Sciopero generale, il sostegno dellle associazioni lgbt: “Non c’è crescita dove si sacrificano i diritti”

  

Bologna, 11 dicembre 2014 – Anche le associazioni lgbt sostengono lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil per il 12 dicembre. “Assieme ai lavoratori e alla lavoratrici – spiegano i portavoce di Arcigay, Arcilesbica, Famiglie Arcobaleno e Mit – esprimiamo dissenso e preoccupazione per la deriva dispotica e per i veri e propri arretramenti che la politica del Governo Renzi sta mettendo in campo, attraverso il Jobs Act e la legge di Stabilità, ma anche nelle numerose inottemperanze e negli impegni mai rispettati. Il modello Renzi, che promette la crescita pagandola con la moneta dei diritti, non può essere  un orizzonte auspicabile per il nostro Paese. Chi ieri ipnotizzava le folle col miraggio della rottamazione di un’intera classe dirigente, quella clientelare e corrotta che ci ha portato sul ciglio del baratro, oggi va a braccetto con quella stessa classe dirigente e rottama, anziché le vergogne di questo Paese, le conquiste che  ne hanno illuminato il  cammino democratico. Siamo gay, lesbiche e trans ma siamo anche lavoratori e lavoratrici come tutti: per questo, dallo sprofondo della totale assenza di riconoscimento delle nostre identità e dei nostri diritti, non siamo affatto disposti e disposte a legittimare arretramenti in tema di tutele. E allo stesso modo riteniamo inammissibile lo stile padronale con cui il Governo Renzi volta le spalle alle parti sociali, delegittimando i luoghi del sindacato e dell’associazionismo, preferendo ad essi la grande imprenditoria e l’alta finanza, e arroccandosi nel marcio di una cultura partitica che quotidianamente svela scheletri nell’armadio, storie di abusi, truffe, corruzioni, peculati, disonestà che sono la prima causa della crisi in cui questo Paese da anni agonizza. Chi ci governa  schiva con codardia ogni responsabilità: così spetta ancora una volta al sacrificio dei lavoratori e delle lavoratrici e di chi già vive nell’assenza di diritti, pagare il prezzo del malcostume di quei pochi cinici che ancora ballano tronfi sulla macerie di un’economia che avrebbe dovuto far da traino all’Europa. La democrazia è il potere del popolo: a una classe politica che già ha svuotato attraverso una legge elettorale incostituzionale il senso della rappresentanza, non permetteremo di esercitare il potere senza una vera concertazione con la società civile. I toni umilianti e le scrollate di spalle offendono la nostra Storia e allontanano le mete di civiltà per le quali le istituzioni sovranazionali da anni richiamano l’Italia.. La protesta è quindi necessaria e improcastinabile e a questa protesta noi esprimiamo pieno e convinto sostegno”.