Coppie gay, duello finale Spagna-Vaticano

  

22/04/2005 – Da "Il Manifesto" di ALBERTO ‘ARGENZIO
Gay e divorzio, sfida spagnola al Vaticano
Approvata dal parlamento iberico la legge che riconosce i matrimoni omosessuali. Le coppie gay potranno adottare bambini. Dalla camera bassa via libera anche alla legge che accelera le procedure del divorzio. La proteste della Chiesa

L'apertura del manifesto del 22 aprile 2005

L’apertura del manifesto del 22 aprile 2005

Habemus matrimonium, la frase dice tutto. Ieri la mostrava un omosessuale di fronte al parlamento spagnolo riunito per approvare il progetto di legge sulle unioni gay che prevede anche il diritto al’adozione. E la legge è passata: 183 sì, 136 no e 6 astensioni. A favore socialisti, comunisti e gli altri gruppi nazionalisti, contrari i popolari e i conservatori catalani di Unio Democratica de Catalunya. Tra i No ce ‘era uno che non era presente fisicamente ma che si faceva assai sentire spiritualmente. Joseph Ratzinger prima di salire al soglio pontificio aveva duramente cirticato la proposta spagnola di legalizzare i matrimoni gay. «’ distruttiva per la famiglia e per la società», diceva il depositario del dogma vaticano in u’intervista a Repubblica del novembre scorso. Adesso si chiama papa Benedetto XVI ma il recente cambio non ha impressionato particolarmente il parlamento iberico. «Se il nuovo papa vuole dire qualcosa, sono preparato a rispettare quel che dice e conterà con tutto il mio rispetto – afferma a caldo il premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero – Una delle grandezze della democrazia è la libertà religiosa, la libertà di pensiero e la libertà di portare avanti un progetto politico con i voti dei cittadini». Lo stesso Zapatero non andrà a Roma per la solenne messa di investitura del nuovo pontefice. Oltre al matrimonio gay, la camera bassa ha approvato ieri anche la nuova procedura per accellerare le pratiche di divorzio, in pratica ha assestato u’altra mezza sberla alla Chiesa. Oltre a questi due fronti aperti, si respira tensione anche sul versante della riforma della legge del’aborto – per cui viene facilitato ‘accesso – e di quella del’insegnamento della religione – che ritorna opzionale. Ad inizio mandato il governo socialista aveva pure annunciato la fine delle esenzioni fiscali per la Chiesa cattolica, assicurate dal Concordato firmato durante la Transizione, adesso della questione non si parla più ma potrebbe riemergere in un futuro.

Parallelamente a queste proposte è montata la critica del Vaticano. Dopo ‘intervista a Ratzinger, anche Giovanni Paolo II ha infatti ripetutamente detto la sua. ’11 gennaio scorso, nel discorso di inizio anno, Carol Wojtyla aveva apertamente criticato il progetto di legge sulle unioni gay in quanto «minaccia la sopravvivenza del’istituzione familiare». Il 24 gennaio lo stesso Wojtyla aveva accusato il governo socialista di promuovere un «laicismo» che conduce al «disprezzo o ignoranza del religioso» e «assedia la libertà religiosa». Il 26 febbraio durante una visita ad limina dei vescovi spagnoli, Giovanni Paolo II se ne era poi uscito con un «E Zapatero che fa?». Scendeva il silenzio e ‘imbarazzo tra i presenti. Con Benedetto XVI non si preannunciano tempi migliori.

