La Rainbow Flag, la bandiera arcobaleno, uno dei simboli storici del Gay pride, si prepara a sventolare l´hanno prossimo a Bologna, candidata ad ospitare la marcia dell´orgoglio omosessuale del 2012, che riunirà associazioni e collettivi Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) da tutta Italia.
L´annuncio è stato dato da Emiliano Zaino, presidente bolognese di Arcigay, a margine dei festeggiamenti di martedì sera per il “compleanno” del Cassero. Un tema che cercherà di trovare spazio nell´agenda politica di Virginio Merola, già alle prese con argomenti infuocati che da giorni tengono banco in città, dalle dichiarazioni sulle coppie sposate «da favorire» al tema dei finanziamenti alle scuole materne private, e con la Curia molto vigile sulle decisioni del sindaco («Lo giudicheremo sui fatti»). Il 2012 è un anno carico di valori simbolici per il movimento, a trent´anni da quel 28 giugno 1982, quando l´allora sindaco Renato Zangheri inaugurò il circolo Arcigay “Il Cassero”. A quaranta dalla prima manifestazione pubblica di omosessuali in Italia, quella che il 5 aprile 1972 sfilò per le strade di Sanremo per protestare contro il “Congresso internazionale sulle devianze sessuali” organizzato dal Centro italiano di sessuologia.
Non è la prima volta che l´evento si svolge nel capoluogo emiliano. «Siamo in ventimila» gridavano i manifestanti quel primo luglio del 1995, «una forza tranquilla e felice», esultava Franco Grillini, volto storico di Arcigay e oggi consigliere regionale dell´Italia dei Valori. Sul palco, l´allora sindaco Walter Vitali e Renzo Imbeni, nella veste di vicepresidente del Parlamento europeo. Fu il secondo Pride ufficiale in Italia, dopo che il primo aveva colorato le strade della Capitale nel ´94. Nel 2008 i partecipanti furono addirittura 200 mila, allo slogan di “Laicità, parità, dignità”. C´erano Vladimir Luxuria in minigonna bianca, la deputata Paola Concia in testa al corteo, Marcella di Folco, anima del Mit, tra le protagoniste della festa. Assente, quella volta, il sindaco Sergio Cofferati.
(rosario di raimondo)
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“È la nostra sfida laica alle istituzioni cittadine”
La famiglia tradizionale ormai non esiste più. Devono essere garantiti i diritti di tutte le coppie
La città è da sempre un punto di riferimento per tutto il movimento. La più avanzata in Italia
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Martedì sera, per i ventinove anni del Cassero, è salito sul palco e lo ha annunciato a tutti i presenti: «Vogliamo il Pride 2012 a Bologna». Emiliano Zaino, presidente locale di Arcigay e responsabile nazionale dell´associazione, ha già parlato con altre associazioni e collettivi Lgbt, «e sono arrivati segnali molto positivi da più parti».
Il Pride 2012 a Bologna: il terzo.
«È un evento importante per la città, che è da sempre il punto di riferimento a livello nazionale per tutto il movimento gay, lesbico e transgender. La più avanzata».
Una “sfida laica” alle istituzioni?
«Definiamola così. Ma bisogna chiarire cosa intendo per “laicità”: per me vuol dire condividere spazi con tutti, cattolici, non cattolici, laici. E rispettare i diritti, che devono essere uguali e tutelati. La Curia pare non voglia questo».
Per organizzare il Pride avrete bisogno anche del Comune.
«Anche della Provincia e della Regione. Con Merola i rapporti sono ottimi, speriamo nel suo patrocinio per le nostre iniziative. Perché una manifestazione è fatta di contenuti: noi li porteremo al Sindaco e li discuteremo allo stesso tavolo».
Quali iniziative avete in mente?
«Vogliamo che sia un evento di respiro internazionale, per portare temi e testimonianze che in Italia, per ignoranza, sono trascurate. A partire dalla famiglia, superando il concetto di famiglia “tradizionale” che non esiste più. Parleremo di matrimoni, o di istituti equivalenti che garantiscano pari diritti a tutte le coppie. Lo stesso Merola ha ribadito che proporrà all´Anci di chiedere al Parlamento una legge in materia di unioni per le coppie omosessuali. Vogliamo ottenere un risultato politico. Non è solo una manifestazione, è un processo lungo fatto di eventi e iniziative culturali. E poi, ovviamente, festeggeremo i trent´anni del Cassero, uno spazio importante per tutta l´Italia. Necessario, come disse anni fa Renzo Imbeni, “a superare discriminazioni e pregiudizi”. Il Cassero ha dato tantissimo, dalla cultura al divertimento, come dimostrano i report che ogni hanno consegniamo al Comune per illustrare le attività che abbiamo svolto».
1995: Walter Vitali sul palco. 2008: Cofferati assente. E Merola nel 2012?
«Lo inviteremo. Ma oltre alla sua presenza ci aspettiamo una maggiore apertura da parte della città rispetto a quello che chiediamo».
(r.d.r.)