Arcigay Genova. Il Registro delle unioni civili per difendere i diritti civili

  

Leggiamo nella rubrica Punti di Vista del 27 marzo l’ultimo retorico divertissement della rappresentante del Forum Ligure delle Famiglie, un lungo mantra contro l’amministrazione comunale, colpevole secondo l’autrice di infinite mancanze e distrazioni nei confronti delle famiglie e di una chiara predilezione per le coppie di fatto (omosessuali e non) alle quali verrà concesso l’istituzione di un Registro che comprovi la loro esistenza e garantisca un minimo diritto di cittadinanza a Genova.
Premesso che il Comune non ha bisogno di una difesa d’ufficio da parte di nessuno, cogliamo l’occasione per rendere noti all’amabile autrice i seguenti fatti.
Difficilmente si possono attribuire a un’amministrazione comunale tutti i compiti da lei citati.
Le coppie di fatto etero o same sex sono afflitte dagli stessi problemi delle famiglie tradizionali, oltre alle discriminazioni subite.
Si tratta di famiglie che solo il persistere dell’omofobia mantiene artificiosamente lontane da un vivere quotidiano comune a tutti.
Il Comune di Genova non ci dà retta perché gridiamo più forte. Noi non gridiamo, è la palese ingiustizia alla quale siamo sottoposti a gridare in tanti luoghi del mondo fino a farsi sentire e capire, Genova compresa.
L’istituzione del Registro non impedirà che il Comune di Genova faccia per le famiglie tutto quanto è in suo potere fare, anzi costituirà un piccolo passo avanti per restituire a tutte le famiglie le attenzioni che meritano.
L’evidente volontà espressa dall’autrice di rimandare ogni discussione sui diritti LGBT al giorno successivo alla completa soluzione di tutti i problemi del mondo è ridicola e ingiustificata.
I registri delle Unioni Civili sono già presenti in più di cento Comuni italiani; il Comune di Genova si sta preparando a raggiungerle.
L’autrice tratta con evidente ostilità il diritto alla vita familiare di gay e lesbiche, concetto che va oltre il matrimonio attualmente normato dagli artt. 143 ss. c.c., così come riconosciuto dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di Cassazione con sentenze che non si possono ignorare.

Lilia Mulas, presidente Arcigay Genova


  •