La discriminazione della Margherita di Ancona

  

“E’ veramente difficile trovare parole per commentare la mozione sulle unioni civili presentata in consiglio comunale dal gruppo della Margherita. Ancora utilizziamo il criterio della procreazione per definire una famiglia? E come la mettiamo allora con le coppie sposate sterili o con quelle che non vogliono avere figli? E che dire del paletto che prevederebbe la registrazione solo per le coppie di sesso diverso, in barba a ben due risoluzioni del Parlamento Europeo che invitano gli Stati membri a cancellare qualsiasi discriminazione legislativa tra eterosessuali ed omosessuali? La mozione è un’aberrazione politica e giuridica che va nel senso opposto.”

Questa è la reazione a caldo di Germana Sgalla, presidente del Circolo federativo Arcigay-Arcilesbica Caleido di Ancona, che continua:
“Ci aspettavamo maggiore serietà, preparazione e concretezza da una forza politica che vorrebbe rappresentare i cittadini moderati di Ancona, ma che si dimostra ancorata a radici catto-fasciste. La Margherita dimentica che il suo stesso elettorato tre mesi fa dichiarò in un sondaggio nazionale Eurispes di essere a favore del riconoscimento delle coppie di fatto, anche quelle omosessuali (70% di italiani, dei quali il 68% si dichiara cattolico).
Dimentica inoltre il programma di governo dell’Ulivo, dove si parlava chiaramente di unioni tra persone dello stesso sesso.

Questa scorrettezza mette in difficoltà anche chi, all’interno del partito, da anni collabora con la nostra associazione e tenta di coniugare i principi e gli ideali moderati con la realtà sociale che li circonda. Abbiamo quindi richiesto un incontro ufficiale urgente al sig. Ambrogini, capogruppo Margherita in consiglio comunale.

Le forze politiche che oggi gridano allo scandalo, il 16 marzo scorso in piena campagna elettorale avevano preso un impegno preciso con la nostra associazione, condividendo una piattaforma minima di riforme. Compresa l’Udeur e la Margherita.
A questo punto l’ipocrisia è evidente a noi e a tutta la cittadinanza.”

Germana Sgalla
Presidente Circolo Caleido Ancona


La MOZIONE DISCRIMINANTE DELLA MARGHERITA DI ANCONA

ARGOMENTO N. 1718/2006
iscritto all’O.d.G. del Consiglio

OGGETTO: MOZIONE IN ORDINE ALL’ISTITUZIONE DEL “REGISTRO DELLE UNIONI CIVILI”.

Il gruppo consiliare D.L. Margherita sottopone al Consiglio comunale l’adozione della seguente mozione:

Ancona

Ancona

IL CONSIGLIO COMUNALE

PREMESSO che:
– l’art. 29 della Costituzione recita che “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”;
– la famiglia fondata sul matrimonio religioso o civile crea un tipo di rapporto che ha una dimensione sociale unica rispetto a tutte le altre forme di convivenza;

CONSIDERATO che:
– la famiglia, intesa come unione di coniugi legati da un legame stabile, da un progetto di vita durevole e fecondo, è u’istituzione universale, appartiene ad ogni società che abbia la volontà e la capacità di sopravvivere, è per sua natura “nucleo sociale di base”, principio "genetico" della società e cellula basilare del’educazione, luogo primario di trasmissione e coltivazione dei valori e, quindi, come principio di cultura.
– la famiglia è il nucleo della vera solidarietà, del welfare vissuto quotidianamente dove si destinano cure particolari ai membri più deboli e senza la quale è difficile costruire il tessuto connettivo della solidarietà.

RITENUTO che una pretesa equiparazione tra famiglia e unioni di fatto annulla differenze sostanziali, introducendo "modelli" di famiglia per nulla confrontabili tra di loro, in quanto viene a mancare quella realtà originata da un matrimonio, ovvero dal patto, variamente stipulato e manifestato, tra persone di sesso diverso,operato a partire da una reciproca e libera scelta e comprendente, almeno come progetto, una relazione generativa.

