Famiglie, dal Tribunale di Roma via libera alla step child adoption. Romani (Arcigay): “Un’altra doccia gelata per Renzi. La politica per noi è sempre in vacanza”

  


Bologna, 29 agosto 2014 – “Dopo quella nobile a favore dei malati di Sla, ecco un’altra doccia gelida per il nostro premier Renzi. Questa volta però c’è di che essere imbarazzati”: Flavio Romani, presidente di Arcigay, commenta a caldo la storica sentenza del tribunale dei minorenni di Roma che riconosce all’interno di una coppia lesbica il  diritto di una partner di adottare il figlio partorito dalla moglie. “Una sentenza che mette al centro gli interessi dei minori e che riconosce l’omogenitorialità come una genitorialità sana e meritevole. Ancora una volta insomma i tribunali italiani, incalzati dalle istanze delle persone gay, lesbiche e trans, pongono rimedio alle lacune di un sistema giuridico che la politica non si dimostra in grado di saper adeguare ai cambiamenti della nostra società. Dinanzi a un Parlamento e a un Governo in vacanza da sempre sul tema dei diritti, tocca di nuovo alla Magistratura ristabilire il senso di giustizia e farsi carico del disagio dei più piccoli e delle loro famiglie. Qui non si tratta di produrre innovazione – mette in chiaro Romani – semmai di colmare vuoti che altrove in Europa hanno colmato da anni; e soprattutto si tratta di emancipare il nostro sistema politico dalla melma di un “convincimento diffuso in parte della società, esclusivamente fondato, questo sì, su pregiudizi e condizionamenti”, come si legge a chiare lettere nella sentenza del tribunale capitolino, riportata sul portale Articolo29.it. A questo punto la nostra domanda si fa più assillante: ma Renzi, il nostro premier, cosa sta facendo? Con la sua consueta enfasi aveva annunciato per settembre una legge che riconoscesse le coppie formate da persone dello stesso sesso e i conseguenti diritti, tra cui appunto la step child adoption. Ma settembre è in arrivo e di quella legge nemmeno si parla, evidentemente per non dispiacere ai clericali che tengono in ostaggio la maggioranza progressista di questo Paese, accampati tanto nel Partito Democratico quanto nelle lobby con cui esso si è alleato nelle famigerate larghe intese. Questa situazione – conclude Romani – getta il nostro Paese nel ridicolo e certifica l’inadeguatezza di una classe politica che sui temi che più da vicino toccano la vita delle persone si limita a fare del grottesco avanspettacolo, sospeso tra proclami fintoliberali e scivoloni squallidi che paiono tratti dalla peggio filmografia dello scorso millennio”.