Bellezza virile a Torino

  

Italian Beefcake
Fotoculturismo Peppino a Torino e altre pose vintage

a cura di Luisa Perlo

MIAAO — VIA MARIA VITTORIA 5 – TORINO
11-30 novembre 2006

Inaugurazione 11 novembre ore 18.00
Apertura dal martedì a venerdì 16.00-20.00 | sabato e domenica 11.00-19.00
Per informazioni 011 0702350

Giuseppe De Benedictis detto Peppino, Torino Muscle Beach, Walter Zordan in riva al Po, 1960

Giuseppe De Benedictis detto Peppino, Torino Muscle Beach, Walter Zordan in riva al Po, 1960

Il MIAAO rende omaggio a Giuseppe De Benedictis detto Peppino, fotografo attivo a Torino, che tra il 1958 e il 1961 si specializzò in ritratti di culturisti, con una mostra dal titolo “Italian Beefcake. Fotoculturismo Peppino a Torino e altre pose vintage” curata da Luisa Perlo e realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Torino, l’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte e l’Assessorato all’Artigianato della Regione Piemonte. In esposizione oltre 20 scatti di questo piccolo artigiano, immigrato dal Sud, che tuttavia divenne un caso eccezionale e ‘scandaloso’ a livello internazionale di rappresentazione della bellezza maschile con il provenzale Jean Ferrero (di origine piemontese, poi famoso come gallerista dell’École de Nice), il parigino Arax, il newyorkese Lon, e quel californiano Bob Mizer della Athletic Model Guild cantata dal film Beefcake di Thom Fitzgerald.

Un Italian Beefcake nella Torino del miracolo economico che raggiungeva il suo record demografico, mentre assisteva all’apertura della Esposizione Italia ’61 celebrativa del Centenario dell’Unità d’Italia e purtroppo alla chiusura, anche per intervento della Buoncostume, dello studio di Fotoculturismo Peppino. Intorno a un corpus riesumato di fotografie vintage sarà celebrato il milieu culturistico subalpino ai suoi albori (un altro ‘primato’ nazionale torinese, quello muscolare, con personaggi come John Vigna, autore del manuale Muscoli e Bellezza del 1954, o Mario Fiorio, dalla cui periferica palestra usciranno campioni). Questo ‘sogno del corpo’ torinese sarà rappresentato, in mostra, anche attraverso curiosi oggetti e soggetti, in ‘pose plastiche’, e poi sviluppato in un libro, edito dal MIAAO, scritto da Enzo Biffi Gentili e Luisa Perlo con nuovi contributi iconografici di Mario Cresci e Giulia Caira.


UOMINI: PROSPETTIVA RETROSPETTIVA

Mostra a cura di Enzo Biffi Gentili e Giorgia Fiorio
con la collaborazione di Grazia Neri

MIAAO — Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi
via Maria Vittoria 5 — Torino
11 novembre 2006 – 7 gennaio 2007

Inaugurazione 11 novembre ore 18.00
Apertura dal martedì a venerdì 16.00-20.00 | sabato e domenica 11.00-19.00
Per informazioni 011 0702350

Giorgia Fiorio, Javier Conde, Malaga, España, IX 1996

Giorgia Fiorio, Javier Conde, Malaga, España, IX 1996

Il tema della rappresentazione della ‘bellezza virile’ in ‘comunità chiuse’, fondate in buona parte sulla forza fisica, ha trovato a partire dagli anni ’90 una straordinaria originale interprete nella celebre autrice di reportages Giorgia Fiorio, torinese ma cittadina del mondo da decenni, con le sue fotografie di soldati, pugili e legionari, toreri e pompieri, minatori e marinai.

La mostra Uomini: Prospettiva Retrospettiva, inedita per l’Italia, presenta dieci immagini per meglio far ri-conoscere in patria uno dei più interessanti talenti creativi a livello internazionale. Una selezione tratta dalla serie di monografie che Giorgia Fiorio ha realizzato per il progetto Uomini al quale ha lavorato per dieci anni (dal 1993) sulle “comunità chiuse maschili nella società occidentale. Esseri umani che – nel nostro tempo – avevano scelto di vivere in un quotidiano confronto fisico estremo con la morte e con se stessi”.

Ma l’ esposizione al MIAAO – realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Torino e della Regione Piemonte – non è solo un ‘atto dovuto’, e il suo titolo indica non tanto il carattere di retrospettiva, quanto di prospettiva, di questo lavoro. Che viene presentato, come prima non era mai avvenuto, solamente attraverso dieci immagini, magistralmente stampate dal laboratorio La Chambre Noire di Parigi in grande formato 100×100, e montate recto-verso, mostrandone un lato ‘invertito’ (la ‘retrospettiva’ va quindi intesa anche tecnicamente e concettualmente).


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