Io, gay “guarito” dal coming out

  

Sono un giovane trentenne ex-gay, dichiarato per suo consiglio dopo aver letto le sue risposte. Non l’avessi mai fatto. Ho sopportato le peggiori offese, umiliazioni, angherie, e il disprezzo di giovani e anziani che continuamente mi perseguitavano anche in pubblico. Ho perso un delicato posto di lavoro con la scusa che nascondevo il mio modo di essere, tanto che la famiglia si è trasferita in un’altra città e così pure io. I genitori si sono separati, le sorelle hanno perso il fidanzato.

Le chiedo come mai lei dà certi consigli quando i temi trattati sono così importanti e complessi. Io sono riuscito ad uscire da questo nero tunnel perché l’ho voluto con tutte le mie forze e ne sono contento. Lei non ha mai scritto che si può uscire e guarire. Sono bastati pochi consigli di uno psicologo e la sensibilità di una brava ragazza con cui convivo.

Le assicuro che non ho nessuna voglia di ricordare e ritornare al passato e mi sembra impossibile di esserci stato. Gradirei che la presente aiutasse altri a vivere nella normalità.

GIANNI BANDELU Padova

Un bacio in pubblico

Un bacio in pubblico

Non avevo mai pensato che l’omosessualità fosse una malattia, anche che se alcuni efferati studiosi hanno tentato di farlo credere, naturalmente senza alcun successo. Ricordo certo l’articolo di una rivista americana che mostrava liete coppie apparentemente eterosessuali (in verità dall’aria un po’ smarrita) In cui lui, o lei, finalmente «guaritola», poteva godere i vantaggi della «normalità». Se fosse così facile, ammesso che lo si voglia, cancellare la propria sessualità, un paio di consigli e una brava ragazza, molti sceglierebbero questa semplice strada. Ma non è così.

Certo si può essere omo, etero, bisessuali, e sentirsi attratti, innamorarsi, di un uomo, di una donna, anche contemporaneamente. E può essere che lei abbia vissuto una fase orno sino a quando una donna molto speciale è riuscita a farle perdere la testa. Intendo sessualmente, non perché è dolce e buona e perché lei vorrebbe non essere gay ed è disposto ad aggrapparsi a qualche virtuoso accoppiamento.

Molti omosessuali si sposano (non sempre rendendo edotta la sposa dei loro più profondi desideri) e diventano ottimi padri: non posso dire ottimi mariti se poi si fidanzano in segreto con un giovanotto o frequentano locali gay dove finalmente ritrovano se stessi.

Il disastro che lei avrebbe causato facendo coming out mi sembra esagerato, un po’ medioevale, però giustificherebbe lo spavento che l’ha spinta a sentirsi guarito per sempre. Non so se augurarglielo, se non fosse per la brava ragazza che le sta facendo da Infermiera. Però guardi che io non dò mai consigli, soprattutto su argomenti così personali e individuali. Lei mi vuole dare una responsabilità che rifiuto: solo lei è responsabile delle sue scelte.

Natalia Aspesi


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