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Catania: vigileremo contro il pregiudizio anti-gay
Ragazzi gay rapinati a Catania. Lo Giudice: "Difficile credere a episodio di prostituzione"

Il presidente nazionale Arcigay, Sergio Lo Giudice, interviene sulla notizia dei due ragazzi di 18 e 16 anni, aggrediti e rapinati sul molo di Levante di Catania, diffidando da eventuali azioni giudiziarie mosse da pregiudizio anti-gay.

Il maggiore dei due potrebbe infatti rispondere, secondo la polizia di frontiera, di induzione alla prostituzione minorile e atti osceni in luogo pubblico.

“Sembra difficile credere — osserva Sergio Lo Giudice – che un ragazzo di 18 anni abbia offerto denaro ad uno di 16 per una prestazione sessuale. Ci chiediamo se le forze dell’ordine avrebbero deciso di contestare l’induzione alla prostituzione minorile e gli atti osceni in luogo pubblico nel caso in cui, invece di trattarsi di due adolescenti maschi, si fosse trattato di un ragazzo di 18 anni e di una ragazza di 16.

“Arcigay vigilerà affinché dopo aver subito una violenta rapina i due giovani ragazzi gay non debbano subire doppiamente un pregiudizio basato sul loro orientamento sessuale”.

Spesso le aggressioni e le rapine ai danni di persone omosessuali sono motivate da un forte pregiudizio anti-gay. Gli aggressori disprezzano infatti le loro vittime e le ritengono meno capaci di difendersi e meno propense a denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine proprio per il fatto di essere omosessuali.


Da "La Sicilia" del 04.03.04 di Riccardo Di Salvo
I gay, tra lave e ginestre

Katana, Katane, Katina, Katna, Katani, Balad-el-fil, Medinat-el fil oggi Catania, perla della Trinacria, è stata amata da greci, romani, arabi, bizantini e tanti, tanti altri popoli del passato. Con le sue lingue di lava, inframmezzate da gialle ginestre, gli aranceti e i limoneti carichi di zagare, il verde dei fichi ‘India, il mare di smeraldo, fa innamorare i suoi cittadini e la moltitudine di turisti che la visitano, ammirando le vestigia delle passate dominazioni che, innumerevoli, nonostante le catastrofi naturali, quali ‘eruzione del’Etna del 1669 ed il terremoto del 1693, rimangono a testimonianza della sua grandezza.

Certo, pensandoci bene, di «vita» nella Catania antica doveva essercene davvero tanta. I Romani la sceglievano come luogo di vacanza: le terme achilliane, oggi ruderi posti sotto ‘attuale cattedrale in piazza del Duomo, erano, infatti, il luogo dove si rilassavano, discutevano, si facevano massaggiare e… se pensiamo alle attuali saune non è poi così difficile arrivare alla possibile verità. ‘omosessualità tra gli antichi greci e romani è un fatto assodato, un costume dei tempi, non deprecato, né stigmatizzato.

Oggi ‘argomento omosessualità varia secondo la cultura di un popolo e anche da un punto di vista geografico: per esempio in Italia vi è più indifferenza nelle grandi città del nord, più discusso al sud. Rispetto alle altre città della Sicilia, dove ‘omosessuale è, spesso, costretto a condurre una vita clandestina o ad andar via, ‘evoluzione di Catania è stata decisamente anomala, fungendo da città catalizzatrice nei confronti di quei gay che, vivendo in paesini o cittadine retrograde, sfuggono dai pettegolezzi e dalle maldicenze. Non che Catania goda di una popolazione particolarmente civile o propensa al riconoscimento della diversità, ‘unica ragione, probabilmente, risiede nella sua capacità di assicurare al gay un certo anonimato e quindi un tipo di vita lontana da occhi indiscreti e così, non di rado, è facile incontrare coppie gay ai supermercati, nei negozi, che passeggiano tranquillamente in via Etnea, al corso Italia, lungo i viali del giardino Bellini o che prendono il sole tra gli scogli neri del’incantevole riviera di Acicastello. Catania è, invece, molto indietro nel campo del’informazione e del supporto psicologico. A parte ‘«Agedo» (Associazione genitori degli omosessuali) e ‘«Open Mind», efficace centro di iniziativa glbt, retto da Francesco Tosto (presidente), la città è priva di sostegno che provenga sia da associazioni private sia dalle stesse amministrazioni comunale e provinciale, le quali più volte si sono mostrate in forte e ingiustificato contrasto rispetto alla questione omosessuale. Il movimento gay catanese ha invece trovato un valido appoggio nel’on. Nino Strano, che da anni si prodiga per un serio dibattito, dimostrando che si può essere sensibili a questo tipo di tematiche a prescindere dal colore e opinione politica di appartenenza. Insomma il giovane che si scopre gay, qui a Catania è spesso abbandonato a se stesso.

