Fondi strutturali Ue: continua l’omissione delle tematiche lgbti in contrasto ai regolamenti comunitari. Il Governo si ravveda e l’Ue intervenga urgentemente

  

Leggiamo preoccupati che nella bozza di PON Inclusione sociale (lo strumento operativo con il quale il Governo utilizza il FSE in questa materia ) le iniziative per la prevenzione, contrasto e assistenza delle vittime di discriminazione basate su orientamento sessuale e identità di genere sono state completamente omesse.
Definirsi preoccupati è poco di fronte al grave pericolo che nella prossima programmazione (ovvero gli unici fondi reali a disposizione dello Stato e delle Regioni per intervenire nella lotta contro le discriminazioni e a favore dell’inclusione sociale) sia di fatto reso impossibile l’accesso a queste risorse, anche minime, per il reinserimento di persone gay lesbiche e transessuali a rischio di esclusione dal mondo del lavoro e della socialità in generale. Tutto ciò accade contro l’evidenza dei fatti, le indagini ISTAT e le richieste esplicite dell’Unione europea.
L’assenza di questo tema segue l’assenza, da noi ampiamente denunciata nel passato, di queste tematiche anche dall’Accordo di Partenariato tra Stato e UE sull’utilizzo di tutti i fondi strutturali. Il meccanismo è lo stesso: citare orientamento sessuale e identità di genere nell’ambito delle iniziative intraprese, sostanzialmente per rispettare il vincolo della condizionalità, ma non prevedere nulla di specifico nell’ambito delle iniziative concrete e dei finanziamenti.
Questo meccanismo, lo ricordiamo, non potrà cancellare le precise indicazioni contenute nei Regolamenti comunitari, ma renderà di fatto molto difficile l’accesso a queste risorse per interventi in queste aree, sia da parte del Governo che da parte delle Regioni.
Non possiamo non evidenziare, infine, lo scarso ruolo dell’UNAR entro lo stesso PON – Inclusione sociale, ed in tutta la programmazione futura dei fondi strutturali, che getta ancora più dubbi sulla reale capacità di incidere e operare di questo Ufficio su temi, come quelli dell’inclusione sociale, per i quali  è stato creato.
Su tutte queste questioni il Ministro Poletti non ha mai non solo risposto alla richiesta di incontro che le associazioni italiane lgbti hanno avanzato, ma nemmeno fornito chiarimenti e risposte.
Torniamo a sollecitare al Ministro e al Sottosegretaria Biondelli un incontro, ma soprattutto di procedere alle opportune integrazioni all’Accordo di Partenariato.
In questo contesto ci sembrerebbe auspicabile anche l’intervento della neo-consigliera alle Pari Opportunità on. Giovanna Martelli.
Chiediamo infine con forza un intervento dell’Unione Europea in sede di valutazione del PON Inclusione sociale.

Fiorenzo Gimelli – AGEDO
Marco Canale – ANDOS
Flavio Romani – Arcigay
Paola Brandolini – ArciLesbica
Yuri Guaiana – Associazione Radicale Certi Diritti
Aurelio Mancuso – Equality Italia
Giuseppina La Delfa – Famiglie Arcobaleno