Arcigay. Crocetta: visibilità gay premiata dal voto

  

Ancora una volta le urne premiano la visibilità omosessuale. L’elezione di Crocetta, uomo che non ha mai fatto mistero del proprio orientamento sessuale, al di là dell’analisi del dato meramente politico, rappresenta con chiarezza che il Paese è pari alle grandi democrazie europee con un approccio ormai sereno alla visibilità degli amministratori pubblici. Rappresenta anche il senso e il segno di una relazione tra due battaglie strettamente correlate: quella per la visibilità e la dignità dell’ identità di ogni persona e quella per la legalità e contro la mafia.

Ci auguriamo che questa elezione sia da sprone per i tanti omosessuali e lesbiche che, in ruoli di amministratori pubblici o di potere, ancora nascondono inutilmente o tacciono relegando alla vergogna la loro affettività. La vergogna pubblica per i nostri amori è ormai il passato.

Il segnale che viene dalle urne siciliane quest’oggi deve essere anche un monito per il parlamento e per tutta la classe politica italiana che ancora balbetta sulla piena parità per omosessuali e lesbiche.

Crocetta, come Vendola, e come tutti i politici gay dichiarati sono la rappresentazione che ormai l’omosessualità è entrata serenamente nelle dinamiche pubbliche, sociali, culturali è politiche del Paese. E’ ora di riconoscerlo anche per legge con il matrimonio per tutti e una buona legge di contrasto a omofobia e transfobia. Ci pare infine che debba cogliersi con rispetto e grande serietà il segnale che le urne hanno dato, premiando il M5S e riconoscendone il valore politico della proposta, mentre ben il 52% dei siciliani ha ritenuto non valesse la pena andare a votare.

Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay


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