“Queer as Folk” a casa vostra

  

Il 19 novembre ed il 3 dicembre usciranno, in formato dvd e vhs, rispettivamente Queer As Folk e Queer As Folk 2, ‘edizione per home video della più famosa ed attesa serie televisiva gay.

Queer as Folk nasce da una conversazione avvenuta nel gennaio 1997 tra lo sceneggiatore Russell T. Davies e un’editor della sezione fiction drammatiche di Channel 4, Catriona McKenzie. In seguito alla produzione di un episodio della serie The Grand, scritto da Davies e incentrato su una storia di omosessualità, a Channel 4, rete da sempre molto aperta alle prospettive artistiche e culturali, si stava riflettendo sulla possibilità di un telefilm ad ambientazione interamente omosessuale. La McKenzie menzionò la cosa a Nicola Shindler, produttrice per la rete (con la sua società Red) e grande ammiratrice delle fiction scritte da Davies nel corso degli anni Novanta per la BBC (Century Falls, Dark Season) e per la Granada (Revelations, Springhill). Il progetto Queer as Folk prende così l’avvio. La Shindler concede a Davies la massima libertà di creare dalle proprie esperienze personali un universo gay credibile, in cui gli omosessuali fossero protagonisti a tutto tondo e non macchiette o meccanismi narrativi legati ai problemi dell’outing o dell’AIDS.

Il setting di Manchester è stato deciso in parte perché città base sia di Davies che della Shindler, ed in parte perché la comunità gay che ruota attorno a Canal Street forniva la perfetta ambientazione per la serie: fervente ma non troppo vasta e dispersiva, un punto di ritrovo unico dove tutti si conoscono.
Come registi per i due blocchi di produzione vennero scelti Charles McDougall, che aveva già lavorato con la Shindler e conosceva bene Manchester, e Sarah Harding, la regista dell’episodio di The Grand che aveva dato l’avvio a tutto il progetto.

La serie esordì infine il 23 febbraio 1999 in seconda serata, attirandosi numerose polemiche per le situazioni forti, il linguaggio non edulcorato e la rappresentazione sessuale esplicita e scabrosa, ma conquistando fin dal primo episodio un ragguardevole 17% di share, con 2 milioni e 400 mila spettatori, e arrivando nella Top Ten dei programmi del canale già dalla seconda settimana.

Il titolo della serie proviene da un vecchio proverbio dello Yorkshire, che recita grossomodo “There’s nothing so queer as folk”, ovvero “Non c’è niente di tanto strano quanto la gente”. Ovviamente il termine “queer” (“strano”) è anche una comune espressione gergale per indicare gli omosessuali, quindi il titolo potrebbe leggersi come “I gay (visti) come persone normali”.

I PERSONAGGI

STUART ALAN JONES AIDAN GILLEN
Stuart è il tipico trentenne di successo: professione altamente redditizia nel campo delle pubbliche relazioni, grande disponibilità finanziaria, enorme autostima, atteggiamento diretto e aggressivo con i suoi interlocutori. La sua capacità di affascinare, amplificata dalle sue doti fisiche e dal grande magnetismo sessuale che sprigiona, completa e fa da contraltare al modo di fare enigmatico di chi non svela che una piccola parte di se stesso e sembra non provare sentimenti per gli altri. Stuart è abituato ad avere ciò che vuole, e questo, unito alla fortissima confidenza nei propri mezzi, lo fa apparire a tratti estremamente arrogante e cinico, anche nei confronti dei genitori, a cui non ha rivelato la sua omosessualità e che tratta con estremo distacco, e della sorella, su cui è stato scaricato il peso del ruolo di pecora nera della famiglia.
Stuart porta avanti una relazione di dominanza con Vince, di cui ha bisogno più di quanto lui stesso voglia ammettere. Il suo turbolento rapporto con il giovanissimo Nathan e le altre vicissitudini che si troverà ad affrontare nel corso della serie lo metteranno di fronte alla verità dei suoi sentimenti repressi per lui.

VINCE TYLER CRAIG KELLY
Vince è l’ombra di Stuart: innamorato perso di lui, accetta ogni compromesso pur di stargli accanto, soddisfando almeno in parte il suo amore (apparentemente) non corrisposto. Al contrario dell’amato amico, Vince dispone solo di un impiego ordinario in un supermercato, ma la sua naturale disposizione ottimista, complementare alla natura tenebrosa di Stuart, lo spinge a essere sempre solare e sorridente, l’uomo dalla battuta pronta, capace di tirar fuori il lato ironico in ogni situazione (in particolare in occasione dei suoi frequenti e imbarazzanti incidenti durante gli incontri amorosi con i ragazzi, che spesso finiscono in disastro), e di emozionarsi per le sue passioni, come il Doctor Who (il classico telefilm di fantascienza della BBC, andato in onda dal 1963 al 1989, e che vanta ancor oggi uno sterminato numero di fan). La sua sincerità e l’incapacità a dire di no fanno di Vince una persona facile da sfruttare, abituato com’è a vedere Stuart andare con un ragazzo diverso ogni sera senza dire una parola. Il problema principale di Vince è la sua scarsa stima di sé, che lo porta a non capire come qualcuno possa avere interesse per lui, e a non accorgersi che la sua invidia nei confronti degli amanti di Stuart, e di Nathan in particolare, è del tutto ingiustificata: lui è di fatto l’unico per cui Stuart, sia pure a modo suo, provi un vero sentimento di amicizia, e persino d’amore.
Vince è anche il solo del gruppo a farsi domande sulla sua omosessualità, chiedendosi se la sua vita non sarebbe più facile se fosse etero. Sua madre, Hazel, che ha vissuto serenamente la confessione del figlio, è per lui un grande e affettuoso sostegno, al di là delle sue eccentricità.

NATHAN MALONEY CHARLIE HUNNAM

Se Stuart e Vince sono trentenni che cominciano a dover fare i conti con le proprie vite, Nathan, dal basso dei suoi quindici anni, ha appena iniziato ad assaporare la vita, i sentimenti e la sua sessualità. C’è in lui un travolgente mix: allo stesso tempo potente e indifeso, superbo e ingenuo, corruttore e innocente, incarna perfettamente le contraddizione e le sfide della sua età. Malgrado sia tanto giovane da non poter nemmeno lasciare legalmente casa, grazie alla sua intelligenza e all’innato sex appeal è perfettamente in grado di manipolare a piacimento le persone che ha intorno. Il rapporto con Stuart è tormentato, ma gestito all’insegna di questo straordinario dualismo, che fa di Nathan una sorta di schiavo-padrone, nell’ambito di un legame morboso a cui il tribolato Stuart non riesce a sottrarsi.
La madre di Nathan, prevedibilmente, non sfugge a questo perverso meccanismo (a fronte di un padre del tutto smidollato), vivendo per il figlio e considerando ogni suo desiderio un ordine e ogni sua azione buona e giusta. L’unica persona con cui Nathan vive un rapporto profondo è la sua migliore amica, Donna.


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