Regioni, le avanguardie dei PACS

  
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ROMA – ‘ultimo provvedimento è di appena dieci giorni fa, la prima Finanziaria della giunta Marrazzo che ha stanziato un milione e mezzo di euro per garantire benefici anche alle coppie di fatto della regione Lazio.
Il testo più avanzato è anc’esso fresco di approvazione, adottato a febbraio dalla Puglia di Nichi Vendola, che ha "osato" spingersi laddove le altre regioni non erano ancora arrivate: fino al’estensione alle unioni di fatto dei servizi sociali previsti per la famiglia tradizionale. Una legge tanto innovativa da suscitare le vibrate e prevedibili proteste della Cdl.

Sono solo gli ultimi casi di una lunga serie di interventi legislativi che portano oggi almeno a otto il numero di regioni italiane che hanno quanto meno riconosciuto le convivenze fuori dal matrimonio. Dal Piemonte alla Puglia, dalla Toscana alla Campania, ci sono semplici leggi ma anche statuti che hanno aperto espressamente alle circa 500 mila coppie di fatto che, secondo le stime più recenti, vivono nel nostro paese. Etero e omosessuali.

Il presidente della Cei Ruini punta adesso ‘indice proprio contro questa sfilza di norme. ‘Avvenire ancora il 4 marzo denunciava il "pressing delle regioni che cercano di introdurre il riconoscimento delle coppie di fatto, pressing di una minoranza rumorosa che dribbla la legge". Il quotidiano dei vescovi ‘ha battezzata "la via regionale" ai Pacs per "aggirare" il mancato riconoscimento nella legislazione nazionale. In realtà, il fenomeno non è recentissimo. La svolta risale al 2004 e ai nuovi statuti approvati da alcune regioni: la Campania che ha inaugurato le "unioni familiari", prima ancora la Toscana che ha riconosciuto "altre forme di convivenza" come pure ‘Umbria e ‘Emilia. Il governo Berlusconi li ha impugnati contestando "profili di illegittimità costituzionale", ma la Consulta ha respinto il ricorso. Adesso il Piemonte di Mercedes Bresso ha messo in cantiere un ddl in cui, al’articolo 1, si dice che "la Regione tutela la piena dignità delle unioni civili e ne promuove il pubblico rispetto". Oggi sono decine i Comuni che hanno istituito i registri delle unioni civili. Il 20 febbraio’98 la prima coppia (uomo e donna) è stata iscritta a Pisa. Sette anni dopo sarebbe stata registrata la prima coppia di donne.


Regioni e coppie di fatto

Piemonte

"La regione tutela la piena dignità delle unioni civili" è ‘art.1 del DDL della Giunta Bresso

Veneto

La Giunta Galan annuncia ‘istituzione di un garante della famiglia e dice NO alle unioni civili

Emilia Romagna

Nel 2004 lo Statuto ha riconosciuto le unioni civili. Impugnato, senza successo, dal governo

Toscana

A gennaio la legge con cui viene riconosciuto anche al convivente il diritto di decidere sui trapianti terapeutici

Umbria

Nello Statuto si riconosce ai cittadini il diritto di scegliere quale assetto conferire ai loro rapporti. Pari dignità per i conviventi

Lazio

Previste forme di assistenza (1,5 milioni di €) per persone legate da vincoli affettivi e conviventi con carattere di stabilità

Puglia

La regione ha approvato la legge sul welfare che estende alle unioni di fatto ‘accesso ai servizi sociali

Campania

Lo statuto riconosce e sostiene le cosiddette "unioni familiari"

Calabria

Lo Statuto del 2004 riconosce genericamente "le formazioni sociali" anche le unioni familiari

Sicilia

La Giunta Cuffaro ha escluso dai benefici previsti per le famiglie quelle di fatto


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