A Bologna la tredicesima edizione del festival Gender Bender

  

genderbender2015-centro

Dal 31 ottobre all’8 novembre oltre 70 appuntamenti, 29 repliche di 16 spettacoli, 25 film e documentari, 4 party, 1 progetto speciale per l’infanzia, incontri con gli autori, laboratori per adolescenti; artisti, opere e lavori provenienti da Cina, Danimarca, Spagna, Slovenia, Israele, Messico, Germania, Gran Bretagna, Marocco, Repubblica Ceca, Francia, Belgio, Italia, Argentina, USA, Australia, Paesi Bassi, Svizzera…  

Sono questi alcuni degli appuntamenti con cui si annuncia a Bologna la tredicesima edizione di Gender Bender, il festival prodotto da Arcigay “Il Cassero”, ideato e diretto da Daniele Del Pozzo, dedicato alle rappresentazioni del corpo e delle identità di genere e orientamento sessuale nella cultura e nelle arti contemporanee.

Il festival si apre con due importanti riconoscimenti. Da giugno è entrato a far parte di EFFE, il circuito di festival internazionali di qualità scelti e consigliati dall’Europa per lo straordinario lavoro di ricerca e promozione culturale. Oltre a questo, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha confermato per il secondo anno il suo appoggio al festival, inserendolo tra i principali progetti nazionali dedicati alla danza contemporanea.

Sarà quindi ancora la danza la protagonista di questa edizione, in un cartellone che comunque non tradisce la vocazione eclettica e multidisciplinare del festival, da sempre in dialogo con i linguaggi più diversi e le esperienze artistiche più innovative in ambito internazionale. Grande danza, quindi, ma anche grande cinema, teatro, musica e incontri. Il tutto ben oltre i confini dei giorni di programmazione: all’interno di Gender Bender inaugura infatti anche la seconda edizione di Teatro Arcobaleno  (www.teatroarcobaleno.webs.com), il cartellone di spettacoli di teatro e laboratori per l’infanzia che inaugura con Gender Bender e prosegue fino a marzo 2016 nei principali palcoscenici per giovani e giovanissimi della città metropolitana di Bologna.

L’edizione di quest’anno apre a nuovi Paesi gettando uno sguardo curioso alla Cina, un luogo in cui, per storia e cultura, l’identità legata al genere innesca un dialogo serrato con la dimensione sociale in una maniera del tutto inaspettata, affermandosi in maniera vertiginosa come un osservatorio speciale sul paradigma dell’identità, del singolo e della intera collettività. Ambasciatore privilegiato sarà il giovane coreografo Er Gao, che presenta al festival in prima assoluta il suo Discoteque, un’indagine sul fenomeno della disco music, simbolo per eccelenza della cultura occidentale capitalistica da un lato, e dall’altro un fenomeno sociale con una forte capacità di rottura dei rigidi ruoli maschili.

Il rapporto tra individuo e società, e quello tra tradizione e innovazione, sono infatti le due principali chiavi di lettura di questa edizione. Sul primo in particolare è scandito ad esempio lo straordinario dittico in prima nazionale che aprirà il Festival: la Sagra della Primavera di Igor Stravinsky, uno dei più popolari e rivoluzionari balletti del ventesimo secolo, si articola nel lavoro del coreografo danese Palle Granhøj in due distinte riletture di genere (Rite of spring extended e Rose) una completamente al maschile e l’altra al femminile. Sette danzatori nella prima e sette danzatrici nella seconda, alle prese con i riti di passaggio che li porteranno alla perdita dell’innocenza. Nelle categorie del maschile e del femminile si cala anche il dialogo tra corpi di All dressed up and nowhere to go, primo lavoro coreografico dell’italiana Giorgia Nardin. Viene invece dalla Repubblica Ceca la straordinaria performance dei Dot504, Collettive loss of memory in prima nazionale: cinque danzatori e danzatrici eccezionali indagano nel compiacimento dell’essere umano a praticare la violenza. La coreografa olandese Liat Waysbort mette in scena in Please me please un solo giovane danzatore: sarà lui a trasformarsi da uomo a donna, da oggetto di desiderio a soggetto desiderante, da ballerina a pornostar. Osservano invece la dimensione del duo maschile tanto Yellow place, prima nazionale, l’intesa istantanea tra due sconosciuti firmata dagli italiani Mattia Russo e Antonio de Rosa, quanto Ours, prima nazionale, il pluripremiato lavoro dell’israeliano Idan Sharabi, Ours, con musiche di Joni Mitchell. Gli adolescenti delle periferie bolognesi saranno inoltre la materia prima con la quale lavorerà Chiara Frigo, coreografa italiana che attraverso Ballroom, un format sospeso tra la balera e lo speed date, crea una relazione tre generi e generazioni incentrata sullo scambio di memorie. “Per essere completo, devi sdoppiarti”: lo dice Rainer Werner Fassbinder nell’incredibile documentario Fassbinder: liebe ohne zu fördern realizzato dall’amico Christian Braad Thomsen che Gender Bender porterà sullo schermo del cinema Lumiére: un racconto intimo e del tutto inedito che attraversa le enormi contraddizioni di uno dei più grandi cineasti della storia. Ancora una biografia eccellente nel film THE LAW di Christian Faure, che racconta la vita di Simone Veil, l’innovativa ministra francese alla Salute che nel 1975 condusse nel suo Paese la battaglia per la legalizzazione dell’aborto. Parla invece di Yvonne Rainer, l’artista lessica  che nel 1966 rivoluzionò il mondo della danza moderna, il film FEELINGS ARE FACTS di Jack Walsh. E ancora: omaggio a George Takei, attore e attivista cinese, famoso per aver vestito i panni del timoniere Sulu nella celeberrima serie Star Trek, con il documentario TO BE TAKEI di Jennifer M. Kroot. Un altro documentario, Gardenia: before the last curtain falls di Thomas Wallner, racconta la straordinaria tournée mondiale dell’omonimo spettacolo di Alain Platel, protagonista una compagnia di anziane transessuali e drag queen che per non rassegnarsi alla solitudine decidono di calcare ancora una volta il palcoscenico. La comunità trans e la scena drag sono protagoniste anche di Mala mala, il documentario in prima nazionale diretto da Antonio Santini e Dan Sickles che concentra lo sguardo su Portorico, dove il movimento di liberazione delle persone trans è riuscito a incidere in maniera importante sull’agenda politica del governo. Tra i lungometraggi in programma lo spietato The Duke of Burgundy del regista inglese Peter Strickland, che racconta il metodico rituale feticista di due donne, nel quale il masochismo dell’una guida e impone il sadismo dell’altra. È ambientato in un collegio femminile inglese The Falling, il lungometraggio di Carol Morley nel quale le tra le studentesse si propaga un’epidemia misteriosa. È invece la comunità dei Legionari di Cristo del Messico a far da contesto allo scandalo di padre Marcial Maciel Degollado, allontanato dal ministero del sacerdozio per pedofilia, raccontato nel film Perfect obedience di Luis Urquiza Mondragón.

