L’autonomia di pensiero di Rosy Bindi

  
Il Ministro della Famiglia Rosy Bindi

Il Ministro della Famiglia Rosy Bindi

"Ancora una volta Rosy Bindi è riuscita a stupire per la sua autonomia di pensiero, indicando da subito, con la schiettezza che le è propria, un quadro laico e plurale entro cui intenderà muoversi. La censura che le rivolge oggi l’Osservatore Romano è una replica ossessiva della rappresentazione ideologica della famiglia come entità astratta, artificiosamente distinta dalla realtà e dai bisogni concreti delle famiglie italiane”.

Lo afferma in una nota il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, intervenendo sulle polemiche sollevate in queste ore dalle dichiarazioni del neo ministro della Famiglia.

“Oggi la famiglia è anche quella gay e lesbica — continua Lo Giudice — luogo degli affetti e, sempre più spesso, di responsabilità genitoriali condivise. Alcuni dei maggiori giuristi italiani infatti, tra cui Pietro Barcellona e Francesco Galgano, hanno già spiegato che il termine ‘naturale’ relativo alla famiglia nell’art. 29 della Costituzione, si riferisce ad un sistema di regole che cambia nel tempo col mutare della società. Non a caso è stato possibile trasformare radicalmente, nel rispetto della Carta costituzionale, il modello della famiglia tradizionale con ‘introduzione del divorzio nel 1970 e ‘abolizione del potere del marito sulla moglie nel 1975."

“La proposta del cardinale Mario Francesco Pompedda di riconoscere i diritti delle coppie conviventi ma solo eterosessuali — aggiunge Lo Giudice – esprime inoltre un profondo razzismo ai danni delle persone omosessuali. Perché mai una coppia omosessuale che si ama, si vuole bene, decide di costruire insieme un percorso di vita comune, dovrebbe vedersi negati i diritti concessi ad una coppia eterosessuale nelle medesime condizioni?"

"Diritti come la pensione di reversibilità, la possibilità di assistere e condividere le decisioni sulla salute del partner in ospedale, l’eredità, l’impresa familiare, le graduatorie occupazionali, l’avvicinamento lavorativo, cos’hanno a che fare con la presenza di figli? E perché mai il numero crescente di famiglie omosessuali con figli, dovrebbe essere trattato diversamente dalle famiglie eterosessuali, per quanto riguarda il sostegno ai minori, gli asili nido e altri provvedimenti concreti di questo tipo?”


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