In questo faccia a faccia Vaticano-Zapatero un ruolo di primo piano spetta alla Chiesa spagnola che, pure lei, ha recentemente cambiato faccia. Lo scorso 8 marzo la Confederazione episcopale, Cee, ha infatti eletto come presidente – a sorpresa – Ricardo Blazquez, vescovo di Bilbao, che ha detronizzato Rouco Varela, un ultraconservatore al comando della Cee da 10 anni. Blazquez, pur non essendo un ultraprogressista (lo danno vicino al’Opus Dei ed ai neocatecumeni) ha un carattere assai più aperto e dialogante del suo predecessore, si è già incontrato «cordialmente» con Zapatero e sulla questioni dei gay ha affermato che «non si può discriminare nessuno per il suo orientamento sessuale». La Chiesa spagnola deve ‘altronde misurarsi con una società civile che ha in gran parte già digerito il cambio in materia di morale. Le prime unioni civili tra persone dello stesso sesso venivano riconosciute in Spagna dal comune di Vitoria, capitale dei Paesi Baschi, a metà anni 90. Poi era la Navarra, regione governata dal Pp, ad inaugurare le liste regionali per i matrimoni gay, seguita da Valencia, Andalusia, Paesi Baschi, Asturie e Catalugna. Secondo u’indagine del Cis, il Centro de investigacion sociologica, il 66% degli spagnoli è favorevole al matrimonio omosessuale, un legame a cui potrebbe avvicinarsi nei prossimi anni un quarto dei 4 milioni di omosessuali che indicativamente vivono in Spagna.

In pratica la Chiesa spagnola si trova tra ‘incudine e il martello, tra un Vaticano sordo ai richiami della modernità ed una popolazione un tempo obbediente alla morale cattolica ed ora invece in gran parte insensibile alle raccomandazioni che giungono dal pulpito. Neppure i popolari sono contrari alle unioni gay, chiedono solo che non si chiamino «matrimonio». In questa partita ‘è ora il rischio che ‘apertura inaugurata con la nomina di Blazquez venga soffocata dalla nomina di Ratzinger. Ieri i toni della Cee erano infatti assai duri. I vescovi hanno ribadito che la riforma del governo «introduce un pericoloso fattore di dissoluzione del’istituzione matrimoniale e, con lei, del giusto ordine sociale».

Tutte le novità delle due nuove legge

Almeno cinquemila persone furono incarcerate sotto il franchismo per il loro orientamento sessuale. Da lì parte il lungo cammino per il riconoscimento del’uguaglianza legale degli omosessuali in Spagna, un cammino conclusosi praticamente ieri con un testo legislativo che pone Madrid al’avanguardia nel mondo (solo Olanda, Belgio ed alcuni stati del Canada permettono i matrimoni gay). La Spagna riconosce le coppie gay e permette loro di adottare bambini (un procedimento non semplicissimo perché alcuni paesi di origine escludono espressamene questa eventualità) equiparandole legalmente in tutto e per tutto alle coppie eterosessuali. Questa rivoluzione dei diritti e dei costumi è stata realizzata con una semplicissima modificazione del codice civile: la nuova legge scrive «coniugi» dove prima si leggeva «marito e moglie».

Per celebrare manca solo ‘approvazione del senato, poi, se non ci saranno intoppi, la legge entrerà in vigore a giugno.

Las Cortes hanno ratificato ieri anche il divorzio rapido con 192 sì, 127 astensioni – tutte del Pp – e 6 no. La riforma, che dovrebbe entrare in vigore a luglio, pretende agilizzare la burocrazia permettendo di ottenere il divorzio in soli tre mesi senza passare per un separazione previa. Per i figli, il governo inserisce come prima opzione «’affidamento condiviso» per cui entrambi i genitori, qualora possibile, si fanno carico della prole. La proposta ha sollevato però parecchie critiche soprattutto dalle associazioni di madri, tanto che potrebbe essere rivista nel senato.

Nella legge è stato inserito un emendamento che prevede la creazione di un fondo di sostegno per gli alimenti non pagati a favore dei figli minori. È infine cambiata anche la formula recitata per contrarre matrimonio: gli sposi dovranno i futuro «condividere le responsabilità domestiche e ‘assistenza ad ascendenti e discendenti». (a. ‘arg.)

UN GRANDE GIORNO

«Oggi è un grande giorno per la comunità gay e lesbica internazionale e per tutti coloro che hanno a cuore ‘eguaglianza di dignità e diritti tra tutte le persone». Così il presidente nazionale del’Arcigay, Sergio Lo Giudice, sulla legge spagnola che consente ‘accesso al matrimonio anche alle coppie omossessuali. «’estensione del matrimonio civile alle coppie gay e lesbiche -continua Lo Giudice- rappresenta un atto di grande civiltà e un gesto di giusta riaffermazione della laicità dello stato». «’ ‘ennesima tappa nella costruzione di u’Europa dei diritti e delle libertà», aggiunge Franco Grillini, deputato Ds, augurandosi che «anche in Italia, finalmente, si arrivi a una accelerazione della discussione attualmente in corso in commissione giustizia sulla legge sul patto civile di solidarietà che rappresenta un primo passo per il riconoscimento universale dei diritti delle coppie di fatto».

