Lucca 9 luglio, manifestiamo contro il silenzio

  

Carissime, carissimi,

Lucca

Lucca

un nuovo fatto gravissimo è accaduto nella città di Lucca, un fatto che deve essere denunciato a gran voce con il coraggio dimostrato dalle protagoniste, e contro il quale chiediamo la vostra mobilitazione. Lo scorso 18 aprile la compagna di Cinzia è stata violentata. Cinzia è da anni impegnata come donna, come lesbica, come artista. Gli aggressori hanno colpito la sua compagna perché – come ha riferito la stessa vittima – così avrebbero fatto comprendere a Cinzia che doveva smetterla. La vicenda è stata denunciata in Questura il giorno stesso; nelle prime settimane, su esplicita richiesta degli investigatori, non si è denunciato pubblicamente il fatto. Dal 10 giugno scorso, Cinzia ha scelto di parlare. Chiunque voglia leggere il suo intervento, con il resoconto dettagliato dei fatti può richiedermelo per email. Ora la denuncia deve diventare pubblica, deve essere un grido di "no", un riaffermare che "il silenzio è connivenza". Sono in molte e in molti a voler dimostrare la loro indignazione: la Commissione Pari Opportunità della Provincia di Lucca si sta mobilitando per organizzare una manifestazione per il 9 luglio: si sta cercando di fare in modo che la manifestazione venga indetta direttamente dalle istituzioni, Provincia e Comune di Lucca in primis. Intanto chiediamo a tutti di farci pervenire la vostra adesione, solidarietà, far sentire anche la vostra voce. Dobbiamo far sapere che siamo in tanti.

INFO
L’Altro Volto Lucca Gay Lesbica
www.altrovolto.it
[email protected]
349.8100203

Dal comunicato stampa diffuso dalla Commissione Provinciale per le Pari opportunità Uomo-Donna, 5 luglio 2004:

«Il 18 aprile a Lucca una donna è stata aggredita e violentata, una notizia che arriva come un pugno allo stomaco, perché le modalità di questo atto sono di quanto più offensivo ci possa essere per la dignità di una persona.

Colpisce il silenzio di molti, di troppi, su una cosa di tale gravità. Si conferma la necessità di non smettere di parlare, di educare ad una società che dia piena cittadinanza a tutte le differenze e faccia prevalere il rispetto degli altri, dei loro sentimenti e dei loro orientamenti sessuali.

La Commissione Provinciale per le Pari opportunità Uomo-Donna, colpita da un evento così forte, ritiene necessario richiamare l’attenzione dei cittadini e delle cittadine affinché aggressioni e violenze di questo tipo non si ripetano e a tal fine promuove un momento di pubblica riflessione che riaffermi Lucca come città di tolleranza e convivenza civile. In una iniziativa in cui è importante superare le appartenenze politiche, la Commissione ha chiesto l’adesione e la collaborazione delle Istituzioni lucchesi, Comune e Provincia auspicando una partecipazione ampia e diversificata delle varie realtà impegnate in ambito sociale, culturale e di animazione del territorio in senso lato.»

Ad oggi abbiamo avuto l’adesione dell’Amministrazione Provinciale e siamo in attesa dell’adesione del Comune di Lucca, cui seguirà il documento ufficiale.

Intanto, nel ringraziare per l’affetto che ci avete dimostrato e soprattutto per aver sopportato con pazienza un mese di notizie spesso confuse e contradditorie, vi comunichiamo programma e modalità della manifestazione indetta contro l’aggressione che ci ha viste protagoniste il 18 Aprile scorso…

Appuntamento a Lucca
Venerdì 9 Luglio, alle ore 17.30

Partenza da Piazza Santa Maria (interno Mura, vicino a Borgo Giannotti)
Arrivo in Cortile Carrara (interno al Palazzo della Provincia, in prossimità di Piazza Napoleone)

Il corteo, al quale vi preghiamo di partecipare imbavagliati con un pezzo di stoffa bianca (niente striscioni, bandiere, tamburi, fischietti, slogan, ecc.), si snoderà silenzioso e lento seguendo questo percorso: Piazza Santa Maria, Via Fillungo, Via Roma, Piazza San Michele, Via Beccheria, Piazza Napoleone, Cortile degli Svizzeri, Cortile Carrara.

Giunti in Cortile Carrara, intorno alle 19.00, proiezione del monologo di Franca Rame “Lo stupro”.

