Arcigay Catania: la Sicilia non è omofoba

  

Leggiamo con vivo stupore che la rivista Frommers addita la ns. isola come terra omofoba e ostile verso la popolazione gay/lesbo/trans.
A tale assurda e antistorica affermazione rispondiamo invitando gli editori di Frommers a documentarsi maggiormente sulla storia siciliana, sui noti personaggi da Oscar Wilde, Truman Capote, Von Gloeden che a lungo hanno soggiornato nella ns. terra scrivendone meraviglie, li invitiamo, altresi’ a approfondire seriamente la natura particolarmente accogliente dei siciliani “erga omnes”, la Sicilia vanta infatti una lunghissima storia di accoglienza e in special modo verso lo straniero e l’omosessuale, retaggio di una cultura greca alla base dei ns. sentimenti sempre vivi.
Si documentino sugli insediamenti glbt a Taormina, battistrada del turismo gay, e successivamente a Catania e Palermo dove insistono le piu’ rilevanti realta’ aggregative (Exit e Rise Up a Palermo, il Pegaso a Catania, e intendiamo per realta’ dei luoghi di proprieta’ glbt e interamente concepiti solo ed esclusivamente per accogliere la comunita’ glbt).

Si documentino sulla sempre maggiore incisivita’ del Pride Palermitano, cresciuto di anno in anno, e di quello catanese con una storia decennale alle spalle.

Si documentino, infine, sui casi di aggressione omo/transfobica avvenuti in Sicilia, la cui incidenza, fortunatamente, e’ insignificante rispetto alla capitale e al resto della penisola.

La comunita’glbt respinge fermamente questo assunto, affermando con orgoglio di contribuire allo sviluppo del turismo siciliano, offrendo sempre maggiori attrazioni e motivi per venire sin qui, e, pertanto,contribuendo anche allo sviluppo della produttivita’, fattore questo che in questi tempi dovrebbe essere ben considerato.

Arcigay Catania
Giovanni Caloggero
Presidente

 

Riceviamo, in risposta alle polemiche per la definizione della guida Frommer’s della Sicilia come roccaforte dell’omofobia:

 

 

Sono Conchita Vecchio, autrice della guida Frommer’s sulla Sicilia, quinta edizione aggiornata nel 2011. Come Lei già sarà a conoscenza, la descrizione data online sul sito della Frommer’s per quanto riguarda la situazione LGBT in Sicilia e l’accoglienza di turisti LGBT ha scatenato – giustamente – un sentimento di sdegno, in quanto non corrisponde alla realtà che conosciamo in Sicilia.

 

Il paragrafo in questione che si trova online  – che la casa editrice mi ha rassicurato stamattina aggiorneranno al più presto – appartiene alla versione precedente del libro, ovvero la quarta edizione, scritta da altri autori. Nella mia edizione invece, nella versione sia cartacea sia in formato ebook, troverà invece questa descrizione, scritta di mio pugno e che, purtroppo, non è stato aggiornato sul web:

 

 

“Even though Sicily has a long way to go, homosexuality is moving by baby steps in Sicily towards social acceptance, but macho traditions and mentality are still deeply rooted in society. While public displays of homosexuals are rare, when it does happen it is often met with a lot of staring and the occasional comment. Except in the very primitive areas, violence against homosexuals is unheard of.The first gay association in Italy was founded in Palermo in 1980 (www.arcigay.it) to protest the suicide of a  homosexual couple tormented by ferocious public opinion. The current mayor of Gela, Rosario Crocetta, is openly gay in a city known for its high-mafia density.”

 

(NB: quando ho consegnato il manoscrtto Rosario Crocetta era ancora sindaco di Gela).

 

Purtroppo nella nostra Sicilia – sebbene sia newyorchese sono di origine siciliana e vivo a Palermo – dobbiamo combattere contro gli sterotipi di ogni genere per quanto riguarda la nostra isola. Le lascio pensare come io, donna eterosessuale, mi sono sentita quando nella quarta edizione del libro ho dovuto leggere delle cose assurde del tipo ” meglio non viaggiare da sola in Sicilia altrimenti ti considerano una facile preda” e ” gli uomini siciliani preferiscono che le donne rimangano in cucina, scalze e sempre incinte ( ovvero sottomesse e ignoranti)”. Ho dovuto smantellare radicalmente la versione precedente del libro per rendere, nel mio piccolo, giustizia alla Sicilia, che, come sappiamo, non è proprio un luogo utopico, ma non è nemmeno quel luogo simil-cavernicolo cum mezzo mafioso come spesso viene dipinto, purtroppo, nelle guide turistiche.

 

Infine, inutile sottolinearlo, l’omofobia è un sentimento che non mi appartiene, e per tanto prendo le dovute e debite distanze dalla descrizione fatta su LGBT e la Sicilia della quarta edizione. Ho tanti cari/e amici/e sia a Palermo che nell’agrigentino – e sono sicura che sono nostri comuni amici – che mi hanno aiutato tantissimo con il loro input per quanto riguarda la situazione LGBT in Sicilia, e che mi hanno fatto capire come, a differenza di altre parti d’Italia, la Sicilia è all’avanguardia per quanto riguarda le questioni LGBT.

 

Distinti Saluti,

 

Conchita Vecchio


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