Le parole della CGIL

  

Laicità dello Stato

Le vicende relative all’approvazione della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita, il dibattito e le iniziative che ne sono seguite, ma anche i dibattiti relativi alla difesa della legge 194/1978, alla proposta di legge sul pacs, alla questione più generale della libertà di ricerca scientifica, hanno evidenziato come il principio della laicità dello stato sia un valore tutt’altro che scontato,sia in merito al suo significato che alla sua concreta attuazione nella vita politica dello stato italiano.

In un momento nel quale le sfide della società multiculturale inducono taluni ad ergere barriere ed a ridefinire il significato stesso della nozione di laicità, é necessario richiamarsi ai principi fondanti della nostra Costituzione ed ai valori che storicamente hanno ispirato la costruzione di una società laica e plurale, e che oggi paiono talora essere messi in discussione.

Le delegate e i delegati del 15° congresso nazionale della CGIL riaffermano pertanto il principio della laicità dello stato come valore fondante dello stato italiano ed auspicano il continuo impegno dell’Organizzazione in ogni iniziativa per l’affermazione di tale principio, per la sua concreta realizzazione nella vita politica, e per la difesa delle conquiste in tal senso ottenute da parte della società italiana.

In particolare, rispetto all’attività politica di questi ultimi anni, emergono i seguenti punti specifici:

1) Norme antidiscriminatorie

L’attuazione minimale da parte del Governo della Direttiva 2000/78/CE che prevedeva strumenti positivi per la tutela dei diritti di lavoratori e lavoratrici e stabiliva un quadro generale per la lotta alle discriminazioni dirette e indirette fondate sulla religione, le convinzioni personali, ‘handicap, ‘età, l’orientamento sessuale allo scopo di rendere effettivo negli Stati membri il principio della parità di trattamento e garantire pari condizioni di lavoro, di accesso al lavoro, di retribuzione, pone questioni e sfide vitali per la difesa delle lavoratrici e dei lavoratori a rischio di discriminazione.

Tale impianto antidiscriminatorio é stato ulteriormente e gravemente indebolito dalla riforma del mercato del lavoro, le cui istanze di flessibilità “a senso unico” pongono oneri enormi a carico di alcune categorie di lavoratrici e lavoratori.

La mancata discussione in questi anni circa l’introduzione di norme antidiscriminatorie sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere che offrano la stessa protezione oggi già riconosciuta ad altri gruppi ha inoltre impedito quel necessario cambiamento nella società allo scopo di garantire pari dignità a tutte le persone. Nell’ambito di una revisione della riforma del mercato del lavoro e dell’attuazione di politiche antidiscriminatorie coerenti con i suoi principi e valori, i delegati e le delegate del 15° Congresso Nazionale della CGIL chiedono al’Organizzazione di impegnarsi sul piano sociale e politico affinché il decreto legislativo 216/2003 di attuazione della suddetta direttiva sia riformato conformemente ai principi ispiratori e alle previsioni della norma comunitaria, considerata la fondamentale importanza di tale norma per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici omosessuali.

I delegati e le delegate del 15° Congresso Nazionale della CGIL impegnano inoltre ‘Organizzazione al’inserimento di esplicite norme antidiscriminatorie nei contratti di lavoro ed auspicano nella prossima legislatura la ripresa della discussione parlamentare sull’introduzione di norme antidiscriminatorie sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere e di misure contro l’omofobia e la transfobia e l’istigazione all’odio omofobico e transfobico.

2) Pluralismo delle forme familiari

Il principio del pluralismo delle forme familiari é un valore irrinunciabile per una società laica ed europea. Un numero sempre crescente di paesi europei (Spagna, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Svizzera, Finlandia, Svezia, Norvegia, Islanda, Lussemburgo, Regno Unito, Germania, Andorra, Repubblica Ceca) ha, per questa ragione, introdotto istituti volti al riconoscimento giuridico delle famiglie di fatto, anche composte da persone dello stesso sesso, fino ad estendere a queste ultime l’istituto matrimoniale.

