Arcigay ed ArciLesbica protesteranno davanti all’Unione

  

Una manifestazione davanti alla sede nazionale dell’Unione, sabato prossimo, per chiedere che venga reinserito nel programma elettorale della coalizione l’impegno per una legge che istituisca le Unioni civili. La protesta è promossa dalle associazioni Arcigay e ArciLesbica che invitano all’iniziativa tutti coloro che abbiano a cuore le libertà personali, i diritti civili e la laicità dello Stato.

L’appuntamento è per le ore 12 di sabato 18 febbraio, in piazza Santi Apostoli, a Roma.

Dopo le manifestazioni di ieri in molte città italiane nel giorno di San Valentino, Arcigay e Arcilesbica continuano la mobilitazione affinché l’Unione corregga l’errore commesso sui Pacs. Si è infatti appena concluso l’incontro dei presidenti nazionali delle due associazioni, rispettivamente Sergio Lo Giudice e Francesca Polo, con il segretario dei Ds, Piero Fassino, mentre è in corso quello con il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto.

“Riconoscere solo i ‘diritti delle persone che fanno parte di u’unione di fatto’, come recita il programma dell’Unione — spiega Lo Giudice – consentirebbe forse di risolvere alcuni problemi specifici quali l’assistenza ospedaliera o i congedi lavorativi in caso di malattia del partner, ma non di garantire il grosso dei diritti in ballo, tra cui quelli previdenziali e fiscali, quelli sull’eredità, la parità nelle graduatorie occupazionali o la tutela in caso di separazione. Ciò è infatti impossibile senza il riconoscimento giuridico pubblico di una relazione speciale tra due persone che possa essere fatta valere anche nei confronti di terzi. Che questa relazione sia poi chiamata Pacs o Unione civile poco importa”.

Fassino ha ribadito, al termine dell’incontro, che per i Democratici di sinistra i “Pacs rappresenterebbero la soluzione legislativa più adeguata” e “ha assicurato l’impegno dei Ds affinché la dizione contenuta nel programma dell’Unione dia luogo a una soluzione legislativa che sia la più vicina alle aspettative di tutti i gay e le lesbiche italiane”.

“Noi chiediamo che il programma elettorale dell’Unione sia corretto — ha detto Sergio Lo Giudice – e che Romano Prodi, leader dell’Unione, assicuri un suo chiaro impegno per una legge che istituisca le Unioni civili. Non possiamo accettare che i diritti delle coppie gay e lesbiche vengano scritti, con l’intento di sabotarli, da chi maggiormente vi si oppone, cioè dalle gerarchie cattoliche. E’ stato infatti il cardinale Camillo Ruini ad aver suggerito, per bocca del leader della Margherita Francesco Rutelli, l’attuale formulazione del programma dell’Unione su questo punto. Se è vero che il governo Berlusconi è stato il più antilibertario della storia della Repubblica e che da lui non ci attendiamo nulla di buono, dispiace che, a parte la Rosa nel Pugno, gli altri partiti del centrosinistra abbiano affrontato con superficialità la questione”.


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