Parole venate di disprezzo e razzismo verso i gay

  

Ieri un docente universitario è finito in manette per avere, secondo l’accusa, abusato del suo potere per sottoporre a pressioni psicologiche e a molestie sessuali i suoi studenti. Un’accusa grave ed infamante, su cui ci auguriamo che sia fatta piena luce.
Altrettanto grave ci sembra il modo con cui parte della stampa italiana ha ritenuto di titolare la notizia.

Qualcuno ha parlato di “festini gay”, riprendendo una frase fatta che riemerge carsicamente come tentazione immotivata ad associare la parola gay all’idea di festose orge a base di sesso e champagne. Negli articoli in merito, di fatto, non si fa alcun cenno a feste e festini: casomai a rapporti sessuali a due consumati fugacemente in uno studiolo dell’ateneo romagnolo.
“In manette il professore col vizietto”, si è detto altrove. Il vizietto che si è inteso evocare è, senza dubbio, quello dell’omonimo titolo di una commedia brillante interpretata al cinema da Ugo Tognazzi. Solo che lì era ironicamente definito “vizietto” proprio l’omosessualità dei protagonisti. Qui le manette sono dovute ad una presunta violenza. Non bisogna essere integralisti difensori del “politically correct “ per indignarsi di fronte e simili accostamenti che creano confusione fra i lettori.
A Cesena c’è stata, forse, una violenza, ed il protagonista pare fosse gay. “Violenza gay” è per questo un buon titolo? Che ve ne pare di “violenza negra” per un delitto commesso da un nigeriano o di “stupri cattolici” per i casi di pedofilia nella chiesa?

Nel lontano 1960 lo scandalo detto dei “balletti verdi” scosse l’Italia bigotta dal suo torpore. A Brescia si era scoperta l’esistenza di un giro di feste con risvolti sessuali che coinvolgevano ricchi e maturi signori con più giovani clienti. Fu l’avvio di una campagna senza precedenti contro le persone omosessuali, condotta in modo aggressivo dalla stampa, dalla magistratura, da alcune forze politiche. Si aprì una caccia alle streghe senza confini (oltre a sacerdoti e uomini di cultura, persino il povero Mike Bongiorno fu tirato dentro la vicenda!) che culminò nella presentazione, fra il 1960 il 1963, di ben tre proposte di legge che prevedevano pene severe in caso di comportamenti omosessuali anche solo di “apologia della condotta omosessuale”. Manco a dirlo, dei quindici indagati, solo uno finì condannato per sfruttamento della prostituzione.
Tanta acqua è passata sotto i ponti da allora, ma, periodicamente, l’impulso a creare scandali succulenti attorno alla condizione omosessuale rischia di travolgere, oggi come allora, ogni logica di buon senso e di correttezza.

Le violenze denunciate dagli studenti di Cesena sono un fatto molto triste, che non fanno onore, se confermate, a chi le ha commesse.
Ma era proprio indispensabile che tante persone per bene, questa mattina, ricevessero a loro volta una razione di violenza?

Sergio Lo Giudice
Presidente nazionale Arcigay


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