Se tuo figlio rivela di essere gay

  

Sono una mamma imbottita di tranquillanti per nascondere agli altri, ma soprattutto a mio marito, una realtà che ancora oggi non ho pienamente accettato: mio figlio ventenne, bellissimo, sensibile, universitario con tutti 30, insomma il figlio che tutte le mamme vorrebbero avere, è omosessuale. Me ‘ha confidato lui stesso pochi giorni fa, e io sono riuscita a mantenere un impeccabile autocontrollo che ‘ha incoraggiato a confidarmi tutto quanto aveva tenuto nascosto in questi anni, le bugie sulle uscite serali, le fidanzatine che in realtà erano fidanzati. Mai accorta di nulla, come una cretina.

Ho sempre considerato i gav esattamente come gli eterosessuali: quello che conta è la persona, i gusti sessuali sono la cosa più privata della nostra vita e sono ininfluenti. Ma qui si tratta di mio figlio. Mi ha confidato che lui ha sempre saputo fin da piccolissimo di essere attratto dal suo stesso sesso anche se poi i primi approcci sessuali li ha avuti con ragazze. Insoddisfatto, ha preso il coraggio a quattro mani ed è andato in una discoteca gay dove finalmente ha trovato ‘ambiente e le amicizie che lo appagavano.

In effetti non ‘ho mai visto così sereno come adesso, ma quando gli occhi mi si posano su di lui, lo vedo in situazioni di sesso con un altro uomo e provo disgusto. Sono sotto cura da uno psicologo, che mi ha consigliato per adesso di non parlare con mio marito né con nessun altro della famiglia, perché è necessario che io per prima accetti la situazione. Mi ha anche detto che ci sono momenti di confusione sessuale e che non è detto che la cosa sia irreversibile. Ho bisogno di parlare con qualcuno che ha passato la mia stessa situazione, ma non so a chi rivolgermi. Ho bisogno di capire e non voglio fare passi falsi perché voglio che mio figlio trovi in me sempre u’ancora cui aggrapparsi in caso di bisogno.

LETTERA NON FIRMATA Bologna

Associazioni di genitori di omosessuali ci sono un p’ ovunque, penso quindi anche a Bologna. A Milano ‘è Agedo (Associazione genitori di omosessuali), molto attiva e con cui potrà mettersi in contatto, se lo desidera. Capisco il suo smarrimento, proprio perché lei è di quelle persone certe di essere aperte su tutto, che non ha mai considerato gli omosessuali come diversi: e si trova invece a soffrire, a non accettare, ‘idea che la cosa riguardi direttamente anche lei. Siamo liberali e democratici, cioè, solo in superficie, e anche questa constatazione sconvolge.

Lo psicologo ha ragione quando le dice che prima di tutto deve essere lei ad «accettare» la situazione. E in ogni caso io credo che non lei, ma suo figlio, dovrebbe parlare col padre, perché tra voi due il ragazzo mi sembra il più sereno e il più cosciente e perché questi sono discorsi che non vogliono intermediari. È vero, i padri sono i più restii a non soffrire (offendersi, arrabbiarsi, sentirsi traditi) per un figlio omosessuale, forse perché credono che la virilità corrisponda a potere e felicità, il che, come sappiamo, non è. Quanto alla confusione sessuale, non ci farei molto conto.

Tutti conosciamo gay dichiarati che possono anche amare una donna, avere una compagna che li ama così come sono, sposarsi e avere figli. Continuando però ad essere uomini che amano gli uomini. Suo figlio le ha dato una prova ‘amore parlandole, lei pensi a quanto infelice e inquieto sarebbe se fosse stato incapace di accettarsi e vivesse una continua menzogna. E ricordi sempre la sua frase: il mio è il figlio che tutte le mamme vorrebbero avere.


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