Non esiste una sola forma di famiglia

  

Non esiste una sola forma di famiglia.
Molti, soprattutto nella cosiddetta “Casa delle Libertà” fanno finta di non accorgerse. Ma oggi, in Veneto come in tutto il paese, le forme di comunità solidali, che sono alla base del tessuto sociale, non si limitano alla sola famiglia tradizionale: il tessuto sociale è anche costituito da più di un milione di coppie di fatto, eterosessuali ed omosessuali, che quotidianamente si sotengono vicendevolmente nella reciproca solidarietà, migliorando la qualità della vita in generale, ‘assistenza tra le persone e la coesione sociale.

E’ importante perciò che nel dibattito sui contenuti della nuova Carta Costituzionale regionale siano evitati gli slogan propagandistici come “Tuteliamo la famiglia”. Una regione democratica e solidale non deve permettere la discriminazione di nessuno, discriminazione che il più delle volte è fondata sulle opinioni personali, sul’etnia, salla religione, sul’età, sul genere e sul’orientamento sessuale. I diritti devono essere garantiti alle famiglie: alla famiglia mononucleare (i single), alla famiglia di fatto (coppie conviventi e coppie omosessuali), alla famiglia tradizionale (con figli o senza).

Tutte queste forme di famiglia formano la rete di solidarietà ed affetto che sostiene la società veneta. Un esempio per tutti può essere la Toscana. Una regione che si appresta a riconoscere la propria tutela alle coppie di fatto, dopo aver emanato una legge regionale contro le discriminazioni individuali dovute a orientamento sessuale e identità di genere.
In un periodo in cui è forte la disgregazione sociale, in cui l’individuo è sempre più solo, perché non favorire la nascita di legami e convivenze? Perché non tutelare chi si garantisce reciproco sostengo e solidarietà? In Italia, e nel Veneto, non esiste una disciplina giuridica delle unioni personali al di fuori del matrimonio.

Crediamo che sia giunto il momento che anche la regione Veneto si attivi per promuovere un pluralismo di istituti giuridici che, senza limitare i diritti riconosciuti alla famiglia tradizionale, possa però affermare il pieno rispetto della libertà di scelta dei conviventi, garantendo gli opportuni strumenti di tutela.

A chi continua, con gli ormai stucchevoli slogan propagandistici sulla centralità della famiglia tradizionale, a tenere fermo il paraocchi su una società ormai radicalmente plurifamiliare rispondiamo con i numeri.
Una ricerca Eurispes pochi mesi fa ha dimostrato come più della metà degli italiani sia favorevole al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto (sia eterosessuali che omosessuali).

Chi, come il governatore Galan e la sua coalizione, cerca di estromettere dai contenuti della Carta Costituzionale regionale la tutela giuridica delle coppie di fatto, tenga perciò conto di essere su questa materia in minoranza nel paese ed in regione.


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