Non vi saranno interventi dal palco

Durante la manifestazione sarà distribuito ai partecipanti e alla cittadinanza un documento esplicativo con un elenco completo delle adesioni pervenute. Le organizzazioni presenti potranno distribuire i loro.

Per aderire o avere ulteriori informazioni, rispondere a questa mail, contattare la Commissione Pari Opportunità al N° 0583/433435 (dalle ore 9 alla ore 13) o scrivere al seguente indirizzo:
[email protected]

Per saperne di più leggi la “Rassegna stampa” all’indirizzo: www.cinziaricci.it


Ecco la testimonianza di Cinzia Ricci sul brutale episodio di violenza

GIORNI DI ORDINARIA FOLLIA

E’ accaduto il 18 Aprile scorso. Un agguato – dietro casa. Due, sui trent’anni. L’hanno colpita alle spalle. E’ caduta nel fango, tramortita. L’hanno tirata su. Uno la immobilizzava. L’altro agiva, parlava in continuazione, la umiliava, insultava. Le ha detto, usando il mio nome, che lo facevano a lei perche’ tanto farlo a me non sarebbe servito, cosi’ avrei imparato, capito, che dovevo smetterla, altrimenti sapevano dove andarla a cercare.

Come quasi ogni donna che subisce violenza, anche lei era decisa a non sporgere denuncia: voleva solo tornarsene a casa, dimenticare – tutto. Insisto, ma la vergogna, lo schifo di se’ e la paura non vanno d’accordo con il buon senso. Nel pomeriggio si rimette in viaggio. Sicuri di non correre alcun pericolo la seguono, dall’auto le chiedono se mi ha riferito quello che le hanno fatto. Panico. E’ fuggita e loro dietro, ancora.

Due facce pulite da bravi ragazzi, l’ultimo modello di un’auto costosissima per la maggior parte di noi, forse una ragazza a casa che li aspetta, certamente dei genitori, magari una moglie, dei figli, ed un lavoretto da fare, durante il fine settimana, senza rischi. Aggredire un cucciolo di donna per colpirne un’altra solo perche’ non ha vergogna di essere se stessa, non si nasconde, non tiene il becco chiuso. Colpirla indirettamente – perche’ rimanga vulnerabile. Colpirla nei suoi affetti "contro natura" – perche’ le coscienze non ne siano turbate. Colpirla perche’ la smetta – di sentirsi libera. Colpirla perche’ capisca cosa vuol dire non esserlo, che la sua vita non conta nulla e chiunque puo’ farne quel che vuole, specie se ha buoni amici pronti a coprirgli le spalle, amici che conoscono il codice penale tanto da sapere che non puoi essere giudicato per stupro se non l’hai fatto con il pene, perche’ per la legge italiana se prendi una donna e la massacri con un bastone, le mani, un camion, non l’hai stuprata, no, hai solo compiuto atti di libidine, e per cosi’ poco, via, quante storie…

Aggredita, violentata e minacciata, si’ – perche’ donna e lesbica. Ecco la nuda verita’, ecco cosa e’ accaduto – piaccia o meno a qualcuno che se ne parli, o si sia tanto stupide ed autolesioniste da denunciarlo, anche pubblicamente. E facciamo chiarezza, una volta per tutte: gli aggressori sono verosimilmente appartenenti ad aree vicine all’estrema destra, o vogliamo attribuire anche questo agli anarcoinsurrezionalisti, magari ai comunisti o ad una coppia di balordi in vena di far bravate: di domenica, alle sette del mattino, contro una ragazza che porta a spasso il cane sotto il diluvio, dileguandosi su una macchina da quaranta milioni di lire.? "E poi, voi, con quel vizio di dire sempre quel che pensate, con quella sciocca abitudine di starvene fuori dal branco, dalle regole, con quell’assurda pretesa di esistere! Diciamolo, un po’ ve lo siete cercato, magari inventato." – gia’, sai che guadagno farsi sputare in faccia, esporsi al pubblico ludibrio. Sulla pelle degli altri e su cose di una tale gravita’ non si scherza, non si apre la bocca tanto per darle aria – chi lo fa rischia ma soprattutto gioca sporco, sporchissimo.

Si’, questo succede nell’opulenta Lucca delle meraviglie, piena di conigli bianchi dalla faccia pulita. Questo succede in quest’Italia felice, ricca, civile, cattolica, tanto presuntuosa da credere di potersi unire ai giustizieri del mondo in un’assurda crociata colonizzatrice che lo rendera’ migliore. Balle. Quest’Italia malata farebbe meglio a starsene a casa, a curare se stessa, a insegnare ai suoi figli che in uno stato di diritto il rispetto per gli altri e per le loro scelte e’ al primo posto, non all’ultimo.

