Guazzaloca oscura il Cassero dall’informazione ai cittadini

  

Da "’Unità" del 23.07.03
I gay alla Salara. Gli imbarazzi della destra e i rancori della sinistra.
di Sergio Lo Giudice

La sede del Cassero (Arcigay Bologna) e di Arcigay nazionale

La sede del Cassero (Arcigay Bologna) e di Arcigay nazionale

La giunta Guazzaloca ha steso un velo di invisibilità sulle attività del Cassero, omettendo di segnalarne la presenza presso la ex Salara nella comunicazione alla città: dall’Infobox agli obelischi informativi disseminati nella Manifattura delle Arti.
A domanda, l’assessore Monaco ha risposto con un esercizio di equilibrismo: nessuna volontà di nascondere la convenzione con il Cassero per la gestione dei servizi sociali (Consultorio) e culturali (Centro di Documentazione) ospitati nell’ex magazzino del sale. Solo questioni tecniche: pronti ad accogliere suggerimenti e ad aggiornare le informazioni. Una risposta che nasconde l’imbarazzo di una giunta che, afflitta da strabismo a 360°, cerca invano di nascondere alla mano destra cosa fa la mano di centro (la sinistra, se ce l’ha, la tiene in tasca). Ma tant’è: l’imbarazzo dell’attuale maggioranza per avere dovuto dare, mossa dalla necessità di accontentare la curia, la Salara ai gay è cosa nota.

C’è però un altro sentimento che serpeggia per un’altra parte della città: è un certo risentimento di chi, a sinistra, ha accolto quel trasloco come un tradimento. Come se aver accettato di risolvere con Guazzaloca l’annosa questione di una sede più adeguata avesse significato un rovesciamento di fronte o un cedimento ideale. Una falsa prospettiva: la città chiede soluzioni ed accettare una buona soluzione non significa sposare l’ideologia di chi amministra. Non aver compreso questo è stata una delle cause della sconfitta del ’99.

Ci sembra che il commento apparso sull’Unità ripercorra lo stesso errore: “La giunta si vergogna dei gay? — scrive il buon Luca Bottura – Non potevate accorgervene un anno fa?” Caro Bottura: un anno fa abbiamo firmato una convenzione vantaggiosa e non ce ne siamo per nulla pentiti. Chi, a destra come a sinistra, pensava a quell’accordo come ad un’alleanza politica oggi rimane deluso o stupito. La comunità gay di questa città contribuisce in modo significativo alla coesione sociale e culturale di Bologna e chiede il riconoscimento dei suoi diritti di cittadinanza. Non è cinghia di trasmissione né parte di fronti ideologici. Sarà lieta di discutere sul futuro della città e di appoggiare con convinzione quel candidato che mostrerà di farsi carico in modo sostanziale delle questioni che pone. Per il resto, continueremo a relazionarci con chi vorrà farlo e a muovere le nostre critiche, a destra come a sinistra, quando ci troveremo di fronte a degli atteggiamenti poco rispettosi della dignità di gay, lesbiche e transgender della città.

Sergio Lo Giudice
Presidente nazionale Arcigay

Caro Sergio, ‘è un equivoco. I gay, le lesbiche, i transgender sono persone, dunque sono di destra (qualcuno in meno) o di sinistra (qualcuno di più). O magari se ne sbattono della politica. Avocarle, distribuire casacche – o patenti di tradimento – sarebbe miope. Ma è stato altrettanto miope addentare la polpetta avvelenata della Salara. ‘ un mio modesto, criticabilissimo parere. Lo scrissi un anno fa e lo penso ancora. Tutto qui.
(l.b)


Ecco ‘interrogazione presentata in Comune da Sergio Lo Giudice, Consigliere Comunale dei DS

Prot. 223/2003

Al Signor Sindaco del Comune di Bologna Giorgio Guazzaloca
Al Presidente del Consiglio Comunale Prof. Leonardo Marchetti
Al Vice Presidente Del Consiglio Comunale Dott. Maurizio Cevenini

Oggetto: domanda di attualità (art.57 del Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale).

Il sottoscritto Sergio Lo Giudice Consigliere del Gruppo Due Torri, rivolge al Sindaco la seguente domanda di attualità perché venga trattata nella seduta del Consiglio del 21 luglio 2003, ai sensi dell’art.57 del Regolamento sul Funzionamento del Consiglio Comunale;

premesso che:

al’interno del’Infobox di Piazza Re Enzo è presente una sezione dedicata al’area del’ex Manifattura Tabacchi;
ognuno dei contenitori del’attuale "Manifattura delle Arti" viene presentato facendo riferimento, accanto al nome storico del’edificio, alla sua attuale destinazione (centro anziani, cineteca, nido ‘infanzia, ecc);
lo spazio della ex Salara viene invece presentato con la dicitura "spazi espositivi e didattici" che non dà conto del’attuale destinazione di quello spazio a sede dei servizi sociali e culturali promossi dalla comunità gay e lesbica di Bologna;
che u’analoga omissione nel’informazione è presente anche negli obelischi informativi collocati presso le diverse strutture del’area in oggetto, sui quali, accanto alla dicitura "Salara", non compare, a differenza di tutti gli altri edifici, alcuna informazione sul’attuale destinazione.
chiede di
1. quali siano i motivi di una tale omissione ‘informazione nei confronti dei cittadini;
2. se una simile selezione arbitraria delle informazioni sia stata messa in pratica anche in relazione ad altri progetti presentati nel’infobox
3. cosa ‘amministrazione comunale intenda fare per ripristinare una corretta informazione ai cittadini in merito al’attuale destinazione della ex Salara

