Omofobia, Arcigay presenta il report 2013/14 e lancia l’allarme: “Suicidi e pestaggi: un anno nero”. Romani al premier: “Serve un interlocutore nel governo”

  

In occasione della Giornata Internazionale contro l’omotransfobia Arcigay lancia la campagna “Conta su di me”: è già on line il video, più di 30 gli appuntamenti nelle piazze

Bologna, 16 maggio 2014 – “L’anno nero dell’omotransfobia”: Flavio Romani, presidente di Arcigay, usa parole dure per commentare il report che l’associazione ha prodotto raccogliendo i casi di omotransfobia raccontati dai media italiani da maggio 2013 a maggio 2014, e che come ogni anno diffonde in occasione della Giornata Internazionale contro l’omotransfobia, il 17 maggio. Settantacinque notizie in tutto, “solo la punta di un iceberg”, mette in chiaro Romani. Vi rientrano infatti solo gli episodi di pubblico dominio, non i tanti casi che le associazioni intercettano attraverso i loro servizi, né tantomeno quelli che restano blindati nel silenzio delle case, delle scuole, dei luoghi di lavoro. Vi si trovano gli insulti, i pestaggi, gli atti contro la libertà di espressione delle persone lgbti, le vessazioni, le umiliazioni, gli sfottò, gli stupri, i ricatti. “In particolare – osserva Romani – scorrendo l’elenco, allarmano i casi di suicidio (4) e i tentati suicidi (2), che raccontano in maniera inequivocabile i contesti soffocanti che omofobia e transfobia arrivano a generare nel nostro Paese. E non sfuggono nemmeno i tanti pestaggi, la sanzione con cui la nostra società ancora punisce la visibilità di gay, lesbiche e trans. Come fanno pure i blitz vandalici, le scritte, gli attacchi ai simboli o alle persone. Il tutto legittimato da un omotransfobia di stato, esibita nei luoghi più alti della nostra Repubblica, amplificata dai mass media e replicata in ogni luogo e in ogni contesto: anche di questa omotransfobia nel nostro report abbiamo voluto tenere conto. Davanti a questa situazione – prosegue Romani – serve una presa di responsabilità: diventa inutile qualsiasi dichiarazione di vicinanza e solidarietà alla vittima di turno da parte di qualsivoglia rappresentante istituzionale, se a quelle parole non corrispondono azioni parlamentari efficaci e risolutive del problema, non di un gioco di contrappesi dell’aula. E arriviamo al presente, al Parlamento: attendiamo ancora che il Senato discuta e modifichi un testo di legge sull’omotransfobia, licenziato dalla Camera in una forma blanda ed inefficace, che è l’esito di una contrattazione tra poteri forti, non di un’attenzione al problema e a chi lo subisce. Un testo che, in definitiva, nella scrittura attuale pare essere più efficace nel tutelare certi soggetti dall’accusa di omofobia, piuttosto che nel mettere al sicuro le persone lgbt dai violenti che le prendono di mira. Abbiamo chiesto a gran voce emendamenti a quello che riteniamo essere un mostro giuridico, abbiamo ottenuto l’insabbiamento della legge e poco dopo perfino la soppressione definitiva del Ministero alle Pari Opportunità: anche dinanzi a questa evidenza, mai affrontata ma nemmeno nominata nei dibattiti politici, ogni parola retorica pare, in questi giorni di celebrazione della lotta all’omotransfobia, un paradosso, se non addirittura una presa in giro. L’omotransfobia, così come i diritti delle persone lgbt, sono il grande rimosso di questo governo, le istanze sacrificate immediatamente e senza alcuna remora sull’altare delle larghe intese, in nome di una governabilità che nei fatti, per quanto ci riguarda, non è in grado di produrre alcun cambiamento se non quello spesso tragico, e sempre odioso, delle 75 storie che abbiamo raccolto nel nostro report. Allora adesso – conclude Romani – esigiamo risposte dal Primo Ministro Renzi: chiediamo quali azioni questo governo abbia intenzione di mettere in campo per riconoscere i diritti delle persone lgbti e tutelarle dalla discriminazione e dalla violenza. Ed esigiamo interlocutori chiari, perciò l’assegnazione urgente della delega alle Pari Opportunità che ci restituisca un referente all’interno di quelle istituzioni che devono risposte anche a noi”.

In occasione della giornata internazionale contro l’omotransfobia (17 maggio) Arcigay lancia la campagna di sensibilizzazione “Conta su di me”: un video diffuso in rete dà voce alle persone eterosessuali vicine ai gay, alle lesbiche, ai transessuali e alle transessuali. I parenti, gli amici e i colleghi che trovano giuste le battaglie della comunità lgbt e che sono perciò disposti a battersi assieme a loro. La campagna “Conta su di me”, quindi, chiede loro di mobiltarsi, di prendere una posizione, di far sentire alle persone lgbt il sostegno di tutti quelli che ritengono la battaglia per i diritti una battaglia a beneficio di tutte e tutti. Oltre al video, la campagna si sviluppa in locandine, cartoline, adesivi e T-shirt e sarà protagonista negli oltre 30 eventi che Arcigay, attraverso i suoi circoli territoriali, mette in programma in altrettante città italiane sabato 17 maggio. Il presidente Flavio Romani, in particolare, parteciperà al corteo in programma a Fano sabato mattina a sostegno di Fausto Schermi ed Elwin Van Dijk, coppia gay fanese che intende chiedere al Comune di Fano il riconoscimento del proprio matrimonio, celebrato nei Paesi Bassi nel 2008. Il certificato di matrimonio multilingue, necessario alla presentazione della richiesta, è appena arrivato dall’Olanda e i due coniugi hanno scelto la data simbolica del 17 maggio per consegnarlo al Comune. Il corteo partirà sabato 17 alle 10 da Piazzale Malatesta.