Ne parliamo solo oggi perche’ le indagini, condotte dal comando dei Carabinieri di S. Concordio che ringraziamo comunque per averci trattate con insolita gentilezza, ormai sono a un punto morto – il riserbo che ci era stato chiesto non e’ piu’ necessario. Non sappiamo e forse non sapremo mai chi, perche’. La destra – quella vera che ammorba le coscienze di tanti rispettati cittadini e non ha bisogno di bandiere – non firma, non spiega, non lascia tracce, non si sporca le mani: appalta, delega, prospera sottovalutata nell’indifferenza.

Illazioni, certo, ma nemmeno si puo’ negare l’evidenza.

Stiamo pericolosamente regredendo, degradando su posizioni sempre piu’ integraliste, reazionarie. Di questa deriva politica, culturale ed etica ne fanno le spese tutti ma per primi coloro i quali criticano il sistema o semplicemente non ne vogliono o possono far parte. Ditemi, che razza di prospettive puo’ avere una persona omosessuale o peggio, in transito da un genere all’altro, in un paese dove non solo le sono negati pari diritti e opportunita’ creando pericolose fasce di privilegio ma, se "visibile", impegnata a chiedere di essere riconosciuta, le istituzioni e la cosiddetta societa’ civile permettono senza scandalizzarsi, minimizzando, che divenga oggetto di soprusi, privazioni, pestaggi, stupri, linciaggi fisici e morali? Il governo di centro-destra e parte dell’opposizione, con l’approvazione di leggi discriminatorie, lesive delle liberta’ individuali, palesemente contro i diritti delle donne, degli omosessuali, dei non cristiani e delle minoranze in genere, e la chiesa, soprattutto nella figura di certi suoi titolati capoccioni (Ratzinger, Baget Bozzo, Tonini.), armano la mano degli squadristi che in Italia stanno mettendo a ferro e fuoco la vita di chi non e’ loro gradito e che, proprio per questo, non gode di alcun credito, garanzia, protezione. Questa e’ la realta’ che stiamo vivendo ma in un sistema dove l’informazione e la didattica sono perlopiu’ impegnati a compiacere o non dispiacere i suoi padroni, dove se non fai parte di una corporazione sei niente, e’ proprio questo che la gente non puo’ e non deve sapere. Mi chiedo: anche se ne fosse informata, sino a che punto reagirebbe? Debolmente, temo – e forse ne sarebbe tanto spaventata da non volerne sapere nulla, da non crederlo, da sopportare il sistematico discredito delle vittime per non sentirsi carnefice, da far proprie le tesi piu’ astruse, insensate, per non ammettere di avere delle responsabilita’, gravi, di essere collusa. Non vi sembra un copione gia’ scritto? Non vi sembra che dovrebbe essere un dovere opporsi, rifiutarsi di guardare da un’altra parte? Dovrebbe.

Qualcuno dice che dovremmo cercarci un buon avvocato. A quale scopo? Per difendere la nostra reputazione dalle insinuazioni che privati cittadini, stampa ed istituzioni bisbigliano? Per tutelare il nostro onore, pretendere che sia fatta giustizia? Noi non ne abbiamo diritto e quello che e’ successo, tutto quello che sta succedendo adesso, ne e’ una dimostrazione. Non siamo noi che dobbiamo dimostrare di dire la verita’, di essere state oltraggiate nel corpo e nell’anima, e’ chi si fa complice che deve dimostrare a se stesso, a sua madre, a sua moglie, alle sue figlie, e a voi, di avere le mani pulite, la coscienza a posto, di aver fatto e fare la cosa giusta!

Si’, aggressori e mandanti sono ancora la’ fuori, nascosti dietro forme generalizzate e inconfessabili di sottesa approvazione, pregiudizio, lassismo. D’altronde qualcuno il lavoro sporco dovra’ pur farlo, non vi sembra? Chiacchiere e squadristi fanno comodo, a tutti, sono il braccio armato di questo sistema, di questo governo democraticamente eletto, di questo paese che non ha imparato nulla dalla storia, di chi crede che basti indossare una maschera, adeguarsi, far finta di niente per non avere responsabilita’, essere al sicuro.

Beh, nessuno lo e’ – nessuno, nemmeno lui.

Cinzia Ricci


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