Sergio Lo Giudice

La giunta Guazzaloca stende un velo di invisibilità sulle attività del Cassero nella nuova ex Salara e Sergio lo Giudice, che oltre ad essere presidente nazionale dell’Arcigay è anche consigliere comunale a Bologna, protesta con un’interrogazione al Sindaco. La risposta dell’assessore Carlo Monaco è un imbarazzato esercizio di equilibrismo: nessuna discriminazione, nessuna volontà di non dare visibilità alla pur impegnativa convenzione con il Cassero per la gestione dei servizi sociali ( Consultorio) e culturali ( centro di Documentazione) oggi ospitati nell’ex magazzino del sale, luogo storico che è parte della tanto pubblicizzata area detta “ Manifattura delle Arti”.
Lo Giudice risponde: la risposta è insoddisfacente; se vi vergognate della convenzione con la comunità gay e lesbica della città, gay e lesbiche bolognesi si vergogneranno di voi alle prossime elezioni amministrative.
Il Cassero ha coerentemente ( e saggiamente) stipulato una convenzione con il Comune di Bologna per una sede molto più grande, funzionale e bella del Cassero di Porta Saragozza. Una vittoria per il movimento gay, un segno del suo ruolo cittadino e della necessità che anche un’amministrazione di centrodestra ne tenga conto. Altrettanto coerentemente, non considera quell’accordo col Comune una cambiale in bianco o un’alleanza politica, e non manca di criticare l’amministrazione comunale per il suo atteggiamento ambiguo.
Eppure in città c’è chi non ha mai gradito l’accordo dei gay con Guazzaloca per il trasferimento alla Salara: è quella parte di sinistra cittadina che avrebbe preferito che il Cassero rinunciasse alla grande opportunità che si apriva pur di non dare occasione al sindaco di fare una bella figura.
E’ per questo che l’Unità di oggi non trova di meglio, tramite il pur bravo Luca Bottura, che commentare l’accaduto con un corsivo polemico, non verso il Guazza ma verso Arcigay che avrebbe dovuto evitare quell’accordo .
Ci dispiace che covi ancora un qualche risentimento verso quello che è evidentemente apparso come un regalo al nemico. Ma noi ci facciamo carico degli interessi dei gay e delle lesbiche della città, relazionandoci con tutti e senza fare sconti a nessuno. Se dopo dieci anni di richieste è stato il sindaco di centrodestra a risolvere l’annosa questione di una sede più adeguata al Gay & Lesbian Community Center bolognese, questo dovrebbe costituire un serio motivo di riflessione per la sinistra cittadina, non certo per noi. Per il resto, noi continueremo a muovere le nostre critiche , a destra come a sinistra, quando ci troveremo di fronte a degli atteggiamenti poco rispettosi della dignità dei gay e delle lesbiche della città.


Da "La Repubblica" – Bologna del 22.07.03
IL CASO
Arcigay: la giunta si vergogna di noi. Salara esclusa dai progetti sulle "gocce"

La giunta Guazzaloca «si vergogna di noi». L´esecutivo cittadino, infatti, prima stipula con l´associazione nazionale e provinciale Arcigay e Arcilesbica una convenzione per la gestione degli spazi nella ex-Salara, poi «evita accuratamente di citarci». A dirlo è il consigliere comunale Sergio Lo Giudice (ds), presidente nazionale dell´Arcigay, che ieri in consiglio comunale ha sollevato la questione in riferimento alla «mancanza di informazioni e alla disinformazione» rispetto alla struttura gestita dalla comunità gay fatta dal comune nell´infobox di piazza Re Enzo e negli obelischi esplicativi posti davanti ai luoghi dell´area dell´ex Manifattura tabacchi. Ma il comune difende le scelte fatte: «le informazioni sono state selezionate in base alla novità dei progetti realizzati», garantisce l´assessore comunale all´urbanistica, Carlo Monaco.

Da "L’Unità" – Emilia Romagna del 22.07.03

May Gay
di Luca Bottura

Il presidente dell’Arcigay Sergio Lo Giudice, constatato che, nelle bocce di Piazza re Enzo ogni riferimento alla sua associazione – che ha in uso la Salara – viene accuratamente evitato-, si chiede in una nota se per caso il Comune non si vergogni degli omosessuali e se il trasferimento dal Cassero di porta Saragozza ai nuovi locali non sia stato un modo per far scomparire alla vista della città qualcosa che i liberali di Palazzo D’Accursio considerano indicibile. Caro Sergio, la risposta purtroppo è sì. Ed era del tutto evidente anche un anno fa.


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