L’8 per millle dell’Irpef alla Chiesa valdese

  

Anche ques’anno rinnoviamo l’indicazione a favore della "Chiesa valdese – Unione delle Chiese metodiste e valdesi" come destinataria del’8 per mille del’Irpef.

Lo facciamo innanzitutto per ricordare che anche in Italia vi sono Chiese cristiane che non hanno nulla a che fare con i continui attacchi della gerarchia vaticana contro le più importanti conquiste democratiche degli ultimi decenni in materia di diritti umani e civili. L’ostilità della gerarchia cattolica (che decide in via esclusiva sulla ripartizione dei fondi conferiti a tale Chiesa) a ogni riconoscimento dei più elementari diritti dei cittadini omosessuali viene invece espressa sistematicamente perfino in occasione di ogni più banale manifestazione per i diritti degli omosessuali. Tale ostilità si ripropone ostinatamente e con protervia con la richiesta rivolta a tutte le forze politiche di negare ogni riconoscimento dei diritti reclamati dalle associazioni gay ovunque nel mondo, e cioè di una completa tutela giuridica contro le discriminazioni e della parità di diritti per le coppie gay. E perfino con accostamenti diffamatori fra omosessualità e pedofilia, così frequenti nelle prediche e nella pubblicistica cattolica, come se non fosse proprio negli ambienti ecclesiastici cattolici (oltre che all’interno delle famiglie eterosessuali) che si verificano più di frequente gli episodi di pedofilia. Questo arrogante spirito di rivincita contro le conquiste della modernità democratica è assecondato purtroppo da gran parte della classe politica.

Ricordiamo ancora ‘attacco alla scuola laica e la pretesa di clericalizzare il più possibile la scuola pubblica, sottraendole in pari tempo fondi e risorse a favore di quella confessionale; ricordiamo il boicottaggio di ogni seria campagna di prevenzione del’Aids e la pretesa di regolare ogni aspetto controverso dell’esistenza individuale (bioetica, eutanasia, ricerca scientifica sugli embrioni) con l’imposizione autoritaria anche ai non credenti delle regole proprie della religione cattolica. D’altra parte, i fondi attribuiti con il meccanismo del’8 per mille alla Chiesa romano-cattolica sono in larga prevalenza destinati a scopi di culto, al pagamento degli stipendi dei sacerdoti e alla costruzione di nuovi edifici ecclesiastici.
All’opposto, quasi tutte le altre confessioni religiose concorrenti alla ripartizione di tali fondi (a cominciare dalla Chiesa valdese, il cui rendiconto è visibile all’indirizzo http://www.chiesavaldese.org/pages/finanze/otto_mille.html) li destinano invece esclusivamente a finalità sociali e umanitarie. Anzi, i valdesi hanno anche rifiutato di condividere con la Chiesa romano-cattolica il meccanismo truffaldino previsto dal Concordato stipulato ai tempi del governo Craxi, in base al quale ai cattolici viene attribuita anche una percentuale sulle scelte non espresse, calcolata sulla base delle scelte espresse.

Dal’altro lato, neppure lo Stato merita la nostra generosità. Lo Stato è inerte per quel che riguarda la prevenzione del’Aids e l’Italia è il solo paese dell’Europa occidentale che abbia escluso il finanziamento della distribuzione gratuita di preservativi come strumento di prevenzione, condannando migliaia di adolescenti italiani ogni anno a infettarsi e a contagiare a loro volta i loro partners. E, mentre preleva ai cittadini omosessuali lo stesso contributo fiscale imposto agli altri, nega loro non solo il riconoscimento della parità di diritti come individui e come coppie, ma perfino una legge che vieti le discriminazioni ai loro danni, come richiesto più volte dal Parlamento europeo: una legge come quelle vigenti in quasi tutti gli altri paesi dell’Europa occidentale e come quelle che vietano anche in Italia la discriminazione di altre minoranze.
La Chiesa valdese e metodista ha invece da tempo avviato una seria e coraggiosa riflessione anche sul tema del’omosessualità (come sulla bioetica e da sempre sulla laicità dello Stato e della scuola pubblica, e come anni fa sul tema del divorzio e su quello del’aborto), fondata sul’esegesi biblica e sul’impegno civile, tesa a superare pregiudizi secolari, riflessione che si è manifestata in numerose occasioni e anche con la solidarietà sempre manifestata di fronte agli ostacoli frapposti dalla Chiesa cattolica al regolare svolgimento delle nostre manifestazioni. Queste riflessioni che provengono da una Chiesa cristiana universalmente rispettata e riconosciuta sono preziose per noi nel confronto con chi vuole negarci pari diritti e pari dignità sociale sulla base di una presunta “naturale” illiceità della nostra identità personale e morale.

Anche, ma non solo, attraverso questo impegno di riflessione e di ricerca, questa minoranza significativa nella società italiana ha spesso dimostrato che anche in questo paese la fede religiosa può motivare scelte di libertà anziché di autoritarismo clericale.


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