Arcigay Milano a Pisapia: Per il matrimonio gay cambiare la Costituzione è inutile

  

Con la battaglia sul registro delle Unioni Civili e le tante dichiarazioni a sostegno delle tematiche care alla comunità lgbt non si può considerare il Sindaco Pisapia alla stregua di qualche politico reazionario e omofobo, stupiscono però certe affermazioni a lui attribuite oggi in merito alla necessità di cambiare la Costituzione per poter permettere l’accesso al matrimonio civile per le coppie omosessuali. Affermazioni che non sono dimostrate dai fatti.

La sentenza 138 del 2010 della Corte costituzionale e la recente sentenza della Cassazione dimostrano come il concetto di famiglia non sia cristallizzato nella società e che il diritto di legiferare sul matrimonio anche per le coppie omosessuali è nelle disponibilità del legislatore. Quindi non ci sono alibi costituzionali: la piena parità è un obiettivo raggiungibile e disponibile.

Marco Mori, presidente del CIG Arcigay Milano dichiara:”Recentemente illustri giuristi, costituzionalisti e docenti universitari tra cui Marilisa D’Amico, hanno ribadito in una lettera l’inesistenza di un divieto della Costituzione a legiferare in materia del cosiddetto matrimonio gay. Le dichiarazioni di Pisapia rischiano di diffondere argomentazioni a favore di soluzioni di serie B o non soluzioni che vanificano le battaglie di progresso e parità e mistificano la realtà.E’ chiaro che in questo contesto politico qualsiasi legge per il matrimonio paritario verrebbe affossata in Commissione Affari costituzionali, e quindi è solo in quell’ottica che occorrerebbe cambiare la Costituzione, cioè per eludere il plotone di sacrestani arroccati in Parlamento. Ma in un Paese civile con una classe politica seria basterebbe ai politici avere un pochino del coraggio e della coerenza dimostrata da Pisapia nel contesto milanese in questo anno.

Siamo già famiglie e siamo già sposati, e la maggioranza degli italiani la pensa così, è solo la politica che non vuole riconoscere la realtà delle cose.”


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