NATURA SCONVOLTA

«’ la cosa peggiore che si potesse fare: il matrimonio è una cosa e le unioni gay u’altra cosa. È uno sconvolgimento totale della legge naturale». Lo dice il presidente della Conferenza episcopale toscana, e vicepresidente della Cei, ‘arcivescovo di Pisa Alessandro Plotti, commentando la decisione del governo socialista spagnolo di equiparare matrimonio e unioni gay, consentendo alle coppie omosessuali anche ‘adozione di figli» Secondo il monsignore «il matrimonio -spiega monsignor Plotti- è quello fra un uomo e una donna; che poi i gay possano vedere riconosciuta in qualche maniera la loro unione, è u’altra questione».

MALATTIA DA CURARE

«’omosessualità è una malattia che va curata, non uno stato di cui vantarsi, da far diventare normale quando normale non lo è. Questi sono i sintomi del fallimento della civiltà occidentale, che produce leggi che vanno non solo contro la volontà di Dio, che ha creato maschi e femmine, ma contro la natura umana». È quanto dichiara ‘Imam della Moschea di Torino, Bouriqui Bouchta, esprimendosi sulla decisione del parlamento spagnolo di autorizzare le unioni tra omesessuali. «La laicità spesso -aggiunge- produce una permissività esagerata, che sfocia in questo tipo di situazioni. E per fortuna che i musulmani non propongono leggi del genere. Almeno questo va a favore dei paesi islamici. Credo che cristiani, musulmani ed ebrei siano ‘accordo su questo punto».


22/04/2005 – Da "La Repubblica" di ALESSANDRO OPPES
Spagna, sì ai matrimoni gay la legge approvata alle Cortes
Zapatero: "Rispetto il Papa, ma andiamo avanti" – Per la prima volta in un paese a maggioranza cattolica – Il Pp si opporrà al Senato, ma il testo potrebbe essere varato a giugno – Il progetto era inserito nel programma di governo per superare la discriminazione – Meno consensi dalla società spagnola sulle adozioni da parte degli omosessuali

MADRID – Non più «marito e moglie», ma semplicemente «coniugi», scompaiono «padre e madre» per essere sostituiti dall´espressione «genitori». Sedici articoli del Codice civile modificati per permettere a due persone dello stesso sesso di contrarre matrimonio. Nonostante le proteste delle organizzazioni delle famiglie cattoliche e dei vertici della Conferenza episcopale, il Parlamento di Madrid ha dato il suo primo «sì» alle nozze gay con un voto a grande maggioranza. I gruppi omosessuali hanno subito festeggiato davanti alle Cortes. Tra gli striscioni srotolati uno recitava «Habemus matrimonium», provocatoriamente diretto al nuovo Papa Benedetto XVI, che quando era ai vertici della Congregazione della dottrina della fede si era opposto alle nozze gay.

Al pontefice ha fatto riferimento anche il premier Zapatero, poco prima dell´approvazione del progetto di legge: «Se il nuovo Papa dice qualcosa, sono pronto a rispettare qualunque cosa dica». «Per fortuna – ha aggiunto – una delle garanzie della democrazia è la libertà religiosa e di opinione, così come la libertà di portare avanti un progetto politico con i voti dei cittadini».

Quello di ieri mattina alla Camera era solo il primo passo di un iter non brevissimo ma dall´esito già scontato: la nuova legge passerà ora al Senato dove potrebbe essere bocciata per la presenza di un´opposizione molto più forte da parte del Partito popolare, in grado di raccogliere i consensi necessari per diventare maggioranza tra le frange più conservatrici dei nazionalisti catalani e baschi. Il testo tornerebbe in questo caso alla Camera, dove il governo è in grado di farlo approvare in maniera definitiva forse prima dell´estate. La Spagna sarà così il primo paese a maggioranza cattolica a consentire le nozze agli omosessuali. Si specula che, con una mossa propagandistica, il varo della legge potrebbe avvenire a fine giugno, in coincidenza con le giornate del Gay pride, quando più di un milione di persone sfilano per i diritti degli omosessuali nel centro di Madrid.

