Arcigay: da Alfano e Bindi, approccio teologico ai diritti. Abbiano più senso dello Stato, come Cameron e Blair

  

Dall’Inghilterra arriva il segnale netto e chiaro di un convergere della destra e della sinistra, di conservatori e laburisti, di Cameron e Blair, sul “sì” al matrimonio civile per le persone dello stesso sesso.

Allo stesso momento in Italia, Angelino Alfano, segretario nazionale del PDL, e Rosy Bindi, presidente dell’assemblea nazionale del PD, finiscono per sposare un secco “no” al riconoscimento dell’eguaglianza per le coppie gay e lesbiche. Ma esiste dunque una differenza tra i due partiti?

Certo la differenza tra i due paesi è abissale, e sta nella capacità dei partiti britannici, e europei in genere, di rappresentare il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso come un fatto che prescinde dalla distinzione tra destra e sinistra e che appartiene al tema dell’affermazione dello Stato e della capacità dei partiti di saperla interpretare.

Da questo punto di vista le posizioni espresse dai due rappresentanti dei maggiori partiti della destra e della sinistra italiane ci dimostrano la loro sottomissione ad un approccio ideologico e teologico alla questione dei diritti delle persone e delle coppie gay, lesbiche e transessuali.

In Italia la maggioranza degli esponenti di partito non riescono a prescindere dai limiti delle loro scelte personali e testimoniano un’assenza di senso dello Stato e della sua indispensabile sovranità e autonomia.

Dopo anni di saccheggio della fiducia dell’opinione pubblica italiana, ci aspettiamo che, soprattutto il PD, che vuole proporsi come alternativo a chi ci ha governato, testimoni un approccio diverso, e, con spirito europeo, definisca il matrimonio civile tra le persone dello stesso sesso come un obiettivo per l’affermazione dell’autonomia dello Stato dalle faziosità religiose e di concreta realizzazione della democrazia. E’ chiedere troppo ad un partito progressista e di sinistra?

Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay


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