Orientamento sessuale e donazioni di sangue

  

Abbiamo ricevuto da un nostro lettore, donatore di sangue, una segnalazione di uno spiacevole episodio accaduto al Padiglione Marangoni del Policlinico di Milano. Ecco la lettera giunta ad Arcigay:

Lunedì 23 dicembre 2002 mi sono recato al Policlinico di Milano, Padiglione Marangoni, come faccio da circa 8 anni con cadenza trimestrale, per donare il mio sangue. L’ultima donazione risaliva al mese di agosto 2002: in quell’occasione, la mia terza donazione dell’anno 2002, avevo anche ricevuto con un certo orgoglio il mio certificato di “buon donatore” accompagnato da un CD, premio per la mia assiduità.

Sono stato accolto dalla richiesta di effettuare, prima della classica procedura di donazione, un colloquio con il medico che mi segue personalmente, in occasione dei colloqui pre-donazione, il dott. Zanuso.
Quest’ultimo mi aveva già illustrato nel 2001 le novità introdotte in quell’anno dalla disposizione dell’allora Ministro della Sanità Veronesi, relativamente alla possibilità per gli omosessuali di donare il loro sangue alla stregua dei colleghi etero. Durante il colloquio di dicembre il dottore mi spiega, invece, che sono cambiate le disposizioni e che io, in quanto omosessuale, appartengo a una categoria “sessualmente a rischio” e sono pertanto sospeso dalla donazione.
Il discorso del dott. Zanuso mi ha prima sorpreso, poi indignato, infine scoraggiato. Il dottore stesso mi aveva spiegato, più di un anno fa, che la mia omosessualità non costituiva un ostacolo “in sè” alla donazione e che solo i miei comportamenti, più o meno responsabili (nei confronti di me stesso prima e degli altri poi), avrebbero decretato la possibilità di continuare a donare.
Va precisato che il dottor Zanuso era altrettanto indignato quanto me e che l’interpretazione da lui data finora del decreto Veronesi non era condivisa da tutti. In particolare mi è stato spiegato che la Direzione del Policlinico ha recentemente dato una lettura del Decreto diversa dalla sua e più restrittiva, definendo tutti i gay “soggetti sessualmente a rischio” ed escludendoli dalla donazione.
Alla mia richiesta di avere una copia della circolare interna alla struttura che dava questa nuova disposizione, mi è stato risposto che non c’era nessuna circolare.
Ci siamo salutati con la mia promessa di scrivere due righe alla Direzione del Padiglione e al Presidente dell’Associazione Donatori — nonché Ministro della Sanità, prof. Girolamo Sirchia.


Ed ecco la risposta del Responsabile Nazionale di Arcigay per le politiche della Salute, Paolo Ferigo:

Egregio Dottore,
Le scrivo a proposito di una segnalazione pervenutami da una persona che fino ad ora ha abitualmente donato il proprio sangue presso la Vostra struttura.
Verso la fine del mese di dicembre u.s. durante un colloquio effettuato con il Vostro Dott. Zanuso la persona che ci ha contattato è venuta a sapere, con comprensibile disappunto, di non poter effettuare la consueta donazione a causa del suo orientamento sessuale, nonostante fosse un donatore abituale da oltre dieci anni, e solo per il fatto di essere omosessuale, a prescindere dalle abitudini e dai comportamenti personali.
Ad una richiesta di spiegazione al medico, questi ha indicato in una modifica nelle disposizioni rispetto alle disposizioni dell’ex Ministro Veronesi, non si sa se a livello nazionale o solo per quella struttura e senza per altro che fosse possibile acceder ad alcun documento che fornisse chiarimenti, la ragione del rifiuto alla donazione.
Le sarei pertanto grato se potesse fornirmi delucidazioni su questo presunto nuovo aggiornamento nella prassi di selezione dei donatori, specificandomi se è dovuta ad una “interpretazione personale” del Dottor Zanuso, ad una disposizione interna del Settore o dell’Istituto o ad altro.
Certo in un Suo cortese e sollecito riscontro, con l’occasione porgo distinti saluti.
Il Responsabile Arcigay Area Salute
Paolo Ferigo


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