Pistoia verso l’Europa

  

Da "Il Tirreno" del 01.10.03
LA POLEMICA
Unioni civili: Vannucci critica, Arcigay e Cgil replicano

PISTOIA. L’istituzione del registro delle unioni civili può essere considerato un adeguamento alle trasformazioni sociali e l’argomento sarà messo all’ordine del giorno di una delle prossime riunioni della maggioranza.

Si sarebbe espresso in questi termini, secondo la consigliera dell’Udc Iole Vannucci, il sindaco Renzo Berti nel corso dell’ultimo consiglio comunale. «L’equiparazione della famiglia fondata sul matrimonio – ha ribattuto la stessa Vannucci – con le unioni di fatto non fa che svilire l’istituto della famiglia garantita dalla Costituzione, svuotandola di contenuto, senza riconoscere il dovuto rispetto e valore a coloro che si assumono responsabilità durature nei confronti della società».

A Vannucci replica subito l’Arcigay di Pistoia. «Il registro delle unioni civili altro non è che un registro appunto in cui coppie non sposate possono iscriversi, per dichiarare ufficialmente la loro unione. Esso ha essenzialmente un valore simbolico, ma è di grande importanza per tutte quelle persone che, per vari motivi, non possono usufruire del matrimonio. Sarà anche l’unica possibilità di riconoscimento per le tante coppie omosessuali che non possono sposarsi, coppie che, forse non a caso, vengono completamente dimenticate da Vannucci. In Italia, infatti non è ancora possibile per le coppie dello stesso sesso né sposarsi né veder riconosciuto alcun diritto, andando per altro controcorrente rispetto a gran parte del resto d’Europa.

«A mio avviso – afferma Matteo Marliani, presidente dell’Arcigay di Pistoia – la nostra città infatti può dimostrare di essere avanti culturalmente anche in questo e invece, ancora una volta, si rischia di classificare i cittadini in cittadini di serie A e cittadini di serie B; se infatti non tutti possono sposarsi, tutti potrebbero però iscriversi nel registro, oltre alle persone omosessuali potrebbero usufruirne anche le persone separate e riaccompagnate che non godono di nessuna tutela, tra l’altro non sempre per scelta propria. Dare più possibilità di scelta alle persone è un atto di grande democrazia e non un limite, né culturale né sociale. Ben venga quindi il registro delle unioni civili».

Sul medesimo tema interviene anche la Cgil, da cui si auspica che il proposito del sindaco Berti, di aprire una discussione per l’istituzione del registro delle unioni civili, vada avanti.

«Indipendentemente dal programma di governo – fa notare la Cgil – non vi è dubbio che il tema è particolarmente attuale visto che vi sono ormai impegnati lo stesso consiglio regionale nella stesura del nuovo statuto regionale e tanti Comuni della nostra regione e non solo. È la presa d’atto di una società che cambia, una società in continua trasformazione fatta di individui: donne, uomini, bambini i cui diritti non possono essere messi in discussione da una lettura di pura conservazione incapace di prendere atto di una realtà di fatto e di modelli sociali e comportamentali che sono profondamente mutati. Uno stato laico e democratico deve garantire pieno sostegno e pari dignità a tutti i cittadini rispettando scelte che appartengono unicamente alla sfera privata».


Comunicato stampa Arcigay La Giraffa

La consigliera Iole Vannucci (udc) ha depositato un’interpellanza sull’istituzione del registro delle unioni civili a Pistoia. L’interpellanza fa seguito alla dichiarazione dell’assessore alle politiche sociali Stefano Cristiano, che durante un dibattito pubblico organizzato da Arcigay e CGIL, annunciò l’intento di istituire anche Pistoia un registro delle unioni civili.

Il registro delle unioni civili altro non è che un registro appunto in cui coppie non sposate possono iscriversi, per dichiarare ufficialmente la loro unione. Esso ha essenzialmente un valore simbolico, ma è di grande importanza per tutte quelle persone che, per vari motivi, non possono usufruire del matrimonio.

“Il registro delle unioni civile serve solo a formalizzare delle unioni che formalizzate non sono”, è forse questa l’unica affermazione condivisibile, per altro non particolarmente arguta, dell’interpellanza in questione. Infatti il registro, pur non conferendo diritti né uguali né simili al matrimonio, serve appunto ad una “formalizzazione” del rapporto tra due persone; va da sé che alla base del rapporto c’è il sentimento, ma sempre più la sostanza del rapporto deve essere accompagnata anche alla forma — da un riconoscimento appunto. Se poi si volesse dare la possibilità a chi si iscrive di godere di alcuni diritti, che sarebbero sempre ben diversi da quelli legati all’istituto del matrimonio, ciò sarebbe di certo un ulteriore passo avanti.

“Il registro creerebbe solo confusione tra il matrimonio e le unioni civili” afferma Iole Vannucci “e tra i diritti che ne derivano”. A differenza della Consigliera Vannucci, noi non sottovalutiamo le capacità delle persone che crediamo siano benissimo in grado di capire le differenze tra un istituto (il matrimonio) e un semplice registro.

Il registro delle unioni civili che Arcigay spera verrà istituito, sarà anche l’unica possibilità di riconoscimento per le tante coppie omosessuali che non possono sposarsi, coppie che, forse non a caso, vengono completamente dimenticate dall’intervento della consigliera Vannuccci. In Italia, infatti non è ancora possibile per le coppie dello stesso sesso né sposarsi né veder riconosciuto alcun diritto, andando per altro controcorrente rispetto a gran parte del resto d’Europa.

“A mio avviso questa è una grave discriminazione, afferma Matteo Marliani, presidente dell’Arcigay di Pistoia, la nostra città infatti può dimostrare di essere avanti culturalmente anche in questo e invece, ancora una volta, si rischia di classificare i cittadini in cittadini di serie A e cittadini di serie B; se infatti non tutti possono sposarsi, tutti potrebbero però iscriversi nel registro, oltre alle persone omosessuali potrebbero usufruirne anche le persone separate e riaccompagnate che non godono di nessuna tutela, tra l’altro non sempre per scelta propria, che riceverebbero almeno un riconoscimento simbolico.

È molto apprezzabile invece l’interevento del sindaco che, in massima sintesi sostiene, non solo la grande importanza della questione sollevata, dando grande valore a tutte le unioni senza discriminazione alcuna, “dare dei diritti ad alcuni non vuol dire toglierne ad altri” afferma il sindaco che ha colto in pieno il senso di questa proposta: non stiamo chiedendo qualcosa che deve essere tolto ad altri, ma semplicemente degli spazi di libertà in più.

Dare più possibilità di scelta alle persone è un atto di grande democrazia e non un limite, né culturale né sociale.
Ben venga quindi il registro delle unioni civili, che porterebbe Pistoia al passo con il resto d’Europa, dando una possibilità di pari dignità ad ogni tipo di unione affettiva, perché l’amore merita rispetto.


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