Sei a disagio? Vieni a scuola con il tuo amore

  

Da "’Unità del 16.09.03

“Beautiful Thing” di Hettie MacDonald

Uno dei problemi più forti degli adolescenti che provano attrazione per le persone dello stesso sesso e che si trovano a elaborare il proprio orientamento senza seguire percorsi già tracciati è il clima scolastico quasi sempre ostile o comunque non preparato ad esperienze omosessuali o transessuali.

Adesso un progetto europeo dal nome «Tis» e cioè «Towards an inclusive school», verso una scuola inclusiva, si impegna ad affrontare il disagio scolastico degli adolescenti che manifestano tendenze gay. Tra le scuole partecipanti, oltre a una francese, una austriaca e una tedesca, due italiane: il liceo scientifico Copernico di Bologna con Sergio Lo Giudice come docente referente, e l’istituto Bodoni di Torino con Gigi Malaroda prof di riferimento.

La stigmatizzazione e il senso di vulnerabilità che gli alunni omosessuali provano nel contesto scolastico può produrre infatti una progressiva perdita della motivazione scolastica e dell’autostima. Il progetto si propone di intervenire per prevenire queste difficoltà, consolidare la funzione della scuola come luogo sicuro, di accoglienza e rispetto delle diversità, favorire l’esplicitazione di buone prassi antidiscriminatorie, creare le condizioni affinché la scuola sia in grado di rispondere a situazioni problematiche. Un questionario iniziale somministrato agli operatori della scuola fornirà dati sulla situazione di partenza.

Saranno predisposti momenti di formazione nelle scuole per gli insegnanti coinvolti e un momento formativo transnazionale rivolto ai dirigenti scolastici. Saranno attuati interventi didattici nelle classi coinvolte, mirati ad accrescere la consapevolezza delle diversità e il rispetto per gli altri. Si cercherà di costruire relazioni con altri enti presenti sul territorio istituzioni, associazioni, sindacati, altre scuole) anche con l’obiettivo di diffondere i risultati del progetto.

Alla fine si avranno un manuale di linee guida, in formato sia cartaceo sia multimediale, e un video che documenterà l’esperienza del progetto. C’è anche un sito. Tra i diversi incontri transnazionali il gruppo dei docenti referenti comunicherà e scambierà documenti utilizzando il sito web GLEEnet (Gay & Lesbian Educational Equity Network) http://glee.oulu.fi/index.html, prodotto da un precedente Progetto Comenius dall’Università di Oulu ( Finlandia).

«L’idea è nata un anno fa al corso di formazione su questi temi organizzato dall’Università di Oulu, in Finlandia, all’interno del progetto GLEEnet – dichiara Lo Giudice -. Lì ci siamo incontrati fra insegnanti lesbiche e gay di tutta Europa e, sotto la supervisione di Tim Bedford, è nata l’idea di un progetto Comenius. L’Unione Europea ha dato l’ok e fra qualche settimana partirà questa avventura. Siamo tutti in fibrillazione: sappiamo di essere un’esperienza pilota e questo rende il nostro lavoro ancora più entusiasmante».

Da "La Repubblica" del 18.09.03 di Marco Trabucco
Così la scuola impara a non emarginare i gay

“Krampack”

È successo solo qualche mese fa, in un istituto superiore torinese. Scuola pubblica, con tutti i servizi, psicologa compresa. Ed è a lei che una studentessa sedicenne si è rivolta per parlarle della sua omosessualità che stava scoprendo. Per chiederle aiuto e consiglio. La risposta? «Toglitela dalla testa, sono fisime». «No, la scuola, a Torino o altrove, non è un luogo accogliente per i gay», dice Gigi Malaroda, docente di italiano e storia all´istituto Bodoni.

«Pensate solo alle scritte: "Giovanni è frocio" o "Davide il ricchione" che si vedono sui muri di qualsiasi istituto – continua – Chi le legge non le prende certo come un complimento. E per ragazze e ragazzi che stanno scoprendo la loro personalità sessuale, quello è un invito a rimanere nella clandestinità». Con le conseguenze del caso, sulla loro vita personale, ma anche sul rendimento scolastico.

Proprio perché si possa andare anche a scuola senza nascondere il proprio amore, quale che sia, è nato un progetto europeo: «Tis» il nome, acronimo inglese per Towards an inclusive school (verso una scuola inclusiva), che vuole affrontare il disagio scolastico degli adolescenti gay o bisessuali. Di chi non sta insomma nei confini di quella che qualcuno si ostina a chiamare normalità. Fa parte del programma di scambi Comenius e vi aderiscono cinque scuole: una è proprio il Bodoni di Torino, referente del progetto è Malaroda. Le altre sono lo scientifico Copernico di Bologna, una scuola di Graz in Austria, una di Rennes in Francia e una di Berlino. Cosa farete? «Il nostro primo obiettivo – spiega il docente – è preparare materiali didattici e organizzare corsi di formazione per tutti quelli che vivono nella scuola, studenti, docenti e non docenti. Abbiamo la collaborazione del circolo Maurice e del servizio del Comune di Torino, l´unico del genere in Italia, "per il superamento delle discriminazioni basate sull´orientamento sessuale e sull´identità di genere". Il Bodoni è una scuola per periti fotografici e pensiamo di partire di lì: da un lato con interviste tv a ragazzi e professori, dall´altro con reportage fotografici, ad esempio proprio sulle scritte omofobe».

Si pensa anche di preparare materiali didattici ad hoc: «L´anno scorso la Regione ha mandato in tutte le scuole video su questi temi. Una iniziativa meritoria, che però ha avuto poco seguito perché spesso non si sapeva come utilizzarli, mancava la preparazione e il materiale di accompagnamento. Riuscire a costruirlo è uno dei nostri obiettivi».


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