Figli gay? Impariamo ad accettarli

  

‘iniziativa è di una mamma, Francesca Marceca, con u’equipe di volontari fra cui uno psicologo. La sede del’Agedo è a San Saverio. "Insieme superiamo i pregiudizi"

AGeDO

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Il punto di partenza è ‘amore. Il punto ‘arrivo è la serenità. In mezzo ‘è una strada difficile fatta di passi in avanti faticosi e brusche cadute. Francesca Marceca, un giorno, ha scoperto che suo figlio era gay: "Ci sono vari modi per affrontare la situazione. ‘è il rifiuto totale, ‘aggressione. Ci sono genitori che vengono a conoscenza del fatto, ma poi evitano di parlarne, perchè è tabù. Infine ‘è il terzo percorso, quello del’accettazione. Sì, è una strada difficile". Che mette in discussione pregiudizi radicati e sfida ‘irrisione delle barzellette da caserma. "Quando ci passi – dice Francesca – cominci a pensare che tanti soffrono senza motivo. Allora decidi di fare qualcosa e pensi che la tua esperienza può essere utile".

La signora Marceca ha fondato ‘Agedo, ‘Associazione di genitori, parenti e amici di omosessuali, a Palermo (tel. 091-6529254, e-mail [email protected]). Il compito istituzionale è terribilmente semplice: ‘Agedo aiuta quelli che vivono ‘omosessualità come un dramma. I problemi non mancano. Non ci sono soldi. Non ‘è una sede. ‘associazione viene ospitata nei locali del centro San Saverio. "Ci interessa affermare che un gay è una persona normale, uno che ha il diritto di esistere senza sensi di colpa, senza essere soffocato dal sarcasmo o dalla compassione", dice Francesca.

La discriminazione è forte, anche in tempi al’apparenza politicamente corretti. Nel’equipe del’associazione, tra i volontari, ‘è Claudio Cappotto, psicologo: "Cerchiamo di fornire accoglienza relazionale e psicologica a tutti coloro vivono con disagio la propria omosessualità o quella di una persona cara – spiega il dottor Cappotto -. Si rivolgono a noi tanti ragazzi confusi". Lo psicologo conosce le reazioni tipiche di chi scopre di avere un figlio gay: "Al’inizio quasi tutti si chiudono a riccio. Alcuni riescono a superare il trauma familiare e cominciano un cammino di comprensione".

"Sono soprattutto le madri ad entrare in crisi – racconta Francesca Marceca -. Si chiedono spesso dove hanno sbagliato. Vivono ‘omosessualità come un errore, frutto di altri errori. ‘Agedo offre una possibilità di condivisione. Si scambiano esperienze, ci si sente meno soli. Altrimenti si rischia di entrare in una spirale perversa". "La mia storia personale, in fondo, è banale – continua Francesca – però forse può essere utile. Quando mio figlio mi ha svelato il suo segreto, mi sono dovuta rimboccare le maniche. Oggi sono una persona migliore. Per fortuna la società è in movimento. Anche Palermo, adesso, è una città meno intollerante e molti ragazzi accettano tranquillamente coppie gay al’interno di una comitiva. Mio figlio è felice. Noi siamo felici". ‘ il giusto traguardo per chi ha avuto il coraggio di affrontare le barzellette sui "finocchi", in nome del’amore.


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