Per il cartellone di incontri con scrittori, saggisti e autori, si segnala la presenza di Teresa De Sio dal vivo con il reading tratto dal suo secondo romanzo, L’Attentissima, edito da Einaudi, accompagnata dal musicista, giornalista e conduttore radiofonico di Radio3 Valerio Corzani. Musica e parole raccontano una vicenda doppia dai toni noir, in cui i corpi e le anime si realizzano nella pienezza delle proprie passioni. L’Attentissima è la storia noir del duro viaggio che la protagonista deve compiere alla ricerca della propria identità e, con essa, anche della propria libertà. Desiderata e scostumata Karmen è una violoncellista affermata che si è lasciata alle spalle la vita gretta della sua adolescenza, quella di una donna in un corpo da uomo. Ci ha messo determinazione, forza di volontà ma anche una buona dose di dolore fisico e psicologico per raggiungere quella perfezione che adesso la fa sentire padrona della sua vita a Roma. Da qualche tempo, però, una strana sequenza di omicidi la fa piombare nell’angoscia: le vittime hanno tutta l’aria di fantasmi affiorati dal fondo oscuro del suo passato.

Attesa al festival anche Nicla Vassallo, filosofa di fama internazionale, attualmente professore ordinario di Filosofia teoretica presso l’Università di Genova. autrice di Il matrimonio omosessuale è contro natura. Falso!, edito da Laterza. Che il matrimonio omosessuale sia contro natura è convinzione di troppi nel nostro paese. Attraverso le regole del buon ragionare filosofico, Nicla Vassallo smaschera, con provocazione e intelligenza, il pregiudizio, il calcolo e l’ignoranza che escludono il matrimonio same-sex.

Completa il cartellone del Gender Bender Festival la sezione dedicata alla notte, che offre quattro straordinari eventi, tutti al Cassero lgbt center,  con personaggi e immaginari del scena underground internazionale. Appuntamento il  31 ottobre per un Halloween Party in compagnia di The man inside Corinne, figura di spicco della scena parigina underground, mente del party Maison Derrière, ripreso perfino dalla “Casa di Burlesque” del villaggio di Springfield dei Simpson. In consolle “l’uomo dentro Corinne” è un irresistibile istrione che accompagna il suo set con balletti e pose da gran diva. Martedì 3 novembre arriva il talent show per drag queen BaraccONE e i dj Poppen, Mattia Matthew e Barbieturici per il party Fags & Queers. Giungeranno da Berlino il 6 novembre i Pet Shop Bears, duo di dj, creatori dell’omonima serata dedicata alla comunità ursina e che a Bologna verranno accolti nella cornice del più tradizionale dei ritrovi “bear” italiani: la  festa Feed the  bears del Cassero. Gran finale il 7 novembre con il party Cronika che ospita da Vienna Electric Indigo, vera e propria testa d’ariete per il genere femminile nella conquista di una roccaforte ancora strettamente maschile, la consolle.

Il programma completo, assieme a tutte le informazioni sui biglietti e le convenzioni,  è disponibile sul sito www.genderbender.it