Arcigay. Matrimonio gay: ora confronto diretto con le istituzioni, lunedì incontro con Anna Finocchiaro

  

Da lunedì, con l’incontro tra Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay, e Anna Finocchiaro, capogruppo del PD al Senato, entrambi a Catania per un evento già programmato, Arcigay intende sollecitare insieme alle altre associazioni nazionali, una fase di confronto diretto con il Governo, i presidenti e i rappresentanti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato.

Dopo la risoluzione di Strasburgo e la sentenza della Corte di Cassazione, che hanno profondamente rilanciato l’approccio al tema del matrimonio civile tra persone dello stesso sesso nel dibattito pubblico italiano ed europeo, ci sembra un passaggio di sensibilità e concretezza politica doveroso per le Istituzioni della Repubblica.

“Oggi – dichiara Paolo Patanè – ci troviamo in una fase assolutamente nuova nella rivendicazione del matrimonio civile e dell’eguaglianza per le coppie dello stesso sesso. Non è più possibile ignorare la sentenza della Corte europea dei diritti umani del 2010, la sentenza 138 della Corte Costituzionale, la sentenza di ieri della Corte di Cassazione e la recentissima risoluzione di Strasburgo”.

“La società italiana – continua il leader di Arcigay – e le istituzioni europee esercitano una pressione oggettiva e giuridicamente riconosciuta che stride con il silenzio del nostro legislatore. Il principio enunciato dalla Cassazione che afferma la non necessità della differenza di sesso tra i coniugi ai fini della sussistenza del matrimonio, è conferma della vera realtà del Paese”.

“Per questo abbiamo ci rivolgeremo direttamente a chi ha responsabilità istituzionali perché ci dia risposte chiare e nette. Renderemo evidentemente pubbliche le richieste di incontro e le risposte che otterremo proprio perché questo tema riguarda da vicino la coscienza europea del nostro Paese, la sincera laicità delle istituzioni e l’autentica realizzazione del bene comune. I diritti affermati in quelle sentenze sono espressione di un principio di Giustizia che ci aspettiamo rispettato da chi ha giurato fedeltà alla Costituzione”, conclude Patanè.


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