Voci dagli Outgames

  

Mercoledì 26 luglio si sono aperti i primi Outgames a Montréal, in Canada.
Alla cena di inaugurazione dei lavori (piuttosto deludente dal punto di vista gastronomico, a dire il vero), a fare gli onori di casa c’era il sindaco della città, Monsieur Gérald Tremblant, che non ha perso occasione di ricordare i valori della Rivoluzione Francese: Liberté, Egalité e Fraternité. Sembra che in Quebec l’eredità culturale francese vada — meravigliosamente, a dire il vero — di pari passo con i diritti umani GLBT.

L’intervento di Louise Arbour, Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, ha poi infiammato gli animi dei presenti — più di mille persone — con un discorso superlativo. Arbour ha ricordato come l’orientamento sessuale, le questioni di genere (riassegnamento compreso) e il diritto alla propria identità sessuale debbano essere priorità per l’agenda dei diritti umano delle Nazioni Unite.

Il giorno successivo, giovedì 27 luglio, ha avuto luogo la prima sessione plenaria, su Canada e Stati Uniti.
Mark Tewksbury, co-presidente degli Outgames, ha aperto la seduta ricordando la sua esperienza di nuotatore gay, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Barcellona.

Sul palco gli è succeduta Kim Gandy, presidente di NOW (National Organization for Women). Il pubblico ha avuto l’opportunità di rivivere attraverso le sue parole la condizione talvolta opprimente delle lesbiche nel mondo del lavoro. Gandy ha riletto alle e ai presenti un manuale sull’abbigliamento che le donne lavoratrici dovevano indossare (e gli uomini non dovevano indossare) in alcuni ambienti di lavoro: capigliatura alla moda, scarpe con tacco, rossetto, fard, ecc.

In seguito gli interventi hanno preso un accento religioso. Prima è salito sul palco Gene Robinson, vescovo apertamente gay del New Hampshire, esponente della Chiesa Anglicana. Uomo assolutamente risoluto nelle sue convinzioni. La sua elezione al vertice della Chiesa Anglicana degli Stati Uniti fu un evento drammatico ed una vittoria epocale per la comunità GLBT di tutto il mondo. Robinson ha invitato i presenti a ricordare quanto sia difficile per una persona credente fare coming out all’interno della comunità GLBT.

A chiudere la sessione ci ha pensato l’irresistibile e caustica Irshad Manji (www.muslim-refusenik.com/). Lesbica e musulmana, è una delle menti più lucide e sarcastiche del Canada contemporaneo. Il suo libro The Trouble with Islam Today è stato al centro di numerosi dibattiti in Canada. Ha ricevuto attacchi sia dalla comunità GLBT che dal mondo musulmano (minacce di morte incluse). Irshad è riuscita a prendere due piccioni con una fava. Ci è riuscita semplicemente dimostrando che nel Corano non vi sono espliciti versi che contraddicono la sua libertà di essere musulmana e lesbica. Ovviamente il pubblico è rimasto conquistato dalle sue doti di speaker. E’ stata produttrice e conduttrice del programma televisivo Queer TV, per la CTV di Toronto. Un mix esplosivo fra Luciana Litizzetto e Margaret Cho.

Francesco Giudice


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