Secondo il ministro della Giustizia, Juan Fernando López Aguilar, questo progetto – voluto fortemente dal premier Zapatero e inserito fin dall´inizio tra le promesse da mantenere nel più breve tempo possibile – serve per superare «le barriere di discriminazione, molte delle quali con profonde radici storiche, che colpiscono i diritti e le libertà». Ma se su questa linea il governo socialista sembra raccogliere un consenso ampio nella società spagnola, più controversa è la questione dell´adozione: secondo il codice, attualmente è consentita non solo ai coniugi e alle coppie di fatto eterosessuali, ma anche ai single, siano essi etero o gay. Se, così, dovesse essere proibito alle coppie di omosessuali sposati di adottare figli, un diritto riconosciuto a un gay quando vive da solo gli verrebbe negato nel momento in cui decida di contrarre matrimonio.

Per questo il ministro López Aguilar sostiene che il diritto alla «adozione congiunta» ci sarà. Con i deputati del Partito popolare, che si oppongono duramente a questa eventualità, il "Foro spagnolo della famiglia", un´organizzazione di cattolici conservatori. In poche settimane hanno raccolto mezzo milione di firme, che hanno presentato alla giunta elettorale centrale poche ore prima del voto del Parlamento: dicono che la legge sui matrimoni gay è anticostituzionale. Ieri dalla Camera hanno ricevuto un´altra cattiva notizia: i deputati hanno approvato definitivamente anche la riforma della legge sul divorzio. Eliminato il lungo passaggio della separazione, ora sarà possibile sciogliere un matrimonio in quindici giorni, al massimo un mese.

Parla Livia Turco, responsabile ds per il welfare
"Noi non vogliamo seguirli. L´Italia dovrebbe puntare sul patto civile di solidarietà"
Velocizzare i divorzi sarebbe uno strumento più utile

di ALBERTO MATTONE

ROMA – La Spagna ha detto "sì" al matrimonio gay e a divorzi più veloci. Cosa ne pensa il responsabile dei Ds per il Welfare, onorevole Livia Turco?

«Ciascun governo esprime i sentimenti maggioritari nel proprio Paese. Questa è una scelta matura per la Spagna».

E per l´Italia?

«Non consiglierei a Prodi di prendere un´analoga iniziativa, mentre la velocizzazione dei divorzi è uno strumento utile: pensare che i tempi lunghi salvaguardino l´unità familiare e inducano la coppia a un ripensamento è un´ipocrisia. Quando si chiede il divorzio è perché si è arrivati a un punto di rottura».

Perché, però, negare ai gay il matrimonio?

«Credo sia più utile il "Patto civile di solidarietà". È una bellissima proposta di legge, il cui primo firmatario è il presidente onorario dell´Arcigay Franco Grillini. È un ottimo progetto che non pone al centro il dibattito sulla modifica della Costituzione, e dà la possibilità sia alle coppie di fatto eterosessuali sia a quelle gay di formalizzare le loro convivenze. Definendo precisi diritti e doveri».

Proprio Grillini giudica il "Patto civile di solidarietà" solo un primo passo.

«Invece, si tratta di una misura concreta che aiuta a superare le discriminazioni che ancora esistono nelle convivenze di fatto. Su questa proposta, penso, possano convergere sia laici che cattolici. La modifica della Costituzione aprirebbe un dibattito che non aiuta a risolvere i problemi delle coppie gay».

È noto il giudizio di condanna di Papa Ratzinger: la vostra posizione non rivela la subalternità della sinistra italiana rispetto alla gerarchia ecclesiastica?

«Basta con questo luogo comune nei confronti della sinistra. Noi facciamo solo una valutazione di merito: il "patto civile di solidarietà" è il modo più utile per superare le discriminazioni contro le coppie di fatto. La maggioranza del Paese è pronta a riconoscere le unioni civili, ma non è d´accordo con il matrimonio gay».

Non imiteremo Zapatero.

