Striscioni anti-gay a Udine in piazza la protesta di Fiamma tricolore

  

Non è bastato il richiamo a un comportamento rispettoso della dignità degli omosessuali veicolato dal messaggio del presidente della Repubblica. «Non bisogna sottovalutare – ha scritto Giorgio Napolitano – i rischi che l’abitudine all’uso nel discorso pubblico di allusioni irriverenti, lesive della dignità delle persone, contribuiscano a nutrire il terreno sul quale l’omofobia si radica. L’ostentazione in pubblico di atteggiamenti di irrisione nei confronti di omosessuali è inammissibile in società democraticamente adulte – ha aggiunto il presidente -. La battaglia contro l’omofobia e le discriminazioni che ne derivano – ha concluso – non deve essere condotta solo ad opera di meritorie avanguardie, ma deve diventare un ben più vasto impegno civile».
di Alessandra Ceschia «Famiglia omosessuale vergogna nazionale». «Costituzione vigente famiglia omosex assente». Gli slogan, vergati con la vernice nera su un paio di striscioni e firmati “Fiamma tricolore”, sono spuntati poco prima della mezzanotte martedì fra le colonne della Loggia del Lionello e dinanzi alla serranda del Piccolo bar, burrascosa chiusura delle celebrazioni che, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, hanno visto la consegna dei poster con i baci gay realizzati in Friuli al presidente della Camera Gianfranco Fini e al Ministro per le pari opportunità Mara Carfagna. Per il vicepresidente dell’Arcigay Giacomo Deperu, si tratta del «tentativo assolutamente strumentale, di montare una polemica di cui nessuno sente il bisogno. Ci attendiamo – prosegue – che la politica tutta si faccia carico di dimostrare che questi atteggiamenti omofobi e vergognosi sono espressione di una piccolissima minoranza che non può trovare spazio nel dibattito della nostra società civile. Una minoranza politicamente insignificante che tenta di cavalcare un po’ di notorietà sulla nostra pelle». A rimuovere gli striscioni hanno pensato i vigili urbani che poi hanno segnalato il fatto alla questura. Gli investigatori della Digos stanno verificando se vi siano responsabilità a carico dei militanti che, dal canto loro, hanno voluto chiarire il motivo del blitz: «La nostra non è, e nemmeno vuole essere, una protesta nei confronti degli omosessuali – evidenziano i componenti della Fiamma – quelle che abbiamo voluto esprimere con gli striscioni sono le nostre riserve nei confronti delle famiglie omosessuali. Il concetto di famiglia nel nostro Paese, che ha radici cristiane, è basato sull’unione fra uomo e donna. Volevamo richiamare anche l’attenzione del sindaco Honsell che ha garantito il suo appoggio a iniziative come quelle legate alla veicolazione di manifesti con baci gay, mentre poco si fa a sostegno della famiglia, quella vera».


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