Vite di gay in divisa

  

La pubblicistica italiana sta conoscendo un inedito interesse per le problematiche che riguardano il mondo omosessuale. Si moltiplicano i romanzi, i saggi, le inchieste e tuttavia permangono notevoli zone ‘ombra su quelli che potremmo definire i rapporti tra omosessuali e istituzioni. In modo particolare tra gay e istituzioni preposte alla "sicurezza": ‘esercito e le forze del’ordine.

Esce a giugno 2006 il libro-inchiesta di Giulio Russo "Non chiedere, non dire? – Vite di gay in divisa", un testo che alza finalmente il velo su una situazione sconosciuta o volutamente ignorata: quella dei gay in divisa, del loro rapporto con ‘universo militare o militarmente organizzato, fatto di uomini e di regolamenti. Un mondo nel quale, alle discriminazioni abituali, si sommano quelle di istituzioni sostanzialmente machiste.

Costruito tra mille difficoltà, dovute alla paura dei protagonisti di rivelarsi, a una refrattarietà delle istituzioni alla trasparenza e a diversita’ che possono pregiudicarne ‘immagine pubblica di "forza e sicurezza" – identificata anche attraverso gli stereotipi del’eterosessualità -, il libro solleva finalmente il problema, mettendo insieme più di una decina di testimonianze dirette di gay in divisa e una vasta documentazione di leggi e regolamenti. Ne esce un quadro allarmante, anche rispetto a realtà di altri paesi. Un mondo ancora fortemente impermeabile alla questione omosessuale, al’interno del quale si consumano frustrazioni, soprusi e angherie, in cui domina il silenzio, quel "non chiedere, non dire" che il titolo del libro riprende dal regolamento militare degli Stati Uniti che obbliga lesbiche e gay militari a tacere di se’.

Giulio Russo fa parte del movimento GLBT dal 1987. Nel Circolo Pink di Verona ha diretto il Telefono Amico Gay, ha partecipato ad iniziative sulla visibilita’ e ha seguito il Settore Salute (HIV e MTS) realizzando una campagna di informazione e prevenzione per la Regione Veneto orientata ad omo-bisessuali. Sempre con il Circolo Pink di Verona ha realizzato il volume “Le ragioni di un silenzio. La persecuzione degli omosessuali durante il nazismo e il fascismo” (ombre corte, 2002), che organizza i materiali di uno dei primissimi convegni sul tema.


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