«Mi dispiace, ma sul tema conservo un dubbio. E non mi sento culturalmente arretrata, ma avanzatissima. Diffido di quella sinistra che vuole sempre fare passi lunghissimi senza risolvere i problemi concreti».

Parla il sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver
"A Madrid è stato possibile perché c´è meno soggezione della gerarchia ecclesiastica"
Non sono favorevole anche se capisco la loro esultanza

ROMA – «Il matrimonio per i gay? Non sono favorevole, anche se mi sembra corretta l´esultanza degli omosessuali spagnoli. È un Paese liberale quello che concede alla minoranza gli stessi diritti riconosciuti alla maggioranza».

Allora perché non fare come la Spagna, sottosegretario agli Esteri Boniver?

«Vorrei che nel nostro Paese venissero tutelate le coppie di fatto, comprese quelle omosessuali. E sono molto rattristata dal fatto che la legge che le difende sia ferma in parlamento. Mentre il matrimonio non viene invocato nemmeno dai gay stessi».

Invece, le comunità degli omosessuali applaudono il governo Zapatero.

«Il matrimonio tra gay non è all´ordine del giorno nell´agenda politica di nessun partito italiano. Lamento, però, la mancanza di una normativa che possa dare sia alle coppie di fatto eterosessuali che a quelle gay gli stessi diritti che la legge concede alle coppie sposate regolarmente».

È colpa della politica se la legge non è in discussione.

«Basta vedere la posizione dei partiti sulla fecondazione assistita: è stata approvata una legge infarcita di veti, non c´è bisogno di aggiungere altro».

Il sospetto è che manca a tutti il coraggio di affrontare un tema che dividerebbe il Paese.

«In Spagna la società e i partiti hanno affrontato un dibattito politico e culturale diverso da quello che si è visto in Italia. Forse lì c´è meno soggezione delle gerarchie ecclesiastiche, esiste una limpida divisione dell´agenda laica da quella religiosa».

È una distinzione possibile da fare in Italia?

«Da laica ne sarei contenta, ma siamo un´esigua minoranza, in entrambi gli schieramenti. In Italia c´è una difficoltà politica: su alcuni punti il parlamento abdica ad una rigorosa divisione tra Stato e Chiesa, tra una visione religiosa e una visione laica. Ed è quello che ci vorrebbe quando il legislatore tratta una legge dello Stato».

Quindi?

«Abbiamo difficoltà a far passare certi temi. Ma il matrimonio tra gay non mi sembra la risposta. Credo di esprimere un punto di vista condiviso da quasi tutti. L´unione "formale" tra omosessuali esiste solo in due-tre Paesi nel mondo, non dobbiamo avere complessi di inferiorità, anche se l´Italia non ha riconosciuto le coppie di fatto, e questo mi amareggia. Come mi amareggia questa legge sulla fecondazione assistita prodotto delle lobby trasversali che rispondono alle gerarchie vaticane».


22/04/2005 – Da "Corriere della Sera" di Mino Vignolo
Spagna, sì ai matrimoni e alle adozioni per i gay
Primo via libera del Parlamento. I sondaggi: il 66% dei cittadini è ‘accordo. Dura reazione del Vaticano

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MADRID — Dalla Spagna, non più « cattolicissima » , non arrivano buone notizie al nuovo Papa Benedetto XVI che, quando era cardinale Ratzinger, aveva definito « distruttivo per la famiglia e per la società » il matrimonio fra omosessuali inserito nel programma di governo dal premier socialista José Luis Rodriguez Zapatero. Ieri il Congresso dei deputati ha approvato il progetto di legge che farà della Spagna il terzo Paese del mondo ( dopo Olanda e Belgio) ad autorizzare i matrimoni fra persone dello stesso sesso e il primo a permettere ‘adozione di figli da parte delle coppie gay. Zapatero, con il suo sempiterno sorriso, ha risposto a chi gli chiedeva quali sarebbero state le reazioni del Vaticano: « Se il nuovo Papa vuole dire qualcosa su questo argomento, sono pronto a rispettare tutto quello che dirà… Una delle garanzie della democrazia è la libertà di religione, la libertà di opinione e la libertà di condurre a buon fine un progetto politico con i cittadini » .

