Così la crisi della Provincia distrugge una festa di civiltà

  

La mancata approvazione del bilancio della Provincia di Bari e le conseguenti dimissioni del presidente Marcello Vernola, a tre settimane dal Gay Pride, hanno messo in ginocchio l´organizzazione della manifestazione in programma agli inizi di giugno. Certo la spaccatura all´interno della Margherita e la linea dura adottata dai consiglieri di Rifondazione Comunista non hanno nulla a che vedere con l´evento specifico. Le ragioni alla base del dissenso sono di ben altra natura. Resta tuttavia l´amarezza all´interno dello staff di Michele Bellomo, presidente dell´Arcigay, e di Rosaria Iodice, portavoce femminile del BariPride2003. La Provincia infatti era stata l´unica istituzione che non si era limitata a concedere un patrocinio gratuito, cosi´ come avevano fatto la Presidenza della Regione Puglia e il Comune di Bari. Anche se l´amministrazione di Corso Vittorio Emanuele, attraverso l´assessorato alle politiche giovanili guidato da Mimmo D´Oria, aveva deliberato la concessione gratuita dello Stadio della Vittoria, per lo svolgimento della festa finale, in programma sabato 7 giugno al termine della parata. La giunta Vernola aveva approvato una delibera che contribuiva al finanziamento di alcuni degli eventi in programma, compresa la rassegna del Torino Gay Film Festival, che si è tenuta al cinema Armenise alla fine di aprile. Per un totale di 50 mila euro. Soldi che avrebbero coperto inoltre le spese organizzative di alcuni eventi in cartellone nella settimana dell´orgoglio gay. Ora tutto un lavoro partito la scorsa estate rischia di vanificare gli sforzi di portare a Bari un evento eccezionale. Cosa succederà adesso? E´ difficile prevederlo. In teoria c´è tempo fino al 31 maggio per approvare il bilancio, dimissioni di Vernola a parte. La comunita´ gay locale e nazionale potrebbe avere un sussulto di ulteriore "orgoglio", facendo scattare una mega campagna di solidarietà nei confronti del comitato organizzatore del BariPride2003, con sottoscrizioni e raccolte di fondi nelle sedi delle varie associazioni e in tutti i locali che fanno capo all´Arcigay. Della questione si sta occupando in queste ore anche la triade dei parlamentari da sempre portavoce della comunità omosessuale, ovvero Titti De Simone, Franco Grillini e Nichi Vendola. Al momento il programma ufficiale della manifestazione resta immutato. Se il finanziamento della Provincia non dovesse arrivare, allora le migliaia di persone che arriveranno a Bari potrebbero sfilare con una fascia nera al braccio. In segno di lutto per un Pride strangolato e ucciso dalla politica. A meno che la città di Bari e la Puglia intera, che finora hanno risposto con civiltà e partecipazione a tutto il progetto dell´Arcigay, non diano ulteriore prova di quella sensibilità e generosità già dimostrata in altre occasioni. In fondo non ci vuole molto. Basterebbe un euro a testa e il Pride acquisterebbe cosi´ una ulteriore valenza di manifestazione di grande spessore popolare.


  •