesso ».
Josefa Idem, neo ministro alle Pari opportunità, Sport e Politiche giovanili, pesa le parole. Evita gli slogan, le battute ad effetto. Si è buttata nel nuovo impegno come fosse una olimpiade: con serietà e ritmi intensi di chi è abituato a faticare, per conoscere a fondo i temi prima di fare proposte. Ma su questo punto non transige.
Nozze gay come in Francia?
«Non è importante come le chiami ma i diritti che dai. E questi devono essere uguali per tutti i cittadini, non importa con chi convivano o di chi si innamorano. Perché è ingiusto non poter stare accanto a chi ami se è malato perché lo Stato ti considera un semplice conoscente. Non devono esistere cittadini, o coppie, di serie B».
Prevede anche l’adozione per le coppie omosessuali?
«Occorre tener conto della realtà del Paese, cominciamo dalle unioni, poi si vedrà».
Tre donne uccise in poche ore, che fare?
«È una realtà agghiacciante: sono già 25 quelle massacrate da gennaio. Bisogna muoversi subito con interventi pensati e concreti, partendo dalle scuole perché il rispetto reciproco si impara da piccoli. Ma servono informazioni complesse, manca un Osservatorio: per questo il 22 vedrò le associazioni che si occupano di violenza di genere, da Telefono Rosa all’Arcigay. Ancora troppe donne, troppe persone omosessuali subiscono maltrattamenti fino ad essere uccise per la sola colpa di essere ragazze o gay».
Come lavorerà la task force dei ministri?
«La cosa straordinaria è che già
arrivano le prime proposte. Come il braccialetto elettronico suggerito dal ministro Cancellieri. È un’idea da valutare tra i sistemi per tenere lontani gli aggressori. Che sono seriali, ripetono negli anni la violenza: il 40 per cento delle donne ammazzate, prima aveva infatti subito stalking».
Come sconfiggere la violenza?
«Come nella canoa e nello sport in generale, la vittoria si raggiunge in équipe. Io voglio lavorare assieme agli altri, avere suggerimenti, collaborazione, perché la violenza si batte uniti».
C’è chi propone l’ergastolo per il femminicidio.
«Io non credo che l’inasprimento delle pene serva a diminuire i reati».
Laura Boldrini, presidente della Camera, chiede meno donne- oggetto in pubblicità.
«Se ti vedono come un oggetto è possibile che poi come una bambola di pezza ti usino per giocare e poi ti buttino via. Ci vuole più controllo su pubblicità e televisione, questi modelli culturali hanno conseguenze…».
Cosa manca in Italia per una
vera parità?
«Molte cose. Io sono per la parità tra le persone, e quindi sì alla legge che dà la nazionalità a chi nasce in Italia, sì alla parità negli stipendi, nelle opportunità».
Favorevole alle quote rosa?
«Sì, ma devono rispettare la realtà: le donne sono il 50 per cento della popolazione? Bene, quella deve essere la percentuale, è un diritto non una graziosa concessione degli uomini. Penso anche all’obbligo del congedo parentale per i padri, perché siano coinvolti fino in fondo nella vita da equilibriste delle donne che corrono tra lavoro, casa e bambini».
Bambini un po’ obesi e poco sportivi, dicono le statistiche.
«Molte scuole non hanno palestre e la ginnastica viene insegnata da docenti di altre materie, non ci sono spazi e fondi. Ed è un male, perché lo sport ha una funzione culturale, di integrazione sociale e crescita: insegna a stare assieme, a rispettare le regole, dà un codice etico e di comportamento. Più sport farebbe dell’Italia un Paese più vivibile, con meno corruzione. Senza contare che fa risparmiare
».
Si risparmia facendo sport?
«Ogni euro investito nello sport sono tre euro risparmiati perché la persona sarà più sana e avrà meno bisogno di assistenza sanitaria da adulto o anziano».
Il suo sogno?
«Un mondo a misura di persone, con orari di lavoro compatibili con la vita privata, come in Australia dove le agende non prevedono appuntamenti dopo le quattro del pomeriggio. Un paese dove c’è lavoro, parità tra tutti i cittadini e una palestra in ogni scuola, magari finanziandola con sponsor come ho fatto quando ero assessore a Ravenna. Per cercare di realizzarlo lavorerò con gli altri ministri, del Lavoro, della Pubblica istruzione».
Il gioco di squadra vince sempre?
«Un equipaggio va più forte e veloce di una barca singola».


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