Pur tuttavia, da molti definita la Milano del sud, Catania si è distinta anche per la qualità della vita che offre, qualche volta disturbata nei locali dagli immotivati controlli da parte delle forze del’ordine che, approfittando della divisa, umiliano e mortificano i malcapitati frequentatori. Già negli anni’70 il cine-teatro Sangiorgi, il glorioso cinema Olimpia (perla del’architettura liberty, oggi degradato a essere sede di uno dei tanti punti Mc Donald, scempio del potere delle multinazionali e della insulsa stupidità di una politica di comodo), i cinema Sarah, Monachini e il vecchio Abc furono teatro di incontri sfociati poi in grandi storie ‘amore, di rapporti fugacemente consumati nonché preposti come salotti per i pettegolezzi degli habitués. A pochi chilometri da Catania, a Giardini Naxos, la discoteca «Les enfants terribles» aprì i suoi battenti a coppiette «diverse» in cerca di privacy e di spazi per poter ballare fra di loro lontani da sguardi maligni e indiscreti. Su questa scia, a Taormina, nacque il «Garage», poi diventato «Perroquet», e a Catania, grazie al coraggio e alla tenacia di Francesco Zinco, Dario De Felice e degli altri dirigenti del’allora Arcigay, oggi Open Mind, nacquero prima la «Sala Neva», poi il «Pegaso» (oggi «Pegas’s»), gloriosa pietra miliare che riunì sotto lo stesso tetto i gay di tutta la Sicilia e di buona parte della Calabria. Negli anni’90 ‘exploit di altre discoteche quali «Lo scacco Matto», il «Charlie Brown», il «Top secret», «Le stelle».

‘incontrastato successo del «Pegas’s» si riconferma con ‘apertura del locale estivo alla Plaja che offre agli utenti un posto bellissimo, suggestivo, con ampi boschi dove poter incontrare tanta gente e , se si vuole, «approfondire» sotto uno splendido cielo stellato, ‘incontro appena fatto. Nel 2000 ‘ecletticità dei sempre attenti, Francesco Zinco, Dario De Felice e Giovanni Calogero, partorisce ‘idea di un locale unico nel’Italia del sud: una discoteca sotto un tendone da circo. E nasce il «Circus». Oltre al «Circus» e al «Pegas’s»,oggi, allietano la vita gay catanese «I fiori del male» del’onnipresente Cristina, «Villa Romeo», la piccola ma deliziosa sauna «Mikonos» e, il nuovo arrivato «T6-T.sechs bar» di Carmelo e Christian. Da questo punto di vista, Catania non ha proprio nulla da invidiare alle altre città del nord.

Magico sen’altro tutto questo per una città del profondo sud, ma quante lotte, quanti rossori, quante amarezze dietro tutto questo! La vita del’omosessuale non è solo discoteche, pub, saune, che servono sen’altro ad alleggerirgli ‘esistenza, ma di certo è un impegno più serio, volto alla ricerca di u’identità che possa andare oltre ‘effimera immagine datagli nel tempo, dove possa emergere ‘UOMO che è dentro ogni omosessuale al di là delle apparenze, in una serenità che, purtroppo vedo ancora ben lontana.


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