Il riconoscimento delle diverse forme di famiglia, a prescindere dal’esistenza del vincolo matrimoniale, dal sesso o dal’orientamento sessuale dei partner, rappresenta ormai un valore acquisito dalle società moderne in tutto l’occidente e costituisce il presupposto per il libero svolgimento della personalità degli individui, per il ripudio di pesanti discriminazioni, e per l’affermazione concreta della parità di trattamento di cittadini e cittadine.

Il riconoscimento della pluralità dei diritti patrimoniali ed extrapatrimoniali che ne deriva garantisce la parità sostanziale di trattamento delle lavoratrici e dei lavoratori ed è il presupposto per ‘estensione ai partner dei diritti e dei benefici oggi previsti per i coniugi, sia a livello pubblico sia in ambito aziendale.

Le delegate e i delegati del 15° congresso nazionale della CGIL auspicano pertanto l’introduzione di istituti per il riconoscimento giuridico delle famiglie di fatto allo scopo di affermare il principio di uguaglianza formale e sostanziale per tutte le persone, e impegnano ‘Organizzazione a individuare nei contratti di lavoro criteri di parità di trattamento per i partner della coppia non legalmente riconosciuta.

3) Rispetto all’identità persona della persona transessuale o transgender

L’attuale normativa vigente in materia di rettificazione di attribuzione di sesso, ha certamente costituito un traguardo importante per la nostra società, ma rimane problematica in alcuni suoi aspetti in merito alla protezione del diritto all’identità personale e del diritto alla riservatezza delle persone transessuali e transgender. Lo stesso vale per le norme in materia di ordinamento di stato civile riguardo al cambio del nome e dell’indicativo di genere. Inoltre, la scarsa attenzione rispetto agli strumenti offerti dalle norme in materia di parità di trattamento tra uomo e donna, contrariamente a quanto espressamente indicato in più occasioni dalla Corte di Giustizia europea, ha nel tempo pregiudicato una protezione efficace contro la discriminazione delle lavoratrici e dei lavoratori transessuali e transgender.

Le delegate e i delegati del 15° congresso nazionale della CGIL auspicano pertanto interventi normativi volti a tutelare il rispetto all’identità persona della persona transessuale o transgender in ogni fase del percorso di transizione, inclusa la rettificazione degli atti dello stato civile indipendentemente dall’intervento chirurgico di riattribuzione, e chiedono all’Organizzazione di impegnarsi per una adeguata applicazione delle norme in vigore in materia di parità di trattamento tra uomo e donna allo scopo di garantire la protezione da ogni forma di discriminazione nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori transessuali e transgender.

4) Norme in materia di prostituzione

Nel corso dell’attuale legislatura sono state avanzate proposte legislative, fortunatamente senza esito, allo scopo di disciplinare la prostituzione che avrebbero gravemente pregiudicato la libertà personale, la dignità e la sicurezza di donne e uomini.

A tal riguardo, i delegati e le delegate del 15° Congresso Nazionale della CGIL ritengono doveroso un impegno del’Organizzazione finalizzato a sostenere sul piano internazionale una efficace e drastica azione contro la tratta, il traffico, la riduzione in schiavitù di minori, di donne e di uomini costretti a prostituirsi contro la propria volontà.

Allo stesso tempo, i delegati e le delegate auspicano inoltre riforme legislative volte a creare condizioni che affermino il principio del’autodeterminazione e della tutela dei diritti civili e sociali sia per chi voglia praticare la prostituzione in dignità, sia per chi decida di abbandonarla.

É necessario di conseguenza individuare e fornire gli strumenti affinché ambedue le scelte siano possibili nel pieno rispetto dei diritti umani, civili, sociali e di cittadinanza: in particolare occorre intensificare la lotta contro ogni forma di discriminazione e pregiudizio, di stigmatizzazione e di esclusione sociale che colpisce in modo più doloroso immigrati e immigrate e i soggetti più deboli.


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