Arcigay Verona: il consiglio revochi mozione che ci definisce “contro natura”

  

In relazione al dibattito apertosi sulla revoca delle mozioni anti-gay del ‘95, attendiamo fiduciosi i risvolti concreti della posizione laica assunta dal Sindaco, che già nel ’95 disse in aula che “quando si fa amministrazione non si deve assolutamente tenere in conto quelle che sono le proprie convinzioni religiose, perché si amministra tutti, i laici, i cattolici, gli omosessuali, gli eterosessuali, gli agnostici, quindi le decisioni devono prescindere da ogni considerazione religiosa e morale”.

Riteniamo sia giunto il momento anche per questa città, e per i suoi amministratori, di riconoscere che i cittadini e le cittadine lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT), sono come tutti parte integrante della comunità e sono per essa una risorsa, producendo cultura, integrazione sociale, benessere economico, e spesso persino servizi gratuiti.

Per parte nostra, da tempo ormai abbiamo dismesso pregiudiziali ideologiche verso chicchessia, come testimoniato dalla campagna sull’Hellas Verona di qualche anno fa e dagli spettacoli gratuiti portati in scena recentemente al Camploy. Vorremmo che si facesse lo stesso nei nostri confronti e nei confronti di tutta la comunità LGBT veronese.

La revoca della mozione del ’95 con cui i cittadini e le cittadine LGBT venivano definiti “contro natura” darebbe un segnale sul fatto che Verona e i suoi amministratori sono pronti a ripartire dal 2012. Diversamente, mentre tutto il mondo corre avanti, la città mostrerebbe a tutto il mondo di continuare a correre verso quello che Tosi stesso definì nel ’95 “moralismo oltre il limite del bigottismo”.

Se poi sono le scelte pratiche e concrete che palazzo Barbieri vuole, non mancheremo di suggerirne presto alcune per aggiungere un risvolto pratico a quello simbolico, a partire dall’impostare una serie di collaborazioni con la comunità LGBT e le sue associazioni, per quanto senza oneri per l’amministrazione, sul piano della prevenzione della violenza e del bullismo omofobico, dell’accesso diffuso alla cultura LGBT, dell’apertura della città al turismo LGBT, ecc.

Inizierebbe allora forse l’era della “Verona 2.0”.

Michele Breveglieri

Presidente Arcigay Pianeta Urano Verona


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