Arcigay vs. Arcilesbica

  

Il circolo ARCIGAY “La Rocca” di Cremona organizza per Domenica 24 novembre 2002 una serata di dibattito intitolata “ARCIGAY Vs ARCILESBICA. Conoscere il passato, capire il presente, immaginare il futuro”.
Interverranno Aurelio Mancuso, Segretario Nazionale di ARCIGAY e Cristina Gramolini, Presidente Nazionale di Arcilesbica. Coordinerà e modererà il dibattito il Sig. Paolo Gualandris, caporedattore del quotidiano La Provincia.

L’idea di mettere a confronto le due principali organizzazioni nazionali per la difesa dei diritti delle persone omosessuali nasce dall’esigenza di far conoscere a chi, come molti di noi, si è avvicinato da poco all’associazionismo. La realtà delle organizzazioni nazionali è infatti talvolta lontana e poco tangibile, se non attraverso strumenti come internet a cui pochi accedono.
Inoltre, alcuni di noi sentono ancora la necessità di capire a fondo le motivazioni che hanno spinto ArciLesbica a costituirsi come soggetto autonomo da ArciGay, ed a quali risultati questa evoluzione abbia portato nel corso dei sei anni dalla sua nascita.

Il primo circolo ArciGay nasce a Palermo nel 1980, in seguito alla mobilitazione suscitata dalla tragedia di Giarre, dove due giovani si erano fatti "suicidare" perché la loro relazione era dileggiata in tutto il paese. La prima importante riunione nazionale del’ARCI Gay avviene a Palermo nel 1982 alla presenza dei dirigenti nazionali del’ARCI: questa riunione viene considerata a tut’oggi come il primo congresso nazionale del’Associazione.
Nel 1984 si apre la discussione nel movimento sulla necessità di costruire e rafforzare una significativa presenza nazionale. Questa discussione porta al’unificazione di quasi tutti i gruppi gay italiani esistenti nel’Arcigay nazionale che, nel’assemblea nazionale del marzo 85, decide di trasformarsi in organizzazione nazionale vera e propria. ‘associazione stabilisce la sua sede nazionale a Bologna.
Nel novembre del’89 si incontrano a Verona trecento lesbiche aderenti al’Arcigay: si tratta del primo grande incontro nazionale di donne omosessuali che decidono di affrontare ‘impegno politico, fino ad allora ritenuto campo maschile per eccellenza dal lesbismo, che era essenzialmente separatista. Questa scelta porterà alla nascita di Arcigay Donna al quarto congresso nazionale del’associazione che si svolgerà nel febbraio del’90 e alla elezione di una donna come Segretaria Nazionale.
Al successivo Congresso di Rimini, nel’aprile’94, ‘associazione trasforma la sua denominazione in Arcigay Arcilesbica, diventando ‘unica associazione italiana il cui Statuto preveda ‘elezione degli organismi dirigenti sulla base di una quota del 50% per ognuno dei due sessi.

Il settimo congresso nazionale del’Arcigay, a Rimini, nel’ottobre’96, sancisce ‘articolazione del’associazione in Arcigay e in Arcilesbica, che viene alla luce come prima associazione nazionale italiana lesbica non separatista. ArciLesbica nasce perché si prefigura in modo sempre più ineluttabile l’esigenza di agire politicamente entro uno spazio autonomo, visibilmente lesbico, fuori dalle maglie di una politica gay spesso troppo neutra. L’urgenza che ha portato al cambiamento è stata quella di costruire un’organizzazione che divenisse strumento per intervenire concretamente nella vita politica e sociale italiana, per neutralizzare ogni tentativo di discriminazione nei confronti delle lesbiche, per opporsi al pregiudizio diffuso, per ottenere giustizia sociale sul piano dei diritti, in grado di aggregare, ma anche di dialogare e contrattare con le istituzioni centrali e locali. Stanno dunque alla base di questa scelta l’affermazione del principio di autodeterminazione e la volontà di rappresentare il lesbismo nella società di oggi. In questo senso ArciLesbica nasce sicuramente in un contesto di grande difficoltà, per le resistenze e le diffidenze profonde, provenienti ,non solo dal movimento gay, ma anche da quello lesbico, con cui si è dovuta confrontare nei primi anni di vita.

Rimane da capire quali siano, oggi, le diverse ideologie che animano il movimento lesbico e quello gay; quali i terreni su cui le associazioni lottano in prima linea, quali gli obiettivi prefissati e, di conseguenza, il senso, nonché il valore, del frazionamento del movimento glbt (gay, lesbico, bisessuale e transgender) in molteplici gruppi ed associazioni distinti.
Diversa ed incomprensibile è invece la tendenza separatista che purtroppo si riscontra spesso nel movimento glbt in cui ogni associazione sembra cercare un proprio spazio di azione escludendo le altre, vissute come minaccia per la propria visibilità.
Auspichiamo, quindi, che questo incontro favorisca un clima di maggiore amicizia e che spinga a concretizzare le proposte di cooperazione tra le associazioni.
Inoltre, ci auguriamo che, interloquire con autorevoli rappresentanti del movimento glbt italiano, ci consenta di individuare percorsi nuovi da intraprendere per portare avanti la battaglia, comune a tutti, per la difesa delle libertà individuali e la tutela dei diritti, principi democratici elementari, ma tutt’oggi ancora da conquistare.


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