Bellomo lascia Bari

  

Venerdì 27 Dicembre 2002
Da "La Repubblica" di Mara Chiarelli

LE MINACCE AL GAY PRIDE
Bellomo: "Oggi parto, noi omosessuali siamo senza tutela"
Il ministro degli Interni invita le forze dell´ordine a vigilare. Ma il portavoce dei gay nel mirino ha deciso: lascia la città

Il logo del Bari Pride

Il logo del Bari Pride

Le valigie sono pronte, il silenzio delle istituzioni non lo ha convinto a restare. Anzi, Michele Bellomo, presidente dell´Arcigay di Bari e portavoce del prossimo Gay Pride, è pronto a trasferirsi per qualche tempo a Roma, al circolo "Mario Mieli" che lo ha invitato.

Questa mattina partirà, «a meno che non mi arrivi una telefonata dalla Questura – spera ancora – che so, in cui mi dicono che c´è un incontro in Prefettura per affrontare il mio problema, questa incresciosa situazione». Nonostante la puntuale cronaca degli organi d´informazione e le quattro denunce da lui presentate alla Digos, finora quella telefonata non è arrivata. Michele Bellomo, perseguitato ormai da tre mesi, con minacce e aggressioni verbali di ogni tipo, non è soltanto spaventato.

"Mi auguro che arrivi la telefonata in cui mi dicono che quella scritta sarà cancellata e che sarà garantita un po´ di sorveglianza"
Michele è, piuttosto, indignato per il trattamento riservato alla manifestazione che a giugno scenderà in piazza, a Bari, e che ha ricevuto il patrocinio degli enti locali: «Bari non ne esce bene – commenta -. Il Gay Pride, per la prima volta al sud, significa anche una riscoperta turistica della città, la possibilità di rivalutarne il patrimonio culturale, artistico. Ma se il portavoce se ne va, di certo anche chi interverrà non si sentirà tutelato». Le minacce erano cominciate tre mesi fa, nella rete del web. «Noi dell´Arcigay facciamo anche un servizio di "aiuto" sulle chat – spiega – in favore di coloro che ancora non vivono bene la propria sessualità. Durante una di questa chiacchierate, hanno scritto: "Il Gay Pride sarà una strage, Bellomo verremo tutti sotto casa tua". Io ho presentato denuncia alla Polizia postale, ma loro poi sotto casa ci sono venuti». La storia della persecuzione, strisciante e vigliacca, nei confronti di Michele Bellomo, continua con periodiche quanto puntuali apparizioni, nei posti da lui frequentati. Esplode due settimane fa con una gigantesca scritta sotto la sua abitazione, nella quale gli "artisti del murales" dubitavano sulla presenza del giovane al Gay Pride. «È ancora lì, nessuno l´ha cancellata – sbotta -. So che la Digos ne ha parlato con l´Amiu, e che avevano preso l´impegno di rimuoverla, ma c´è ancora. Non so proprio dove sia l´intoppo».

Dieci giorni fa, in gruppo sotto casa ad insultarlo, e la settimana scorsa fuori del liceo di Barletta, dove Bellomo si era recato. Lunedì, infine, davanti alla sede della emittente radiofonica "Controradio", dove lo stavano intervistando, e poi ancora sotto casa: «Non li conosco, sono di Forza Nuova: continuavano a dirmi "gay", una presenza offensiva. I miei genitori sono molto preoccupati – aggiunge – e io non posso continuare ad occuparmi dell´organizzazione, per altri sei mesi, guardandomi le spalle. Credo di non chiedere nulla di straordinario, solo tutela e garanzia per la riuscita della manifestazione. Non ho alcuna voglia di restare sull´asfalto».