DATO ATTO perciò che la famiglia non è perciò sostituibile con altre forme di convivenza e tipi di relazione

RITENUTO inoltre che è opportuno, anche a livello, locale, affrontare il problema delle unioni di fatto per riconoscere i diritti ed i bisogni sociali delle persone, senza che ciò significhi o presupponga equiparare alla famiglia altre e ben diverse forme di convivenza;

RICORDATO che il Programma di governo della coalizione di centrosinistra prevede l’istituzione di un apposito Registro delle coppie di fatto secondo le modalità che saranno definite dal Consiglio comunale:

(dal Programma di governo testualmente “Le forze politiche del centrosinistra… ritengono opportuno affrontare anche il fenomeno emergente delle “unioni di fatto” riconoscendo i diritti e i bisogni sociali delle persone che ne fanno parte ed istituendo un apposito registro secondo le modalità che saranno definite dal Consiglio comunale….Le forze politiche del centrosinistra sollecitano il governo a realizzare interventi legislativi per il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle “unioni di fatto” sulla base degli indirizzi definiti dal Programma nazionale de L’Unione…)

RILEVATO pertanto, che fermi restando i registri previsti dalla Legge e dal regolamento anagrafico, il Comune possa istituire uno o più registri per fini diversi ed ulteriori rispetto a quelli propri dell’anagrafe organizzati secondo dati ed elementi obbligatoriamente contenuti nei pubblici registri anagrafici;

CONSIDERATO pertanto, che l’iscrizione in tali registri particolari non viene affatto ad assumere carattere costitutivo di status ulteriori e quindi riconoscimento di poteri o doveri giuridici diversi da quelli già riconosciuti dall’ordinamento agli stessi soggetti, ma solo un effetto di pubblicità ai fini ed agli scopi che l’Amministrazione comunale ritiene meritevoli di tutela;

RITENUTO che:
– ulteriori situazioni meritevoli di tutela sono da ravvisare nel riconoscimento di diritti e bisogni sociali alle persone unite di fatto con il fine di formare una famiglia fondata sul matrimonio civile o religioso;
– il Registro delle unioni di fatto non può essere il presupposto per riconoscere uno speciale status giuridico “di famiglia” a persone che liberamente rifiutano proprio lo status di famiglia, con tutti i correlativi diritti e doveri; esso può semmai costituire lo strumento per favorire un percorso che conduca alla “famiglia” costituzionalmente riconosciuta.

IMPEGNA

il Sindaco e la Giunta comunale a proporre al Consiglio comunale il Regolamento per la istituzione del “Registro delle unioni civili” secondo i seguenti principi e criteri:

– la famiglia fondata sul matrimonio religioso o civile crea un tipo di rapporto che ha una dimensione sociale unica rispetto a tutte le altre forme di convivenza;
– l’equiparazione tra famiglia e “unioni di fatto” va contro i principi della Costituzione, annullando differenze sostanziali, introducendo “modelli” di famiglia per nulla confrontabili tra di loro in quanto manca un matrimonio, ovvero dal patto, variamente stipulato e manifestato, tra persone di sesso diverso, operato a partire da una reciproca e libera scelta e comprendente, almeno come progetto, una relazione generativa;
– l’iscrizione nel “Registro delle unioni di fatto” non assume carattere costitutivo di status ulteriori e quindi riconoscimento di poteri o doveri giuridici diversi da quelli già riconosciuti dall’ordinamento agli stessi soggetti, ma ha solo un effetto di pubblicità per il riconoscimento di diritti e bisogni sociali alle persone unite di fatto con il fine di formare una famiglia fondata sul matrimonio civile o religioso;
– il “Registro delle unioni civili” non ha alcuna relazione o interferenza con i registri anagrafici e di stato civile o alcuna connessione con l’ordinamento anagrafico o di stato civile e che viene tenuto dall’Amministrazione comunale nel rispetto della legge 675/96;
– l’iscrizione nel registro può essere richiesta congiuntamente da due persone maggiorenni di genere diverso, non legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, ma da vincoli affettivi, coabitanti da almeno un anno ed aventi dimora abituale nel Comune di Ancona;
– il venir meno della situazione di coabitazione e di dimora abituale nel Comune di Ancona e della reciproca assistenza morale e/o materiale produce la cancellazione dal registro la quale avviene altresì dietro richiesta di uno o entrambe le persone interessate previa verifica da parte dell’ufficio competente;
– i benefici comunali alle “coppie di fatto”, essendo esse finalizzate alla costituzione di una “famiglia”, potranno essere riconosciuti per un periodo determinato.

Lì, 25.7.2006
IL GRUPPO CONSILIARE D.L. MARGHERITA
f.to Andrea Ambrogini, Giovanni Cardoni, Maurizio Cesarini, Liana Freddini Sasso, Mirco Piersanti


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