“Restituiteci l’intelligenza”

  

Da "Il Gazzettino" di Martedì 15 Luglio 2003
L’OPINIONE Lettera agli amministratori
Elena Donazzan: «Restituiteci il bello». "Immagini choccanti" in giro per la città
Bassano – La consigliere regionale di An, Elena Donazzan, interviene con questa lunga lettera aperta per criticare la concessione di spazi pubblici nel centro storico di Bassano per ‘esposizione di gigantesche immagini "shockanti e deturpanti" opera – dice – di "sedicenti artisti moderni".

“Blondie” (Broomberg&Chanarin), ritratto di un detenuto omossessuale a Cape Town, una delle foto che

"Credo nei valori del radicamento, della identità e della libertà; nei valori che nascono dalla tutela della dignità personale. Sono convinto che la vita non può ridursi allo scambio, alla produzione o al mercato, ma necessita di dimensioni più alte e diverse. Penso che ‘apertura al sacro e al bello non siano solo problemi individuali…". Queste parole fanno parte del testamento spi-rituale di Marzio Tremaglia il giovane assessore alla cultura della Regione Lombardia scomparso tragicamente tre anni fa e dovrebbero costituire la base per ‘operato di ogni buon amministratore culturale di centro-destra.

"’apertura al sacro e al bello" non può quindi essere solo la scelta di un singolo, né esclusivamente ‘aspirazione di una comunità, ma deve essere ambizione costante di una pubblica amministrazione che abbia davvero a cuore la crescita culturale dei suoi amministrati. U’amministrazione che non riduca la sua attività "allo scambio, alla produzione, al mercato". U’amministrazione di destra, quindi. Quella, per intenderci, che gli elettori di Bassano hanno liberamente scelto perché volevano "cambiare aria" alla loro città, uscire dalle pastoie politiche e dagli stereotipi culturali che ci hanno ammorbato per sessan’anni.

…Per oltre mezzo secolo "il brutto" è stato il nostro triste compagno di viaggio in tutte le forme artistiche e culturali. La seconda metà del secolo scorso ha partorito solo brutta letteratura, orrida architettura, squallida arte figurativa. Il pensiero debole si è imposto insieme ai modelli egualitari del’uomo-officina liberal capitalista, del’uomo-massa marxista o del mondialista uomo-acquirente. Noi però abbiamo un sogno più grande e una visione più tradizionale: noi parliamo di valori. Valori che, per loro stessa definizione, sono eterni e non trascendenti: "identità radicamento, libertà". Noi abbiamo una visione e un gusto della storia, come del’arte, che rimanda a una dimensione etica della vita, non solo al soddisfacimento dei bisogni corporali. Una dimensione etica che – cito ancora Tremaglia – "si riassume nel senso del’onore, nel rispetto fondamentale verso se stessi, nel rifiuto dei compromesso sistematico e nella certezza che esistono beni superiori alla vita e alla libertà per i quali, a volte, è giusto sacrificare vita e libertà". Tutto questo è stato sempre ben chiaro nella nostra condotta politica ed è stato chiaro nel nostro personale "patto" con gli elettori. Se tanti bassanesi, se tanti veneti e tanti italiani ci hanno scelto è stato anche perché, magari inconsciamente, hanno compreso la differenza e hanno scelto il cambiamento. Mantenere il Patto con gli elettori non significa dunque solo "far partire le grandi opere", ma anche dare un senso diverso alla vita di tutti i giorni: difendere la famiglia, la sicurezza, ‘identità e ‘identità ci rimanda alla storia e alla cultura e dunque a quel senso "del sacro e del bello" di cui abbiamo detto. Ogni cedimento alla cultura, alle idee o anche solo ai gusti e alla mentalità di chi ha ammorbato la nostra vita per decine di anni significa tradire gli elettori (oltre che se stessi). Quindi, cari amministratori di Bassano, liberateci al più presto dagli sconci che, in questi giorni, deturpano la nostra città, offendendo la vista e non hanno alcun valore né artistico, né sociale. Bassano è il bello classico del Palladio, il bello eroico del Monte Grappa, il bello estetico delle nostre piazze, il bello architettonico del Castello, il bello sacro della Basilica di San Francesco. Restituiteci dunque il bello e il sacro della nostra città, della nostra tradizione e difendete questo patrimonio con coraggio e coerenza senza lasciarvi più contaminare dalle mode o dai ricatti consociativi.