Zapatero sorride, apparentemente poco preoccupato, perché la sua mossa è confortata dai sondaggi. ‘ultimo dava il 66% della popolazione favorevole al matrimonio gay e soltanto il 26% contraria. Il Congresso, sempre ieri, giornata del laicismo, ha anche dato il via libera ad un altro provvedimento che alla Chiesa non piace, la legge sul divorzio « express » che velocizza le procedure: le coppie potranno divorziare a partire da tre mesi dopo il matrimonio ( attualmente è un anno), non sarà più necessario un periodo di separazione e sarà sufficiente la richiesta di uno dei coniugi senza dovere giustificare le eventuali colpe del’altro coniuge. La Spagna, dove il divorzio è stato autorizzato solamente nel 1981, balza al’avanguardia sulla strada delle facilitazioni da parte dello Stato ai divorziandi. Già adesso il 60% dei matrimoni finiscono in separazioni o in divorzi.

Nella stessa giornata in Spagna si è consumata u’altra piccola rivoluzione che riguarda la vita della famiglia: il Congresso ha approvato un emendamento al codice civile che inserisce tra i doveri di coloro che contraggono matrimonio anche quello di « condividere le responsabilità domestiche, la cura e ‘attenzione nei confronti dei figli e dei genitori e delle altre persone a loro carico » .

Dopo il sicuro passaggio al Senato, il testo sul matrimonio fra omosessuali, approvato con 183 voti a favore, 136 contrari e sei astensioni ( hanno votato contro il Partito popolare di centro destra, e una formazione catalana democristiana), dovrebbe diventare legge dello Stato entro luglio.

Il progetto di legge modifica il codice civile sostituendo, fra ‘altro, le parole « marito e moglie » con « i coniugi » e inserendo una frase in cui si afferma che il matrimonio comporta « gli stessi obblighi e gli stessi effetti sia che i contraenti siano dello stesso sesso o di sesso differente » . Il voto è stato accolto da grida di entusiasmo e dagli applausi dei rappresentanti di associazioni gay, andati in parlamento per la grande occasione. Una coppia di uomini brandiva un cartello con la scritta « Habemus matrimonium » .

Pedro Zerolo, attivista gay e dirigente socialista che ha espresso più volte il desiderio di essere il primo omosessuale ad inaugurare il nuovo matrimonio in Spagna, non ha nascosto la sua gioia: « È una giornata storica, perché mai prima di oggi una modesta riforma legislativa ha portato ad un tale miglioramento dei diritti, della libertà e del’eguaglianza… La Spagna dimostra che un altro mondo è possibile » .

La Chiesa spagnola si è molto battuta contro questa legge che oggi ha condannato, in una nota, come « radicalmente ingiusta e dannosa al bene comune » : « Il bene superiore dei figli esige che non siano fabbricati in laboratori né adottati da persone dello stesso sesso. Fabbricare la moneta falsa significa svalutare la moneta autentica. Mettere su un piano di eguaglianza le unioni omosessuali e i veri matrimoni vuole dire introdurre un pericoloso fattore di disfacimento del’ordine sociale » .

‘ il terzo Paese, dopo Olanda e Belgio, ad autorizzare unioni tra omosessuali
Tutte le novità approvate a Madrid Matrimoni tra omosessuali

1) Con 183 voti a favore e 136 contro, la Camera bassa spagnola ha approvato una legge che autorizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso, con « gli stessi requisiti ed effetti » delle nozze tra un uomo e una donna. Ora dovrà votare il Senato

2) Adozione anche per i coniugi gay
La nuova legge spagnola sul matrimonio gay sostituisce le parole « marito e moglie » con « coniugi » , mentre « padr e e madre » diventano « genitori » : questo permette ‘adozione di un bambino anche ad una coppia gay

3) Tempi più rapidi per divorziare
La Camera spagnola ha anche approvato un progetto di legge che rende più agile il divorzio: si può chiedere anche dopo soli tre mesi dal matrimonio, senza separazione preventiva e senza cause di colpevolezza di uno dei due coniugi

4) Condividere i lavori domestici Il Congresso spagnolo ha approvato un emendamento al codice civile che inserisce tra i doveri della coppia sposata anche quello di « condividere le responsabilità domestiche, la cura e ‘attenzione di figli e genitori »


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