Della sua incresciosa situazione, lunedì i deputati Ds Alba Sasso e Franco Grillini hanno parlato con il ministro Pisanu: «Il ministro ha riferito al capo della polizia – riporta l´onorevole Grillini – che a sua volta ha telefonato al Questore di Bari, per attivare misure di tutela. Certo è che la situazione barese è bizzarra: da una parte c´è un arco amplissimo di forze politiche che a parole sostiene la manifestazione, e dall´altra dieci "sfigati" hanno via libera nel tormentare un ragazzo sul piano personale. Non ho paura per lui, perché "can che abbaia non morde", ma se c´è chi perseguita un esponente politico e nessuno interviene, allora vuol dire che qualcosa non va. Da parte mia, se la scritta non viene cancellata, e Michele non è difeso, sono pronto a trasferirmi a casa sua».

Intanto Michele questa mattina parte per Roma: «Ha ragione – riprende Grillini – non deve fare l´eroe. Non si riesce proprio a capire come mai un gruppo di nazisti viene lasciato libero di fare ciò che vuole. Se tutto ciò fosse avvenuto ai danni di un altro esponente politico, sia pure di minoranza, probabilmente ci sarebbe stata una mobilitazione nazionale. Allora, forse, è l´Arcigay ad essere ignorata».

Solidale con il presidente anche il segretario regionale della sinistra giovanile pugliese, Domenico De Santis: «Gli sviluppi degli ultimi giorni – scrive – denotano come la cultura della tolleranza e del rispetto altrui siano ancora distanti, e sconosciute da frange estremiste del panorama politico locale». Chiede una presa di posizione del senatore Ettore Bucciero o dell´onorevole Alfredo Mantovano, «visto che noi riteniamo che le loro posizioni assunte nei mesi scorsi – accusa – abbiano fomentato gli autori delle discriminazioni».

Alla vigilia della partenza per Roma, Michele Bellomo serba qualche goccia di speranza: «Mi auguro che domani (oggi, ndr), proprio sulla soglia – ammette – mi arrivi la telefonata in cui mi dicono che quella scritta sarà cancellata, e che sarà garantito un minimo di tutela a me e ai miei collaboratori. Devo essere sincero? Non ci credo molto».


Sabato 28 Dicembre 2002
INTERVISTA a MICHELE BELLOMO
Da "La Repubblica" di Davide Carlucci

"Scritte, lettere e ingiurie mi hanno costretto a fuggire. Spero di tornare il prima possibile. La destra denunci chi minaccia"

Michele Bellomo

Michele Bellomo

BARI – Bellomo, lei da due giorni ha lasciato Bari e vive a Roma, ospitato dal circolo Mario Mieli. Si sente braccato?

«Sì – risponde il presidente dell´Arcigay di Bari -, e non solo come persona ma come esponente di un´associazione che sta cercando di organizzare una manifestazione, in una città del Sud come Bari, nella quale si possano identificare tutti quelli che credono nella democrazia e nella laicità. E quest´assenza mi pesa. La mia è una famiglia matriarcale, tutti gli anni Natale e Capodanno amiamo passarli insieme. Le assicuro che è un dolore per me stare fuori l´ultimo dell´anno. E spero di poter tornare al più presto a casa».

Cosa la trattiene?

«Aspetto una telefonata. Almeno dalla Questura o dalla Prefettura di Bari. Qualcuno che mi dica: okay, ora è tutto a posto, potete continuare a organizzare la vostra manifestazione in tranquillità, senza temere nulla».

E invece non l´ha chiamata nessuno.

«Solo il presidente della Provincia di Bari, Marcello Vernola. Non i rappresentanti del Comune e della Regione, che pure hanno patrocinato la manifestazione».

Scritte, insulti, minacce: quando è iniziato tutto?

«Tre mesi fa. Attraverso internet mi sono arrivate minacce che ho subito denunciato alle autorità».

Cosa dicevano?

«"Andremo tutti sotto casa di Bellomo". E frasi come: "Conteremo i morti". Poi mi sono arrivate le prime minacce anonime tramite cellulare. Ed è partita l´escalation: le scritte sotto casa mia, gli insulti davanti alla sede di Controradio, il volantino delirante dell´altra notte, che recita "Dio ci sarà testimone". E´ un gruppo isolato di persone che non rappresenta certo la gente di Bari, che invece mi ha manifestato solidarietà. Anche le forze dell´ordine mi sono state molto vicine. Quel che mi preoccupa è l´indifferenza delle istituzioni. Le scritte sotto la mia abitazione non sono state neppure cancellate. Una mancanza di rispetto non solo nei miei confronti, ma anche verso i cittadini baresi».