Elena Donazzan
Consigliere regionale di Alleanza Nazionale


Ecco la rrisposta di Progettozero+, il gruppo di “sedicenti artisti” promotore del progetto d’arte contemporanea “blank-istruzioni per la possibilità”, che da alcune settimane “offende la vista” dei cittadini bassanesi

“Restituiteci l’intelligenza”

Progettozero+, il gruppo di “sedicenti artisti” promotore del progetto d’arte contemporanea “blank-istruzioni per la possibilità”, che da alcune settimane “offende la vista” dei cittadini bassanesi (ma per la cronaca, anche di quelli di Asolo e Marostica), intende, con questa lettera, rispondere all’articolo della consigliera regionale Donazzan, pubblicato sul Gazzettino di Vicenza-Bassano il 16/07, con il titolo “restituiteci il bello”.
Commossi per tanta attenzione, ci dichiariamo pronti a redimerci, convinti dall’ardore di tante parole…

Citando Tremaglia, Donazzan inizia la sua lettera parlando di valori:

“credo nei valori del radicamento, dell’identità e della libertà; nei valori che nascono dalla tutela della dignità personale”:

Identità, radicamento, libertà: concetti difficili e complessi.
Partiamo dall’ultimo nella lista, la libertà… La vera Libertà è la libertà che permette la messa in gioco di tutti i suoi termini.
Libertà è allora anche libertà di parola e d’opinione, è dialogo e confronto e soprattutto è la libertà della parola diversa, la possibilità di dire la parola diversa.
La vera libertà è la libertà di scelta, e la scelta implica il poter guardare tutte le cose, avere la possibilità di scegliere e giudicare dopo aver guardato. Togliere il “brutto”, il negativo, di quello che si considera il Valore, non è libertà, non è dialogo, è l’imposizione del monologo del potere, che toglie ogni possibilità di risposta, che mina le basi di quella cultura democratica che davvero riconosce la dignità di ogni persona.
La volontà di eliminare ciò che lei chiama “brutto”, ciò che “non ha alcun valore artistico e sociale” (per lei), non è salvare la “sacralità del bello tradizionale (ma chi decide cos’è il bello tradizionale..), ma si chiama proibizione, divieto, censura.
Troppo semplice e demagogico sembra oggi ragionare su un’identità che ponga il bello, il sacro e i valori “tradizionali” come univoci ed eterni, costruendo un asse (tra l’altro molto di moda) del Bene e del Male.
La realtà, la realtà sociale e culturale, dentro e fuori le piccole mura di una città, è più complessa.

Procedendo a ritroso nella sua “scala” di valori “eterni”, vorremmo considerare quell’identità che lei rivendica con tanto pathos.
Cos’è più importante nell’identità se non la ricerca dell’identità?
Tutte le foto esposte parlano dell’identità più vera, che non è l’essere tutti uguali, non è riconoscersi tutti negli stessi valori. Questa non è quello che deve volere una “buona amministrazione”. Questa è la povertà che rischia ogni forma di dittatura (sociale o culturale che si voglia), è la povertà che porta ad un’identità vuota di valore, perché riempita di valori imposti ed omologati. L’identità è scelta, è un continuo trovarsi e ricostituirsi nel confronto, nella ricchezza della diversità. E, ritornando alla Libertà, questa è anche la libertà dell’identità…
Il radicamento: lei parla facilmente di valori su cui radicare la propria identità, sociale e culturale. In ogni azione che facciamo scegliamo come punto fondamentale l’intervento nel territorio. Ci muoviamo nella direzione, non certo facile, dell’arte pubblica, di un’arte che vada oltre il suo statuto che la vuole altro dal reale, per entrare, come forza costituente, nel sociale, nel politico, nello spirituale… L’attenzione per il territorio tradisce l’amore per il territorio. E ogni luogo, ogni territorio, ogni tradizione non è mai davvero fermo, chiuso, è sempre in movimento, in discussione; ogni valore e ogni radicamento è più forte e più vero se arricchito dalla diversità. Gli stessi valori che lei chiama eterni, la famiglia, l’identità, il sacro e…il bello, non sono altro che il frutto di continue stratificazioni, continue sovrapposizioni, continue aperture e chiusure, continue dislocazioni.
Più avanti nella sua lettera si preoccupa addirittura di “difendere la famiglia, la sicurezza, l’identità”: cos’è che la terrorizza nelle foto esposte, è forse l’identità complessa degli ospiti degli ospedali psichiatrici? Degli omosessuali? Identità comunque già recluse nei ghetti della società… Da cosa deve difendere la sua “famiglia”: dalle domande sulle realtà scomode, sulla guerra, sulla vita della strada? La mette in crisi una riflessione forte sull’amore? Davvero la sua famiglia, ed in senso esteso, come lei scrive, i veneti e gli italiani che vi hanno votato, si sentono attaccati nei loro valori dalle nostre foto?

Tralasciamo gli innumerevoli altri passaggi del suo testo, che nella loro confusione e semplicismo ci hanno solamente lasciato l’amaro in bocca…

Lei parla ancora di “una dimensione e un gusto della storia e dell’arte che rimanda ad una dimensione etica della vita, non solo al soddisfacimento di bisogni corporali…”
Da anni ci muoviamo su di un concetto di “arte sociale”, di un’arte che abbia la forza della questione etica, di un’arte che “smuova” proprio perché pone le domande difficili che si vorrebbero tenere nascoste…ci piace proporre un’arte “pubblica” proprio perché deghettizzata da quelle strutture che la vogliono a parte, facilmente confinata nei luoghi classici dove può dire tutto quello che vuole, tanto si può sempre chiudere la porta…un’arte che forse per questo disturba e scandalizza i facili valori e la falsa morale dei centri storici, dove vale solo la regola della bella vetrina… questo dovrebbe scandalizzarla, lei che parla tanto della sacralità dei luoghi!

