PACS: tra i politici la confusione regna sovrana!

  

Al senatore Gianni Pedrizzi di An rispondiamo che l’unica farsa in atto è quella di una destra italiana, che a differenza di molti partiti conservatori europei, non riesce ad affrontare un tema come il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto.
Purtroppo si confonde volutamente l’istituto del matrimonio con il Pacs, perché dovendo far da sponda alle posizioni più retrive della gerarchia cattolica, si dimentica che esistono milioni di persone, etero ed omosessuali che in questo paese, a differenza della stragrande maggioranza degli stati europei, non hanno alcuna tutela né dignità sociale.

Al senatore Roberto Biscardini, della Rosa nel Pugno, rispondiamo, che la presenza alla manifestazione nazionale di Roma del 14 gennaio di “Tutti in Pacs”, di Giovanni Palombarini, stimato giudice della Corte di Cassazione, dovrebbe parlare da sola. Ma evidentemente, non si comprende che il gesto del magistrato, che naturalmente non si presta a possibili spettacolarizzazioni, è un segno profondo di adesione ad una proposta politica e sociale, qual è il Pacs, che risolverebbe migliaia di situazioni penose e, finalmente darebbe certezze a tante persone. Il testo di legge depositato in Parlamento sul Pacs, non prevede alcuna cerimonia pubblica, ma non si può certo impedire, che dopo decenni di pazienza e di assoluta assenza di risposte politiche, le coppie di fatto debbano nascondere le proprie rivendicazioni, diritto questo riconosciuto a tante altre istanze politiche e sociali.
La testimonianza pubblica di coppie che non godono di alcun diritto, non è una provocazione, ma l’evidenziazione di discriminazioni secolari di cui un paese civile dovrebbe vergognarsi.

La politica farebbe bene a chiarirsi le idee, a rispettare il diritto dei cittadini a manifestare, a non strumentalizzare temi, che invece dovrebbe avere la capacità di dibattere nelle sedi appropriate.

Aurelio Mancuso
Segretario nazionale Arcigay


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