Per Ettore Bucciero, senatore di An, i militanti di Forza Nuova sono «bravi ragazzi». Lui dubita che siano gli autori delle scritte.

«Allora denuncino alla magistratura chi utilizza i loro simboli. Bucciero ha anche detto che se fossero loro sarebbero degli "stupidini". Possono essere considerati semplicemente così, delle persone che inseguono i gay minacciandoli?».

An ha raccolto le firme contro il Gay pride, ma il governatore Raffaele Fitto, cattolico del Polo, ha concesso il patrocinio. Un atto di coraggio?

«Un atto dovuto che apprezziamo, al quale, però, è seguito il vuoto. Abbiamo ricevuto segnali di apertura, invece, dall´arcivescovo di Bari, Francesco Cacucci e dal presidente regionale della Cei, Cosmo Francesco Ruppi».

Criticati, per questo, dal sottosegretario Alfredo Mantovano, di An.

«La destra italiana è stantia, non al passo con quella europea. Per questo il Gay pride a Bari, organizzato per lottare contro le discriminazioni sul lavoro, è un appuntamento importante per il Sud e per la democrazia in Italia».


Domenica 29 Dicembre
Da "La Repubblica" di Davide Carlucci

Bari, la protesta degli organizzatori: Fini richiami An, fuori legge Forza Nuova
Gay pride, interviene Pisanu: tutela per il leader minacciato

Il Ministro dell'Interno Pisanu

Il Ministro dell’Interno Pisanu

BARI – «Vigilanza rafforzata». E´ la misura di sicurezza che il ministro dell´Interno Giuseppe Pisanu ha predisposto per Michele Bellomo, il leader barese dell´Arcigay che ha lasciato la sua città, rifugiandosi a Roma perché minacciato dagli estremisti di destra. Bellomo apprezza l´intervento del ministro ma dice: «Per tornare a Bari aspetto comunicazioni dalla Questura. Finora non è arrivato alcun segnale». L´impegno di Pisanu è «un elemento positivo» per Franco Grillini, deputato Ds e presidente onorario dell´Arcigay, che però si rivolge con un appello al vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini, firmatario di una petizione del suo partito, An, contro il Gay pride che si terrà il 7 giugno a Bari: «Quella raccolta di firme ha finito per rappresentare una copertura dell´estrema destra neonazista pugliese. Fini condanni questi episodi di aggressione che nulla hanno a che fare con la libera dialettica democratica». Grillini dà appuntamento al 25 gennaio per una manifestazione nazionale dell´Arcigay che si svolgerà a Bari.

Intanto sono state cancellate le scritte intimidatorie comparse sui muri prima di Natale sotto la casa di Bellomo. L´avvocato del militante per i diritti omosessuali, inoltre, ha consegnato alla Digos il volantino con le ultime minacce, fatto trovare il 26 sotto il portone dell´abitazione. I controlli della polizia sono serrati, insomma, come chiedevano in un´interpellanza Piero Fassino, Massimo D´Alema e Luciano Violante. A loro Pisanu ha annunciato che risponderà alla riapertura dei lavori parlamentari. Ma Imma Battaglia, organizzatrice del Gay pride, chiede al ministro dell´Interno anche «la messa fuori legge di Forza Nuova», l´organizzazione ritenuta responsabile delle intimidazioni: «Da tre anni compiono azioni di razzismo omofobo e non accade nulla, mentre i no global vengono incarcerati». Anche la Sinistra giovanile mette in guardia contro il pericolo rappresentato dall´estrema destra nel capoluogo pugliese e denuncia: «Da anni chiediamo invano al Comune di Bari la cancellazione delle scritte antisemite sui muri della città».


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