Facciamo un Pacs avanti

  

Anche quest’anno Il Parlamento europeo ha raccomandato agli Stati di garantire alle coppie gay e lesbiche gli stessi diritti di quelle unite in matrimonio. Niente di nuovo sotto il sole d’Europa: già da un paio d’anni la Carta di Nizza riconosce i diritti delle famiglie nate al di fuori del matrimonio e le risoluzioni europee sul tema non si contano più. Il fronte del riconoscimento delle coppie “same sex” si è spostato a sud: ai paesi nordeuropei si sono aggiunti Francia, Germania, Portogallo e il Belgio che, seguendo l’esempio olandese, ha esteso a gay e lesbiche il matrimonio. Regioni di antica tradizione cattolica ( comprese Catalogna, Aragona e Navarra che riconoscono questi diritti con leggi regionali) hanno fatto il grande salto. In Italia tutto tace, ma non si ferma l’impegno del movimento gay, lesbico, bisessuale e transessuale per il riconoscimento giuridico dei diritti civili. Di recente, due nuove proposte di legge sono state presentate alla Camera. Titti De Simone, Fausto Bertinotti e Nichi Vendola sono i primi firmatari di una proposta di legge che mira ad offrire un’ampia gamma di soluzioni giuridiche ai rapporti di coppia: dalle “unioni civili”, aggiuntive al matrimonio e accessibili a coppie di sesso uguale o diverso, alle “unioni registrate”, che estendono a gay e lesbiche i diritti connessi al matrimonio, fino al riconoscimento di tutele e diritti alle convivenze di fatto che tali vogliano restare. Una legge ampia ed articolata che comprende anche il divieto di discriminazione nell’affidamento dei figli e nell’ adozione. Di taglio diverso l’ultima proposta presentata da Franco Grillini (e firmata, fra gli altri, da Violante, Pecoraro Scanio, Diliberto, Realacci) che, dopo aver già depositato diversi progetti di legge, dalle unioni registrate alla legge antidiscriminatoria, si ripropone di lanciare in Italia il modello francese del PACS (Patto Civile di Solidarietà) a cui più di centomila francesi hanno già fatto ricorso. Arcigay ha chiamato il movimento glbt a mobilitarsi per una grande raccolta di firme (obiettivo
minimo: centomila) che partirà il 14 febbraio per chiedere al Parlamento di varare una legge. Un obiettivo definito ma perseguibile. “Un PACS avanti”, come recita lo slogan della campagna, coordinata da Alessandro Zan, a cui ha aderito la gran parte del movimento glbt (Arcilesbica, Agedo, Coordinamento gay credenti, Circolo Mario Mieli, InformaGay, GayLib e tanti altri), diverse realtà di partito (finora Verdi, Radicali e i Coordinamenti glbt dei DS, del PdCI, di Rifondazione) e del mondo sindacale e associativo (fra cui CGIL, LILA e LIFF, la Lega Italiana Famiglie di Fatto). I DS hanno già in programma per il 25 febbraio un convegno nazionale sul tema, altre iniziative sono in cantiere. Nei prossimi mesi, c’è da giurarci, nelle piazze italiane se ne sentirà parlare.

* Presidente Nazionale Arcigay


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