Citando ancora Tremaglia, lei scomoda ancora l’etica per parlare di “valori superiori per cui sacrificare vita e libertà”!! Ci stiamo forse preparando ad una nuova guerra di cui ancora siamo inconsapevoli? Saremo presto coinvolti in una nuova crociata di cui lei sarà condottiera? Una crociata estetica per togliere il “brutto” dai centri storici? Ma siamo d’accordo: non pensiamo proprio, però, che le nostre concezioni di cosa sia davvero brutto coincidano! E perché, già che ci siamo, non facciamo sparire anche i brutti? E quelli un po’ strani? E quelli diversi, e i poeti e gli artisti scomodi e tutti quelli fuori dal coro…ma questo ci sembra che qualcuno, anni fa, l’abbia già fatto…

Infine chiede a gran voce all’amministrazione di liberare la città da quegli “sconci che deturpano la città…”
E’ vero, togliamoli questi sconci! Buttiamo anche, già che ci siamo, gli ultimi cinquant’anni di cultura, come lei dice: (cito letteralmente) “La seconda metà del secolo scorso ha partorito solo brutta letteratura, orrida architettura, squallida arte figurativa”!
E’ vero: proibiamo Sartre e Marcuse, Kerouac e Moravia, Camus, Pasolini, Bukowskji, Queneau e Brodskji, abbattiamo le costruzioni di Aldo Rossi e Renzo Piano, Gehry, Liebskind e Carlo Scarpa…eliminiamo Pollock, Vedova, Warhol, Basquiat e tutta la volgare Body Art, e poi chiudiamo finalmente le ultime 25 Biennali!!!
Inoltre le suggeriamo, a braccio: l’oscena musica di Luigi Nono, John Cage, Lou Reed e David Bowie (quest’ultimi due entrambi ex tossici ed omosessuali), l’aberrante cinema di Ferreri, Godard, Tarkovskij e Fassbinder, lo spregevole teatro dei La Fura del Baus…

Anzi: a tutta questa “arte degenerata” diamo fuoco, bruciamola…
…ah no, ci dicono che anche questo è già stato fatto…


Ed ecco il Comunicato Stampa del Circolo Arcigay Bassano

Interveniamo nel dibattito suscitato dall’intervento del consigliere Elena Donazzan sulle pagine di questo giornale per manifestare tutta la nostra preoccupazione per le affermazioni e gli intenti riportati.
Non entriamo nel merito del giudizio superficiale e dettato più da considerazioni personali circa mezzo secolo di cultura e produzione artistica in Italia. Ci preme piuttosto evidenziare la gravità dell’analisi espressa ove s’ipotizza il possibile sacrificio della vita e della libertà a favore di non ben specificati “beni superiori”. Espressioni pesanti, preoccupanti, insolite che ci riportano ad anni tristi e cupi e che ci rammarica sentire riproporre.
Inutile e superflua infine la chiusura mostrata dal consigliere verso nuove forme di legame affettivo e di convivenza, opinione questa smentita pure dai recenti sondaggi che hanno visto la stragrande maggioranza degli italiani esprimersi nettamente a favore della regolamentazione delle unioni omosessuali, ennesima manifestazione di esclusione e d’intolleranza.
Per chiudere invitiamo gli amministratori tutti della nostra città, i concittadini di qualsiasi schieramento essi siano, i veneti a farsi garanti di quel principio di libertà di espressione, in senso lato, che si pone quale pietra angolare della nostra convivenza civile e che trova nel dettato della nostra carta costituzionale sommo riconoscimento.
Agli organizzatori e agli artisti presenti alla manifestazione va la nostra solidarietà e un augurio di buon lavoro.

Bassano del Grappa 22.07.03
Arcigay Bassano del Grappa


INFO

Circolo Arcigay Bassano
Largo Parolini 39, 36061 Bassano del Grappa (VI)
Tel. 338.7784510
Fax 178.2266448
[email protected]

Ass. Cult. Progettozero(+)
c/o “Sette”, Via Campo Marzio 7
36061 Bassano del Grappa (VI)
tel 0424 525846
fax 0424 521955
www.progettozeropiu.com
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http://www.ilgazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Codice=1501684&Luogo=Vicenza&Data=2003-07-06&Pagina=4

http://www.ilgiornaledivicenza.it/storico/20030709/cultura/Aaa.htm

http://www.vicenza.vivacity.it/articoli/dettaglio/0,3573,3|1|220337,00.html


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